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Raccomandazione Ue sulle controversie in materia di consumo

30 marzo 1998

La raccomandazione della Commissione europea 98/257/CE, riguardante i principi applicabili agli organi responsabili per la risoluzione extragiudiziale delle controversie in materia di consumo, si propone di fornire criteri in grado di garantire l'imparzialità dell'organismo, l'efficacia della procedura, la sua pubblicità e la sua trasparenza.
Il punto di partenze delle argomentazioni proposte sta nella considerazione che la maggior parte delle controversie in materia di consumo, per loro natura, sono caratterizzate da una sproporzione tra la portata economica della controversia e il costo della risoluzione giudiziaria. Inoltre le difficoltà collegate a procedure giudiziarie possono, nel particolare caso di conflitti transfrontalieri, dissuadere il consumatore dal far valere effettivamente i suoi diritti.
Il primo punto che viene affermato come principio irrinunciabile è quello dell'indipendenza dell'organo responsabile dell'adozione delle decisioni, poiché l'imparzialità e l'obbiettività di tale organo sono qualità necessarie per garantire la protezione dei diritti dei consumatori e per aumentare la loro fiducia nei meccanismi alternativi per la soluzione delle loro controversie. Ad ulteriore presidio di tale principio vengono poste delle chiare indicazioni sulle qualità dell'organo chiamato ad intervenire, il quale nell'esercizio delle sue funzioni non deve essere sottoposto a pressioni che potrebbero influenzarne le decisioni. Si afferma inoltre che occorrerebbe garantire la sua indipendenza senza che tutto ciò comporti la determinazione di garanzie tanto rigide tanto quanto quelle poste a garanzie dell'indipendenza dei giudici, nell'ambito del sistema giudiziario.
Il secondo principio interessa invece il diritto per le parti di essere fatte oggetto di una adeguata informazione che si esplica attraverso la trasparenza della procedura e dell'attività degli organismi responsabili delle controversie.
Il terzo principio è quello del contraddittorio, in quanto gli interessi delle parti possono essere protetti solamente nel caso in cui la procedura consenta a tutti di far valere il proprio punto di vista.
Il quarto principio prende le mosse dalla considerazione che tutte le procedure extragiudiziali hanno lo scopo di agevolare l'accesso dei consumatori a forme di giustizia efficaci, senza incorrere in elevati oneri e in tempi troppo dilatati.
Il quinto principio codifica il principio di legalità in base al quale gli organi extragiudiziali possono decidere non solo sulla base di disposizioni legali, ma anche in base all'equità e ai codici di condotta senza comunque intaccare il livello di protezione del consumatore rispetto alla protezione garantitagli dai tribunali.
Il sesto principio codifica il diritto ad essere informato sulle decisioni adottate e sulle loro motivazioni, in quanto tale elemento è imprescindibile per garantire la trasparenza e la fiducia delle parti durante la procedura.
Il settimo e conclusivo principio esposto dalla raccomandazione recepisce un'istanza volta a fornire una maggiore tutela del consumatore, in quanto parte del contratto ritenuta economicamente più debole e giuridicamente meno esperta. Per questo motivo si concede alle parti di farsi assistere da un terzo per meglio difendere e proteggere i propri diritti.

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