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La tesi del giorno

Marjuana medicinale

Marjuana medicinaleCon il termine droga in farmacologia non si intende indicare in specifico le sostanze ad azione stupefacente, bensì tutte le parti di pianta o di sostanza animale utilizzabili per scopi terapeutici.
Il fraintendimento linguistico spesso è la spia di un confine molto labile tra un principio attivo utilizzato come cura o utilizzato per lo sballo.
Caso emblematico è sicuramente la Cannabis, pianta facilmente coltivabile di cui si sta riscoprendo il valore curativo, oltre l'utilizzo cosiddetto 'ricreativo'.

Un approfondimento serio sul tema lo possiamo trovare nella tesi di Salvatore Martorina, che espone le sue esperienze di ricerca in merito alle pratiche di coltivazione della Cannabis per uso medico, svolte presso il Centro di Ricerca per le Colture Industriali di Bologna, sede distaccata di Rovigo.

"L’uso medico della Cannabis", esordisce Martorina, "al pari di altri farmaci, deve soddisfare il criterio di efficacia terapeutica e di non pericolosità: requisiti che sembrerebbe soddisfare pienamente. Numerosa è, infatti, la bibliografia scientifica, storica o recente, riportante gli effetti terapeutici degli estratti di Cannabis in numerose patologie, soprattutto nei disordini del movimento, nella spasticità correlata alla Sclerosi Multipla, nell’epilessia, e nel dolore, sia di tipo neuropatico che emicranico (Robson e Guy, 2004)".

Da documenti storici pare che questa pianta fosse utilizzata per scopi terapeutici già in Cina nel terzo millennio a.C., mentre la riscoperta delle sue proprietà, dopo un periodo di bando in quanto droga nociva, ha inizio negli anni '60.
"Gli studi recenti hanno messo in evidenza il ruolo della Cannabis come neuroprotettivo, in caso di malattie degenerative o in caso di traumi; hanno riconosciuto la sua efficacia come stimolante dell’appetito, come antidolorifico, come migliorativo dell’umore, antinfiammatorio, antistress [...]. In particolare le ultime risultanze relative alla capacità da parte dei cannabinoidi di stimolare il fondamentale fenomeno dell’apoptosi (autodistruzione) nelle cellule tumorali (Robson e Guy, 2004; Di marzio et al., 2006;) ha scatenato l’interesse di molti malati, ricercatori e aziende farmaceutiche.

A seguito dell’individuazione della struttura molecolare del THC è stato possibile sintetizzare in laboratorio la stessa molecola ed attualmente sono in commercio diversi prodotti sintetici per uso farmacologico (es. il dronabinol, il nabilone) reperibili nelle farmacie di Israele, Stati Uniti, Canada, Germania, Olanda, Inghilterra e Svizzera, e comunemente prescritti per contrastare le sintomatologie associate a varie patologie tra le quali, cancro, l’AIDS e la Sclerosi Multipla.
Oltre a farmaci sintetici contenenti THC, sono stati registrati anche farmaci a base di estratti naturali di cannabinoidi, come il Sativex®; mentre in Olanda è possibile acquistare in farmacia confezioni di Cannabis standardizzata".

Con il Marjuana Tax Act del 1937 viene proibita la vendita di farmaci a base di Cannabis in tutti gli Stati Uniti, in quanto questa pianta viene considerata come uno stupefacente. Tale divieto è tuttora in vigore nonostante le istanze di volta in volta presentate alla Food and Drug Administration da parte di varie aziende farmaceutiche per ottenere il riconoscimento del proprio farmaco.

La situazione in Italia è invece particolare, in quanto secondo il Testo Unico sulle sostanze stupefacenti (D.P.R. n° 309/90) è consentito l'uso della Cannabis per fini terapeutici, ma non esistono fonti di approvvigionamento.
I pazienti, secondo Martorina, devono quindi rivolgersi all'estero, sostenendo così costi di importazione, procedure burocratiche e spesso ostilità da parte dei medici, che spesso li portano a seguire vie di approvvigionamento al confine della legalità, che li espongono anche a rischi sanitari.
Qualcosa si sta però muovendo anche nel nostro Paese, come testimonia questo lavoro svolto da Martorina presso il CRA-CIN di Rovigo, allo scopo di migliorare la produzione e le condizioni colturali "per ottenere piante che esprimano al meglio il loro potenziale in termini di principi attivi".

Visita la tesi:

Ottimizzazione dei principali fattori produttivi della Cannabis sativa L. destinata all’impiego farmaceutico
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Il giovanilese