La tesi del giorno
Morire in carcere
Suicidi in carcere, sempre la stessa storia. La situazione dei penitenziari italiani è drammatica, e sono ormai all'ordine del giorno le storie di chi non ce la fa più. Motivi diversi, condanne diverse, ma uno stesso, tragico, destino. Talvolta anche oscurato da verità parziali, cose non dette, depistaggi, insabbiamenti.
La nostra autrice
Stefania Santacroce ha dedicato la sua tesi proprio a questo argomento, indagando le condizioni delle carceri nel nostro Paese, anche grazie alla raccolta di testimonianze, e le ragioni del suicidio.
In "
Ragioni e motivazioni del suicidio carcerario" scrive: "Non vi è dubbio che la struttura di un carcere abbia una ricaduta sensibile sulla qualità della vita al suo interno, sui rapporti fra detenuti e personale penitenziario, sulla garanzia e sul rispetto dei diritti fondamentali. Certamente non aiutano a far diminuire
tensione, frustrazione, disperazione e violenza: il sovraffollamento; l’igiene precaria: due docce la settimana, il cambio di lenzuola ogni 15 giorni, i gabinetti alla turca o il water separato dal resto della cella soltanto da un muretto alto poco più di un metro, docce rotte, senza acqua".
Insomma, "una realtà estremamente precaria e oltremodo
offensiva della dignità dei singoli; di diritti che dovrebbero essere inalienabili a garanzia di una forma di decoro che, anche in una struttura carceraria, permetta al detenuto di poter salvaguardare la propria rispettabilità di essere umano".
Da un esame approfondito della situazione carceraria in Italia emerge, rileva ancora l'autrice, "una realtà spesso sottaciuta, poco visibile ai più: realtà che aumenta il divario tra mondo carcerario e mondo dei diritti (...). I soggetti detenuti presentano problemi sensoriali rilevanti che vanno dalla perdita delle percezioni tattili a quelle visive (per assenza di luce naturale e per impossibilità di esercitare la vista a lungo raggio), e volitive. A livello psicologico, la necessità di mettere in ambienti rigidamente ‘chiusi’ molte più persone di quante questi ambienti potrebbero ospitare, equivale a limitare pesantemente l’ambito spaziale di ogni individuo e significa spesso eliminare i suoi ‘spazi vitali’", con conseguenze disastrose, che rendono lo scopo rieducativo del carcere spesso completamente inutile.
Visita la tesi:
Ragioni e motivazioni del suicidio carcerario

Argomento tesi precedente
Argomento tesi successiva
