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La tesi del giorno

Stereotipi nel giornalismo sportivo

Stereotipi nel giornalismo sportivo'La dea dell'acqua', oppure 'La principessa della Terra Rossa'.
Questi due titoli di giornale potrebbero adattarsi senza troppo sforzo a servizi su modelle o attrici.
Eppure qui si parla di due importanti atlete: Federica Pellegrini e Marija Šarapova.

Da una semplice scorsa agli articoli scritti in occasione di vittorie importanti, medaglie conquistate ed olimpiadi, balza all'occhio che la rappresentazione nei media del mondo dello sport femminile non riesce a travalicare quelle impostazioni di gender tipiche dell'odierna informazione.
Così gli elogi per la sofferta e guadagnata vittoria si stemperano in commenti, non rilevanti, sulla pettinatura, sull'aspetto fisico o sui nuovi amori.
Nel suo studio sulla rappresentazione dell'atleta donna nella stampa, Marta Fuschetto parla di una vera e propria discriminazione, che "riguarda tanto la tendenza della stampa a rappresentare le atlete più come oggetti sessuali che come sportive, mettendo in risalto la loro felicità, femminilità e attrattiva, quanto quella di metterle in una posizione di inferiorità, debolezza e incapacità rispetto agli uomini".

Nello studio Marta analizza un nutrito corpus di scritti costituito da articoli riguardanti la nuotatrice Federica Pellegrini, estratti dalle pagine sportive di quattro quotidiani nazionali, e una serie di articoli dal quotidiano inglese "The Guardian" riguardanti sia la Pellegrini che il nuotatore Michael Phelps.

I risultati dello studio non sono che una conferma dell'uso smodato di stereotipi femminili nel giornalismo sportivo.
Abbiamo quindi immagini che ritraggono l'atleta donna in pose sensuali o statiche, considerazioni riguardanti le difficoltà attraversate o i rapporti familiari e amorosi (che collimano con l'idea del 'sesso debole'), così come apprezzamenti erotici sul fisico o sugli atteggiamenti.
Certamente quello che più colpisce nell'analisi è l'evidente invisibilità dell'atleta nei confronti della donna, atteggiamento che porta a banalizzarne i risultati ottenuti (espressioni come "Federica è diventata un'atleta da oro olimpico e da record del mondo da quando sta con lui", "con la patacca argentea al collo", "il triangolo amoroso in piscina mette le pinne") o a sottolinearne le abilità facendo riferimento a qualità tipicamente maschili ("nuota come un uomo", "come fosse una Baggio che fa gol in acqua").

Un'analisi impietosa, dunque, che svela un giornalismo sportivo maschile e stereotipato, che non risparmia nemmeno i giornali anglosassoni, come si vede dalla comparazione tra gli articoli sulla Pellegrini e quelli su Phelps.
Alcune delle considerazioni presentate nella tesi ripropongono, in chiave sportiva, esiti di studi che già hanno trattato, nelle diverse forme, la discriminazione di gender nei media.
Ma dopo aver letto lo studio di Marta, non è più possibile leggere articoli come questo pubblicato su LaGazzettadelloSport.it, senza notare certe sfumature.

In foto: Federica Pellegrini (sportlive.it)

Visita la tesi:

La rappresentazione della donna atleta nella stampa italiana e britannica: confronto di culture e ideologie
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