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La tesi del giorno

Il giovanilese

Il giovanileseChe la lingua italiana sia viva ed in continua evoluzione è un dato di fatto. Espressioni come "velinismo", "digital divide", "scannerizzare", "tronista" sono entrate a far parte delle lingua italiana a scapito di altre che sono ormai cadute in disuso.
Oltre che dalla televisione, dal giornalismo, dalla tecnologia e dalla politica, una parte importante dei cambiamenti avvenuti nella lingua italiana arriva dai giovani.
Nella sua tesi C'era una volta il giovanilese la dott.ssa Claudia Amendola esplora il linguaggio giovanile concentrandosi in particolare sull'impatto delle nuove tecnologie sulle modalità scrittorie giovanili.

La dott.ssa Amendola dedica la prima parte della sua tesi alla definizione di linguaggio giovanile: "i giovani per marcare la propria identità (sia dal punto di vista estetico attraverso varie mode tra cui piercing, tatuaggi, abbigliamento specifico ecc), tendono a distinguersi, anche linguisticamente, dagli altri gruppi e lo fanno sia utilizzando gli stessi processi morfologici di formazione delle parole, in particolare la suffissazione, che utilizzando figure retoriche quali la metafora e la metonimia. Le varietà giovanili sono anche ricche di internazionalismi, grazie ai quali le nuove generazioni possono soddisfare il loro bisogno di trovare contatti con l'esterno e con l'ambiente internazionale poiché l'Italia, ma il discorso vale per qualsiasi altra nazione, viene sentita come una realtà troppo piccola, ristretta, poco consona alle esigenze sovranazionali dei giovani. [...] I prestiti linguistici in alcuni casi finiscono per essere assorbiti a tutti gli effetti dalla lingua standard (come nel caso italiano del termine "zapping", che significa "cambiare di continuo il canale televisivo"). In altri casi il prestito avviene per necessità ( è il caso, nella lingua italiana, di parole come "bar", "shopping", concetti per i quali non si dispone di altri sinonimi). Tutti gli altri casi sono quelli che rappresentano la vera e propria dimensione internazionale del linguaggio giovanile. Con specifico riferimento al linguaggio giovanile italiano, sostituendo "ragazzo" con "boy", o "città" con "city", i giovani si servono di un atteggiamento linguistico per superare sia la conformità linguistica che la dimensione provinciale."
In Italia il linguaggio giovanile si è diffuso in concomitanza con l'abbandono da parte del dialetto come lingua espressiva ed affettiva ed ha avuto "nelle città e nei grandi centri urbani, soprattutto a Nord, il suo principale perno."

Nella sua analisi delle conversazioni giovanili in rete, la dott.ssa Amendola riscontra una "tendenza ad utilizzare grafemi insoliti ed anomali il k utilizzato in sostituzione della occlusiva velare sorda: la grafica e la x per sostituire il "per"; e la tendenza ad eliminare la punteggiatura sostituendo virgole e punti con puntini di sospensione e parentesi.
Dal punto di vista fonetico è stato riscontrato, in linea con la tendenza ad imitare il parlato, un significativo utilizzo di espedienti quali il maiuscolo (per segnalare enfasi o innalzamento del tono di voce), l'iterazione di una lettera all'interno della stessa parola e il raddoppiamento fonosintattico. [...]
Il lessico appare essenzialmente caratterizzato da abbreviazioni, metafore e deformazioni giocose, internazionalismi e interiezioni ai quali si aggiunge qualche singolo caso di parola desemantizzata, intercalari (in particolare vabbè e beh) qualche raro regionalismo e qualche parola proveniente dai linguaggi settoriali."

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