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Microfinanza e inclusione sociale. Il caso del Kenya.

L’intento del presente elaborato è voler esaminare uno strumento alternativo di sviluppo che vuole essere una risposta funzionale e non paternalistica ai problemi della povertà del terzo mondo: la microfinanza. L’innovazione che questo strumento porta con sé è quella di considerare l’uomo l’attore principale dei processi di sviluppo, l’artefice in prima persona del proprio percorso di crescita verso forme sempre più responsabili di partecipazione democratica e di gestione comunitaria. La microfinanza presenta un’ampia gamma di possibilità per ridurre la povertà, estendere il mercato e promuovere cambiamenti sociali così come presenta nel contempo una serie di problemi che devono essere presentati e descritti.
Nel corso di questa tesi saranno trattati gli aspetti salienti della rivoluzione della microfinanza e le modalità del suo funzionamento attraverso la descrizione degli strumenti atti a favorire la creazione di un sistema finanziario inclusivo. Importanza sarà data al concetto di capitale sociale, inteso come quell’insieme di reti di relazioni che si stabiliscono e si sviluppano tra individui che condividono la medesima realtà economica e sociale.
Nel primo capitolo verrà trattata la problematica dell’accesso al credito nei paesi in via di sviluppo attraverso dei circuiti formali ed informali. Largo spazio sarà poi dato alla descrizione dei punti di forza del microcredito e della sua capacità di favorire l’autogestione dell’iniziativa economica da parte delle comunità del sud del mondo. Non si poteva poi non dedicare una parte dell’analisi all’esperienza più conosciuta di microcredito: la Grameen Bank.
La seconda parte è pienamente destinata alla disamina del passaggio dal concetto di microcredito a quello più ampio di microfinanza e della diffusione delle Istituzioni di Microfinanza, quali organi principali che, inseriti appieno nella realtà dei paesi in via di sviluppo, si occupano dell’erogazione dei servizi micro finanziari.
Nel corso del terzo capitolo si è dato spazio allo studio della realtà di un paese in via di sviluppo quale il Kenya per meglio comprendere come effettivamente la microfinanza si inserisce in un dato contesto politico, sociale ed economico e come si dimostra essere di importante ausilio allo sviluppo umano di un paese povero.
Guidati dal miraggio di consegnare la povertà alla storia si deve favorire l’implementazione di una finanza nuova che trae la sua forza dalle risorse endogene presenti in tutte le comunità del mondo nel pieno rispetto delle loro peculiarità e del loro stadio di sviluppo e si deve cooperare per far cadere le barriere strutturali che impediscono l’affermarsi della dignità umana di tutti.

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5 Prefazione Esclusione sociale e accessibilità al credito La realtà dinanzi ai nostri occhi ci mostra un Nord del mondo protagonista di uno sviluppo esponenziale in campo tecnologico ed industriale; la mente umana è stata in grado di indagare e scoprire terreni che solo pochi decenni fa era impensabile sondare e raggiungere. Ciò che appariva impossibile si è invece mostrato possibile. Uno sviluppo questo, un progresso, che non trova purtroppo accordo con l’ordine. Miliardi di altri esseri umani, nel Sud del mondo, sono ancora privati della libertà di placare la fame e la sete, di vivere in un’abitazione decorosa, di aver accesso a cure mediche e all’istruzione. In due parole, dense di significati: sviluppo e sottosviluppo1. Attorno a queste problematiche è aperto da tempo e soprattutto nel periodo post-coloniale, un acceso dibattito che vede coinvolti economisti, sociologi, storici ed antropologi. Il livello di sviluppo che si è raggiunto in alcune parti del mondo impone, oggi più che ieri, la necessità ed il dovere di ripensare modelli di intervento per sconfiggere la povertà. Impone di agire, di imparare dai successi e dai fallimenti conseguiti, dalle promesse fatte e non mantenute. Dalla seconda guerra mondiale, quando sempre più palese si è mostrata la distanza tra Nord e Sud, diversi strumenti sono stati adoperati nel tentativo di dirimere le disuguaglianze, le ingiustizie. Aiuti allo sviluppo e sussidi da Nord verso il Sud, progetti implementati dalle organizzazione non governative, sostegni pubblici degli stessi Stati sottosviluppati seguiti poi da selvagge privatizzazioni. Guardando nel complesso l’operato degli 1 Importante sottolineare che il sottosviluppo è un fenomeno che nasce e persiste per una serie di eventi concatenati l’uno all’altro; un peso rilevante hanno sicuramente i fattori storici come la colonizzazione e quelli politici come i rapporti capitalistici internazionali che vedono i paesi sottosviluppati subordinati a quelli industrializzati ma non meno influenti sono i fattori ambientali come la mancanza di risorse naturali o la presenza di climi sfavorevoli.

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Informazioni tesi

  Autore: Nadia Maio
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Gabriele Tomei
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 194

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