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Ripensare l’Educatore Professionale come agente attivo per le famiglie in cui un partner/genitore è preso in carico dai servizi per le dipendenze

La dipendenza è una patologia multifattoriale legata a elementi interdipendenti tra loro che possono essere genetici, ambientali, neuro biochimici e psicologici. È una condizione psichica e fisica che porta il soggetto a modificare il proprio agire finalizzandolo alla ricerca compulsiva della sostanza o della reiterazione del comportamento.
Attraverso la lettura sistemica relazionale, il fenomeno viene visto come sintomo delle difficoltà nel nucleo familiare e non solo come patologia del singolo individuo. Sono pochi, al momento, i servizi, soprattutto residenziali, che prevedono una presa in carico del nucleo familiare.
La figura dell’Educatore Professionale diventa centrale in questo contesto; tra i compiti dell’educatore ci siano quelli di informarsi riguardo alla condizione familiare dell’utente, comprendere le dinamiche instaurate nel nucleo e potenziare le risorse sia del paziente che della rete familiare. Al centro, quindi, non c’è solo la persona con problemi di dipendenza ma l’intero sistema di relazioni e contesti in cui è inserito il soggetto. Partendo da queste considerazioni risulta imprescindibile strutturare percorsi di intervento educativo e terapeutico che vedano al centro sia la persona con problema di dipendenza che la sua famiglia. Purtroppo, però, al momento non è prevista uniformità nell’intervento con e per le famiglie dei pazienti con dipendenza patologica. L’offerta dei servizi è molto varia e gli interventi di tutela e supporto per i partner e i figli possono essere più o meno presenti.

Lo scopo di questa tesi è individuare i principali interventi di supporto e tutela messi in atto dai servizi per i partner e i figli dei pazienti con problemi di dipendenza. Lo sguardo viene rivolto ai bisogni delle famiglie e alle strategie utilizzate dai servizi per garantire una presa in carico integrata. In particolare, viene indagato il ruolo che l’Educatore Professionale ricopre nella progettazione e nell’attuazione degli interventi.
Per la ricerca si è utilizzato il metodo qualitativo attraverso l’intervista semi-strutturata.
Nella tesi è emerso che gli interventi sono pochi e parziali, nella cultura dei servizi la famiglia ricopre un ruolo marginale e, a volte, viene vista come d’intralcio al percorso. Questo dato deve essere inserito nella cornice della formazione che i servizi offrono ai lavoratori, la quale viene descritta come non sufficiente, anche rispetto alle supervisioni. Inoltre, viene portata l’immagine degli ambulatori come realtà completamente, o quasi, scollegate le une dalle altre, che non si muovono in sinergia nell’erogare i trattamenti di cura. Questa modalità di lavoro rischia di impoverire sempre di più gli interventi erogati dalle realtà ambulatoriali poiché in assenza di confronto, con modalità differenti si rimane arenati sulle proprie posizioni. Inoltre, lo slancio iniziale che si ha nel lavoro rischia di esaurirsi se non viene coltivato e stimolato. Questa difficoltà, sia rispetto all’individuazione dei soggetti da prendere in carico che alla varietà dell’offerta delle strutture, deve essere letta nel quadro normativo, organizzativo e gestionale in cui sono inseriti i servizi. Al momento, non esistono percorsi comuni di presa in carico del nucleo a livello locale, regionale e nazionale. L’erogazione di tale interventi è demandata alla libera iniziativa delle strutture.
La dipendenza, però, non è una patologia che riguarda il singolo individuo ma è il sintomo di difficoltà nel sistema familiare; è perciò centrale che i servizi provvedano alla strutturazione di interventi multidisciplinari integrati rivolti all’intera famiglia.

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4 Capitolo 1: La dipendenza in chiave sistemico relazionale 1. La dipendenza patologica L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la dipendenza patologica come: Condizione psichica, talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo e una sostanza, caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione. 1 Con dipendenza fisica si intende uno stato fisiologico alterato causato dalla ripetuta somministrazione di una o più sostanze psicotrope. Con l’interruzione brusca delle stesse, il consumatore sperimenta la sindrome dell’astinenza che è una particolare condizione di malessere fisico. La dipendenza psicologica, invece, è data dal piacere e dall’abitudine dell’assunzione (o dalla reiterazione del comportamento) ma anche dal craving, cioè il desiderio persistente e irresistibile verso una sostanza o un comportamento. La dipendenza comportamentale è, infine, l’attività di ricerca e di utilizzo in maniera patologica della sostanza o del comportamento. 1.1. Definizione neuroscientifica Nella lingua inglese sono presenti due termini per definire i meccanismi di dipendenza: con dependence si fa riferimento alla condizione chimico-fisica per cui l’organismo necessità della sostanza per funzionare, cioè la dipendenza fisica. Invece, addiction sottintende sia la dipendenza psicologica che quella comportamentale poiché descrive la ricerca ripetuta della sostanza per dare un significato all’esistenza dell’individuo che ne fa uso. L’astinenza si caratterizza per la presenza di sintomi emotivi o fisici quando il soggetto non assume o, nel caso delle dipendenze comportamentali, quando non mette in atto il comportamento. I sintomi della crisi d’astinenza sono numerosi, la tipologia e l’intensità degli effetti si differenziano in base all’elemento da cui dipende la persona. È importante inoltre definire altri due termini utilizzati nell’area delle dipendenze. Con uso ci si riferisce all’atto che compie il soggetto autosomministrandosi una sostanza psicoattiva senza subire effetti negativi. Con abuso invece si intende quando l’assunzione produce danni fisici, psicologici e 1 DDL 1765, 10 marzo 2020 “Istituzione della Giornata nazionale sulle dipendenze patologiche”.

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Informazioni tesi

  Autore: Bianca Ferrari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Educazione Professionale
  Corso: Professione sanitarie della riabilitazione
  Relatore: Corrado Celata
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 147

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Parole chiave

famiglia
comunità terapeutiche
gap
dipendenze
sostanze
modello sistemico-relazionale
serd
comunità mamma bambino

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