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Sicurezza e qualità dell’abitare.Potenzialità e limiti della strategia CPTED nell’ambiente costruito

In questo lavoro viene presentata la strategia Crime Prevention Through Environmental Design (CPTED) come possibile mezzo di prevenzione della criminalità che coinvolge interessi e competenze multidisciplinari, dall’architettura alla psicologia alla sociologia. CPTED non è l’unica sigla sotto la quale si esprimono concetti, strategie e strumenti che hanno lo scopo di minimizzazione del crimine, ridurre la paura e migliorare la qualità della vita tramite l’uso ed il disegno dello spazio: Defensible Space, Environmental Security, Security by Design, Designing out Crime, sono alcune di queste (Crowe, 2000). Qui si intende approfondire specificatamente la strategia CPTED, Crime Prevention Through Environmental Design, senza escludere la ricchezza di ogni altro contributo, che molto spesso presenta elementi di somiglianza e sovrapposizione. Privilegiare questo singolo acronimo è inteso come una semplificazione formale, che può rendere facilmente riconoscibile e spendibile all’interno di un processo di pianificazione un’attenzione progettuale e gestionale che non ha ancora conseguito, in Italia, un ruolo definito.
Attraverso la presentazione delle basi teoriche della sicurezza, del crimine, della strategia CPTED, di casi operativi in Italia e all’estero ed infine la raccolta di alcune interviste, ci si pone l’obiettivo di chiarire in che modo in essa lavorino le componenti del disegno e dell’uso dell’ambiente costruito.
Cercando risposta alla domanda se possa bastare un disegno appropriato per minimizzare il crimine oppure se siano necessari anche determinati usi dello spazio, si proverà a declinare potenzialità e limiti della strategia, articolandone azioni ed attori coinvolti. Nell’esperienza di Casal Bertone a Roma, in particolare, trattandosi di un intervento residenziale privato, si valuta se sia un particolare modello di risposta alla domanda di sicurezza, cioè una Gated Community (Comunità Protetta).
L’elaborato è quindi diviso in quattro capitoli:
- nel primo si presentano i concetti di sicurezza, paura e devianza nella riflessione sociologica: i concetti di base, le forme in cui si esprime la criminalità, gli attori che operano nel suo contrasto e la relazione tra sicurezza e spazio urbano;
- nel secondo trova spazio la presentazione della strategia CPTED, la sua origine, diffusione ed utilizzo, con particolare attenzione al contesto europeo ed italiano;
- nel terzo si presentano alcuni casi operativi di prevenzione ambientale al crimine:
1- alcuni siti nella città di Bristol in Inghilterra, soggetti a valutazione specifica da parte della Polizia secondo un protocollo formale di collaborazione con il Dipartimento di Pianificazione. Nel giugno del 2005 è stato prodotto dal professor Henry Shaftoe dell’Università West of England di Bristol (Faculty of the Built Environment) un documento di valutazione di tutto il processo di collaborazione e dei risultati ottenuti nei siti specifici;
2- La rotatoria stradale di St. James Barton (The Bear-Pit, la Buca dell’Orso), spazio pubblico centrale su cui stanno tuttora insistendo azioni di Crime Prevention allo scopo di valorizzarne e renderne sicura la frequentazione. La presentazione di queste esperienze inglesi si basa su un’intervista ad Henry Shaftoe e sull’analisi di materiali in lingua originale da lui prodotti oppure raccolti in internet;
3- Il complesso residenziale Rèdais a Casal Bertone, quartiere di Roma: un intervento residenziale privato per il quale è stato richiesto dal costruttore un intervento di prevenzione del crimine al Centro Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità (Rissc). In questo caso, oltre al materiale fornito e alle informazioni recepite frequentando il Centro Ricerche, ho svolto un sopralluogo nel mese di gennaio 2012 per raccogliere testimonianze fotografiche ed interviste.
Dopo la presentazione di ciascun caso si chiarisce in che modo lavorino le componenti del disegno e dell’uso dell’ambiente costruito e quali attori siano coinvolti.
- nel quarto ed ultimo capitolo si riassumono i punti forza e i limiti di questa strategia attraverso la rilettura critica dei casi presi in esame.

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9 introduzione In un momento storico in cui, nella parte di mondo che ci è familiare, è molto forte l’attenzione al benessere e alla qualità della vita, si è scelto di mettere a fuoco la questione della sicurezza, componente che incide negativamente su di esse. Spesso in primo piano nell’agenda politica e nei media, la sicurezza è un concetto diffuso quanto elastico, capace di attirare a sé innumerevoli ed eterogenee istanze. Prendendo a prestito la definizione francese di sécurité, essa è basilarmente intesa come convinzione, più o meno fondata, di essere al riparo dal pericolo (Amendola, 2003b) che minacci interessi morali e materiali. Nella consapevolezza di un diffuso aumento della richiesta di sicurezza emerge come questa domanda non riguardi solo l’effettivo pericolo di atti criminosi ma in più larga misura la paura ansiogena che essi possano accadere (Amendola, 2003b). Accanto a risposte emergenziali ed emotive, risulta sempre più necessario dare corpo ad interventi preventivi e sistematici per i quali non sembrano però sufficienti i soli interventi delle Forze di Polizia, da sempre impegnate nel far rispettare la legge e l’ordine. Vengono chiamate in causa anche le Amministrazioni Locali ed i cittadini, che si trovano ad agire ed interagire all’interno di un ampio mercato di prodotti e soluzioni specifiche. Nelle politiche che lavorano per garantire la sicurezza, oltre all’approccio legato al concetto di ordine pubblico, sono venute maturando anche attenzioni di tipo sociale per la riduzione di potenziali fattori criminogeni, quali lo svantaggio e la deprivazione tra la popolazione. Proprio in questi aspetti è l’interesse classico della sociologia, che di riflesso si occupa anche di ciò che promuove la sicurezza, cioè l’integrazione, la prevenzione sociale e la tutela dei diritti. Si è fatta spazio però negli ultimi decenni anche una terza chiave di lettura e di azione: la prevenzione ambientale, cioè la possibilità che gli elementi e gli usi di un contesto riescano a limitare un evento criminale.

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Negro
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Trento
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Società - Territorio - Ambiente
  Relatore: Bruno Zanon
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 117

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Parole chiave

crimine
inciviltà
ambiente costruito
cpted
disegno spazio
uso spazio
sicurezza
paura
sorveglianza
gated communities
designing out crime
the bear-pit
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casal bertone

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