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''Maschietto o femminuccia?'' - Analisi dei condizionamenti precoci nella costruzione dell'identità di genere

Il primo è un capitolo introduttivo, che essenzialmente serve per presentare, nella maniera più chiara e coincisa possibile, alcuni concetti generali, senza i quali non si riuscirebbe a comprendere gli argomenti successivi. Grazie ad autori quali Rubin e de Beauvoir sono riuscita non solo a identificare distintamente i termini “sesso” e “genere”, ma anche a tracciarne il percorso di cambiamento che li ha trasformati nell’ultimo secolo. Sono poi passata all’analisi di tutti quei processi sociali collegati al genere che avvengono quotidianamente e a cui prendiamo parte, spesso senza neanche senza rendercene conto. Tra questi processi rientrano: l’utilizzo di stereotipi di genere, l’assunzione di ruoli di genere e la costruzione dell’identità di genere. Per la spiegazione di questi temi i contributi di Biemmi, Gianini Belotti e Ruspini si sono rivelati indispensabili.
Nel secondo capitolo ho scelto di affrontare tematiche più specifiche e attuali che fossero direttamente collegate ai temi della ricerca.
Inizialmente ho provato a costruire un quadro di riferimento dei fattori che identificano la maschilità e la femminilità, compito che si è rivelato complesso, in quanto i confini di questi due costrutti non sono stabili e tendono a modificarsi nel tempo. In particolare il testo di Bellassai mi ha aiutata nella definizione di mascolinità, mentre il testo di Piccone e Saraceno mi ha aiutata nella definizione di femminilità.
Il successivo argomento dei colori è stato quello che ho preferito all’interno dei capitoli teorici. È una tematica che avrei voluto approfondire, purtroppo la bibliografia scientifica sull’argomento è ancora esigua, soprattutto nel panorama italiano. Ho trovato però supporto negli studi internazionali, in particolare nel volume di Pastoreau e Simonnet "Il volume di Bussola" mi è stato di grande aiuto, non solo in questo paragrafo, anche se il suo contributo è puramente narrativo.
Nell’ultima parte del secondo capitolo mi sono concentrata sull’analisi della situazione familiare in Italia. Grazie ai testi di Sartori e Barbagli & Saraceno ho potuto indagare il rapporto tra genitori e figli e il processo di creazione della famiglia moderna.
Il terzo ed ultimo capitolo è dedicato interamente alla ricerca da me svolta, che mirava a indagare le scelte relative alla tematica del genere effettuate dai genitori per i propri figli nella primissima infanzia. Proprio perché sono andata a ricercare opinioni e idee personali la ricerca non è partita da un’ipotesi iniziale ma dalla curiosità di conoscenza verso un argomento ancora poco esplorato. Lo strumento più consono per effettuare questo tipo di ricerca si è rivelato essere l’intervista semistrutturata delle coppie, che sono state individuate tramite il passaparola e successivamente intervistate singolarmente e su base volontaria. I dati ricavati sono stati sia di tipo quantitativo (per es. il numero di figli maschi o femmine, l’età dei genitori e il titolo di studio, etc.) sia di tipo qualitativo (opinioni e idee relative al genere), con una netta maggioranza di quelli qualitativi su quelli quantitativi. Le domande dell’intervista sono state suddivise in 5 macro-aree (cioè conoscenza, preparazione, colori, percezioni e preferenze e altre considerazioni), questo per poter meglio analizzare le risposte delle coppie.
Da queste ho potuto analizzare che:
1) per un motivo o per un altro, tutte le coppie hanno voluto sapere il sesso del figlio o dei figli, anche se alcuni si sono mostrati più flessibili di altri;
2) tutte le coppie si sono preparate alla nascita predisponendo un determinato ambiente con specifici colori, arredi e giocattoli;
3) tutte le coppie, e spesso anche amici e parenti, hanno dimostrato di avere particolari preferenze per un sesso o per l’altro.
Come ho già affermato nella tesi, i risultati di questa ricerca non sono né generalizzabili né estendibili ad una popolazione più ampia, non per questo sono però privi di valore e di spunti che possono influenzare future ricerche.
Le conclusioni che ho potuto ricavare da questo lavoro si sono rivelate chiare e determinate: i principi e le concezioni dei genitori riguardo al genere influenzano non solo la relazione tra i soggetti, quindi tra genitori e figli, ma anche la crescita di questi ultimi. I primi 1000 giorni sono fondamentali per lo sviluppo di un bambino e non molti sanno che i modelli e le costruzioni sociali dei genitori spesso diventano la base su cui i figli costruiscono i propri. Il particolare che è emerso dalle interviste e che colpisce maggiormente è il desiderio di cambiamento a cui la maggior parte dei genitori aspira per quanto riguarda gli argomenti correlati al genere. Sebbene alcune abitudini, come la suddivisione dei colori, si dimostrino molto difficili da contrastare, si percepisce una tendenza progressista che si sta piano piano facendo strada in tutti i tessuti sociali.

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5 Introduzione Intorno ai 2 anni i bambini e le bambine cominciano a formare i concetti riguardanti il genere (riescono ad identificare “i maschi” e “le femmine”) e tra i 3 e i 5 anni iniziano a sviluppare la loro identità di genere, comprendendo in maniera consapevole cosa voglia dire essere “un maschio” e cosa voglia dire essere “una femmina”. È solo tra i 5 e i 7 anni che gli stereotipi legati al genere si consolidano e diventano poi molto difficili da modificare e ancor di più da sradicare. 1 Ma cosa succede prima dei 2 anni? È molto importante essere consapevoli degli effetti che questi stereotipi hanno o possono avere sui bambini 2 , soprattutto quelli molto piccoli. Questo perché spesso i concetti relativi al genere e all’identità (di genere) sono inconsapevolmente imposti ai bambini ancor prima della loro nascita, in quanto l’argomento del genere è solitamente dato per scontato nella vita quotidiana. Identifichiamo istantaneamente una persona come uomo o come donna, ragazzo o ragazza, e organizziamo la maggior parte delle nostre occupazioni quotidiane sulla base di questa distinzione… Una simile impostazione è così comune, così familiare, da sembrare parte dell’ordine naturale delle cose. 3 Sono proprio queste piccole azioni inconsce e “naturali” che hanno catturato la mia attenzione e che ho deciso di analizzare nella tesi. L’obiettivo è quello di fornire una base d’appoggio riguardo i concetti collegati al genere e all’identità di genere sulla quale poi costruire una ricerca, per analizzare i comportamenti di coppie in attesa relativi a tali tematiche. Nel primo capitolo sono presentati un ampio spettro di nozioni base che servono per fare chiarezza all’interno del confusionario panorama del genere, aiutando nella comprensione della ricerca. Il genere è infatti una delle principali categorie organizzatrici della vita sociale di un individuo e pertanto risulta essenziale riconoscere in primis la differenza tra questo concetto e quello di sesso. Le riflessioni sul tema presentano poi il genere come un sistema socialmente 1 AINA Olaiya E. & CAMERON PETRONELLA A., Why Does Gender Matter? Counteracting Stereotypes with Young Children, in «Dimensions of Early Childhood», vol. 39, n. 3, 11-20, 2011 2 Tutti i termini maschili usati in questo testo hanno una valenza neutra ed inclusiva. L’esplicitazione sia della forma maschile che di quella femminile non è stata applicata perché appesantisce non solo la frase ma il testo stesso. 3 CONNELL Robert W. (2002), Questioni di genere, trad. it. Il Mulino, Bologna 2006, P. 30-31

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Informazioni tesi

  Autore: Vittoria Palazzo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Irene Biemmi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 63

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Parole chiave

genere
identità di genere
femmina
maschio
condizionamento precoce
biemmi

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