Skip to content

La tesi del giorno

La tutela in Facebook

La tutela in FacebookQuesta è l'era del web 2.0, della condivisone delle informazioni, dell'abbattimento dei confini.
Tutti i network nati negli ultimi anni hanno fatto della socializzazione la loro bandiera.
Ma fin dove l'utente si può spingere nel pubblicare online la propria vita senza incappare in qualche intoppo?
Quali sono le misure prese dalle aziende ospitanti le piattaforme di condivisione per tutelare o anche solo poter intervenire tempestivamente in caso di violazione dei diritti della persona?

Su questo tema riflette Anna Boeti nella sua tesi, focalizzando l'attenzione sul social ad oggi più diffuso: Facebook.
Il suo punto di vista, prettamente legale, si interroga sulla regolamentazione giuridica del servizio a tutela di chi ne usufruisce.
Interessante l'attributo scelto da Boeti per definire il contratto inviato da Facebook all'utente al termine dell'inscrizione: bislacco.
Questo perché "alla base del rapporto fra gli utenti vi è l’accettazione dei Principi di Facebook, che potremmo definire come una sorta di decalogo, il quale non ha nulla di legale o normativo, bensì tende a chiarire lo scopo e le funzioni del salotto virtuale, nonché le sue enormi potenzialità".
Successivamente la dott.ssa Boeti compara l'atteggiamento di Facebook di fronte ai diritti essenziali della persona, che tradizionalmente comprendono: diritto alla vita, all’integrità fisica ed alla salute, al nome, all’immagine, il diritto morale d’autore e d’inventore e il diritto all’onore ed alla reputazione.

L'analisi effettuata evidenzia "la facile violabilità dei diritti personali e la mancanza di una vera e propria tutela degli stessi, se non in casi estremi. L’impegno che le società operanti su Internet, in questo caso il fondatore e gli amministratori di Facebook, sembrano ricercare a tutela e protezione dell’individuo, sebbene possa sembrare un elemento di grande rispetto, in realtà è solo apparente. Dietro vi è solo business."

Una conclusione tranchant che non vuole però demonizzare la rete o l'utilizzo dei social network, ma mette in luce la difficoltà di regolamentazione e il vuoto normativo che attualmente non permette di tutelare adeguatamente gli utenti.
L'interesse dell'opinione pubblica su questo tema, che non sembra in genere preoccupata dalla diffusione e dall'utilizzo dei propri dati su Facebook, si amplifica quando si parla di tutela di minori: l'adescamento pubblicitario, la pedofilia, il diffondersi del fenomeno del sexting, sottolineano a più riprese come debba essere l'utente, e non già il fornitore del servizio, in primis a vigilare e ad autocensurarsi per poter vedere tutelati i propri diritti.
I rischi per i minori si amplificano, quindi, dal momento che spesso manca, per difetto di esperienza, la giusta dose di accortezza.

Visita la tesi:

FACEBOOK - Le problematiche del social network
Argomento tesi precedente
Le agenzie matrimoniali in Italia
Argomento tesi successiva
Il ritorno della Lady di Ferro