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Il principio di sicurezza delle cure e la responsabilità sanitaria dopo l'entrata in vigore della L. n.24/2017. Analisi in merito con riguardo il sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia

La legge 8 marzo 2017, n.24, “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie” è una legge di iniziativa parlamentare, nota a noi come “Legge Gelli-Bianco” che ha sovvertito le dinamiche e criteri correlate alla determinazione e accertamento della responsabilità sanitaria in capo agli esercenti delle professioni sanitarie, da un lato, e in capo alle strutture sanitarie, dall’altro. Viene a configurarsi il c.d. “doppio binario” della responsabilità sanitaria in quanto, dopo molti anni di interventi legislativi sul tentativo di deciframento della natura della responsabilità civile, questa diviene responsabilità civile di tipo extracontrattuale se questa riguarda il singolo professionista sanitario dipendente (sovvertendo la c.d. responsabilità da "contatto sociale"), diviene contrattuale se questa riguarda la singola struttura sanitaria (pubblica o privata). La legge Gelli-Bianco non apporta cambiamenti solo a carico dell’iter procedimentale/giudiziale in termini civili e penali, ma apporta cambiamenti di prospettiva relativi alle modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie: le cure fornite agli utenti da parte del Servizio Sanitario Nazionale devono assolvere a criteri di sicurezza. La legge 24/2017 possiede capacità di eterointegrazione del principio costituzionale “tutela della salute” (art.32 Cost.) attraverso la previsione dell’erogazione di cure che siano appropriate nel rispetto delle linee guida fornite dal sapere scientifico medico e sanitario e che siano fornite al paziente nel rispetto di qualità e sicurezza. La sicurezza delle cure prevista dal legislatore statale del 2017 ha ora necessità di trovare applicazione reale nei vari contesti di cura (ospedalieri, territoriali, domiciliari). Per questo ogni regione del territorio italiano ha dovuto rivisitare i percorsi di cura e l’organizzazione dei vari enti sanitari. Si vuole per questo, in vista dei cambiamenti apportati dalla normativa in esame, portare ad analisi il sistema sanitario regionale del Friuli Venezia Giulia, il quale risulta essere stato prontamente recettore della disciplina prevista da Gelli-Bianco. In tema della sicurezza delle cure, la regione Friuli Venezia Giulia ha modificato l’organizzazione dei servizi socio-sanitari e il controllo di essi mediante l’instaurazione della “rete Cure Sicure FVG” ( Delibera regionale n.1970 del 21 ottobre 2016): una rete regionale che ha lo scopo di coordinare e governare tutte le attività correlate alla gestione della sicurezza delle cure, improntata alla rilevazione, mediante le modalità e gli organi competenti, del rischio sanitario e dei danni provocati alla salute del paziente. La Rete Cure Sicure mette in relazione tutti gli enti sanitari regionali al fine della conduzione e coordinazione puntuale delle attività, al fine di andare a determinare le politiche sociali e sanitarie che rendono possibile l’erogazione di cure che non danneggino il paziente e ne tutelino lo stato di salute. La regione Friuli Venezia Giulia si impegna mediante programmi regionali e attività di risk management (Bundle per le infezioni correlate all’assistenza, ‘Antimicrobial stewardship’ regionali, attività dei ‘Link professional aziendali’, protocolli e procedure per la sicurezza del paziente) alla contenzione del rischio sanitario e l’attuazione di interventi con finalità preventive per il riscontro dei danni a carico della salute del paziente. ​

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1 Introduzione Nella prima parte di codesto scritto si vuole andare ad analizzare i contenuti disposti dalla riforma Gelli-Bianco (Legge n.24/2017) e le correlate questioni, principalmente le novità inerenti alla responsabilità in ambito sanitario che sono sorte dopo la sua emanazione. Per fare ciò ci si deve soffermare sulla distinzione che sussiste a livello civilistico della responsabilità mediante esamina degli istituti della responsabilità contrattuale e della responsabilità extracontrattuale. Questo passaggio ci consente di capire come diversi legislatori e giuristi italiani si sono susseguiti tra loro per cercare di definire i criteri per la determinazione della natura della responsabilità del medico e della struttura sanitaria. Sul tema della responsabilità medica difatti è intervenuta storicamente la nota sentenza n.589/1999 della Corte di Cassazione con l’affermare che la responsabilità del medico poteva essere inquadrata come responsabilità da contatto sociale, offrendo il passaggio evolutivo del tempo dalla visione della singola responsabilità della figura medica alla responsabilità sociale sanitaria. La questione verrà ripresa in considerazione da parte del legislatore nel 2012 con l’intervento del c.d. Decreto Balduzzi (convertita poi in Legge n. 189/2012) il quale prende posizione dichiarata sulla natura della responsabilità del medico con il richiamo esplicito all’art. 2043 c.c. (responsabilità extracontrattuale). L’analisi del Decreto Balduzzi è necessaria in quanto poi i concetti e le norme disposte verranno ripresi e superati dalla riforma Gelli-Bianco del 2017. La Legge n.24/2017 non si propone di definire soltanto gli ambiti in cui ricade la responsabilità sanitaria (nascita del c.d. doppio binario della responsabilità) ma compie un passo in più verso la tutela della salute dell’individuo ex art. 32 Cost, prevedendo all’art. 1 del comma 2 che “la sicurezza delle cure si realizza anche mediante l’insieme di tutte le attività finalizzate alla prevenzione e alla gestione del rischio connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie e l’utilizzo appropriato delle risorse strutturali, tecnologiche e organizzative”. Il concetto della sicurezza delle cure si riflette parallelamente anche sull’operato dei professionisti sanitari, i quali hanno l’obbligo di attenersi, nell’esercizio della propria professione, a determinati protocolli, procedure e linee guida accreditate dal mondo scientifico, al fine di fornire le cure più sicure e di qualità possibili, nel rispetto del principio del neminem laedere e di non recare danno alla persona assistita, danno suscettibile della generazione di responsabilità sanitaria. La necessità di fornire delle cure sicure e di qualità ha comportato una notevole revisione del concetto di salute e di innovazione dei sistemi e modelli organizzativi e gestionali sanitari. Con queste premesse legislative prende sempre più piede il tema del rischio clinico e sanitario, un tema sempre attuale in quanto, come da art. 4 comma 1 della Legge Gelli-Bianco, ogni Regione ha l’obbligo di attuare percorsi idonei per la gestione del rischio sanitario da parte delle strutture sanitarie e sociosanitarie (sia pubbliche che private) nel rispetto della sicurezza delle cure. Nella seconda parte ci si vuole soffermare sull’analisi del sistema sanitario della regione Friuli- Venezia Giulia e di come questa, sulla scia anche delle novità introdotte dalla riforma Gelli- Bianco, abbia cambiato la connotazione dell’organizzazione della rete dei servizi sanitari in favore dell’introduzione di organismi di controllo e di risk management disposti su più livelli. Passaggio ulteriore effettuato dalla regione Friuli-Venezia Giulia è stato quello di istituire la “Rete Cure Sicure FVG” nel 2016, mediante Delibera regionale n.1970 del 21 ottobre, ossia una vera e propria rete integrata che si occupa della gestione e del coordinamento di tutte le attività connesse alla sicurezza delle cure e di rischio clinico. Tramite La Rete Cure Sicure FVG la regione si occupa sia del monitoraggio del corretto operato delle aziende sanitarie presenti sul territorio sia dell’erogazione di documenti programmatici, aggiornati in vista delle migliori evidenze scientifiche disponibili, da osservare nel rispetto dell’erogazione di cure e prestazioni sanitarie che siano di qualità. Dunque, vi sono programmi regionali che riguardano i settori più delicati suscettibili ad errore clinico e conseguente danno al paziente, e per questi motivi devono essere analizzati dagli organi preposti alla gestione del rischio clinico. La regione Friuli Venezia Giulia con i programmi della rete sulla sicurezza delle cure si concentra sulla revisione dei Bundle per la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza, sulla buona tenuta delle linee guida per la somministrazione adeguata degli antibiotici (Antimicrobial stewardship), sulla realizzazione e

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Informazioni tesi

  Autore: Carolina Pirozzi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università Telematica Unitelma La Sapienza di Roma
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Management delle Organizzazioni Pubbliche e Sanitarie
  Relatore: Angelo Tuzza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 95

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Parole chiave

sanità
azienda
contrattuale
friuli venezia giulia
sanitaria
extracontrattuale
fvg
responsabilità sanitaria
cure sicure

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