L'invidia nelle rappresentazioni artistiche, letterarie e religiose
Informazioni tesi
Autore: | Melania Cabato |
Tipo: | Diploma di Laurea |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Pontificia Università Salesiana |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Salvatore Capodieci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 47 |
Gli autori, dopo aver premesso che il sentimento invidioso è presente nella vita quotidiana di ogni individuo, incentrano la loro ricerca sull’invidia come “musa ispiratrice” della creazione artistica e sulla condizione di invidia e invidiabilità che caratterizza l’artista.
Alcuni di essi temono, infatti, che il non essere più oggetto d’invidia li possa spingere verso il viale del tramonto, altri ritengono che il non provarne loro stessi, testimoni un impoverimento della loro creatività. Altri ancora, come Polidoro e Domenichino, hanno subìto gli effetti più nefasti dell’invidia, mentre Botticelli, Giotto, Bosch, Ensor, Gericault ne trassero fama e riconoscimenti.
Il rapporto dell’invidia con l’arte inizia fin dall’etimologia della parola che parla di sguardo derivando dal latino in-videre, nel quale in ha valore negativo e si collega al modo di “vedere” il mondo, le cose, se stessi, attraverso una lente deformante che modifica la percezione della realtà.
Nell’iconografia classica l’invidia è stata rappresentata con un sistematico ricorso alle categorie del brutto e associata al deforme e al deformante. Il complesso intreccio di sentimenti che ruota intorno all'invidia viene efficacemente rappresentato ritraendo l’invidioso come personaggio dai tratti eccessivi, caricaturali, solitamente impegnato a osservare da lontano, con sguardo torvo e malevolo, la legittima soddisfazione di qualcuno.
Gli autori passano in rassegna alcune delle più importanti evidenze della relazione tra realizzazione artistica e invidia e offrono una serie di considerazioni e altrettanti interrogativi su questo sentimento ancora poco esplorato.
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Autore: | Melania Cabato |
Tipo: | Diploma di Laurea |
Anno: | 2010-11 |
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