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La recessione economica in Corea del Sud

Uscì dalla guerra del '50-'53 come un paese devastato ma con dei vantaggi, si trovava sulla linea del fronte della guerra fredda e la sua vecchia relazione coloniale col Giappone le garantiva dei vantaggi. Nel '60 era ancora uno stato agricolo, che si industrializzò sotto la dittatura di Park, che istituì un mistero per la pianificazione economica e nazionalizzò le banche. La strategia era di un'economia orientata alle esportazioni. Si incoraggiavano le fusioni volte a formare i chaebol, le cui dimensioni e le risorse crescevano sempre più mentre il loro rapporto con lo stato lentamente cambiò. A metà anni '80 questi gruppi disponevano di potere e risorse sufficienti per condurre una campagna volta a smantellare l'apparato di regolamentazione statale. La classe capitalismo si schierò a favore di una propria versione della neoliberalizzazione, che ruotava intorno alla protezione dei privilegi dei capitalisti e alla deregolamentazione. Le banche furono privatizzate. I cinesi, inizialmente rivali nei settori di produzione a basso valore aggiunto si spostarono lungo la catena del valore aggiunto. La Corea rispose de localizzando una parte consistente della produzione in Cina. Dopo un boom delle esportazioni, alla fine degli anni '80 l'industria coreana dovette soccombere alla competizione, e dal '90 subì una perdita dei profitti e dei mercati d'esportazione. Si doveva fare i conti anche con la forza crescente della forza lavoro organizzata: inizialmente i sindacati indipendenti furono repressi, ma nel '79 l'assassinio di Park seguito dal massacro dei dimostranti nell'80 scatenarono un movimento popolare di studenti e lavoratori a favore della democratizzazione. Questa venne sancita formalmente nell'87. La creazione della democratica confederazione sindacale coreana nel '95 fu una prova della crescita di queste organizzazioni. Il prezzo richiesto da Clinton per appoggiare inserimento della Corea nell'OCSE era una buona dose di liberalizzazione finanziaria. Nel marzo '97 fu approvato un nuovo codice del lavoro all'insegna della flessibilità. Alcuni chaebol dichiararono bancarotta priva che arrivasse la crisi valutaria. Quando questa scoppiò le banche straniere ritirarono l'appoggio alla Corea spingendo i chaebol e la Corea sull'orlo della bancarotta, e gli USA non fornirono il loro appoggio. Quando scoppiò la crisi asiatica l'FMI invitò la Corea ad alzare i tassi d'interesse per difendere la propria valuta. Così facendo il paese sprofondo in una recessione gravissima. La successiva ripresa dell'economia coreana ha aumentato il flusso di tributi verso le casse di Wall Street, il potere dei chaebol era stato distrutto dal vulture capital straniero.

Tratto da BREVE STORIA DEL NEOLIBERISMO di Giulia Dakli
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