La tesi del giorno
I possibili benefici terapeutici dei funghi allucinogeni
Gli allucinogeni possono far bene? Domanda cui si cerca di rispondere da oltre mezzo secolo, attraverso ricerche, prove scientifiche e studi dei più prestigiosi istituti internazionali. Dopo la pubblicazione dell'ultimo studio in materia da parte di un gruppo di ricercatori inglesi, che ha evidenziato gli effetti positivi della psilocibina, che ridurrebbe - e non aumenterebbe, come si credeva - l'attività cerebrale, aiutando le persone a conservare i ricordi in maniera più vivida e a ridurre depressione e ansia, si riapre, ancora una volta, la questione.
Il nostro autore
Luca Rosignoli ha dedicato un'interessante tesi a queste sostanze allucinogene, indagandone anche i possibili effetti terapeutici. La tesi, dal titolo "
La carne degli dei (considerazioni sui funghi allucinogeni)", sottolinea come gli allucinogeni contengono sostanze psicoattive molto potenti e particolarmente pericolose.
"La possibilità di farne un uso controllato", scrive, "sembrerebbe da escludere o, tutt'al più, possibile unicamente sotto la guida di specialisti o nell'ambito di riti particolari. Anche in condizioni di consumo “ottimali”, è sufficiente superare di pochissimo il dosaggio abituale per scatenare disordini psicologici traumatici. Inoltre, i rischi a medio e a lungo termine per il cervello, non ancora riconosciuti dalla ricerca, sono molto elevati".
La maggior parte degli studi sperimentali per la terapia con allucinogeni è stata fatta con l’
LSD, commercializzata per la prima volta dalla Sandoz nel 1949. L'LSD presentava due applicazioni: la
psicoterapia analitica e lo
studio sperimentale per la natura delle psicosi.
"Nel 1950, alcuni ricercatori hanno consigliato l’uso dell’LSD in psicoterapia come mezzo per rilevare memorie represse. Nel 1954 sono state descritte le proprietà dell’LSD e suggerito l’uso nei pazienti nevrotici, un trattamento che più tardi è stato definito
terapia psicolitica. Ciò ha riscontrato favori in Europa ed è stato usato abitualmente per i pazienti psicoterapeuticamente resistenti". Gli allucinogeni sono stati ampiamente utilizzati fino a metà degli anni '60 per curare disturbi ossessivo-convulsivi, schizofrenie infantili, sociopatie, alcolismo e come terapia aggiuntiva nei malati terminali.
Difficile credere che da domani le sostanze allucinogene come la psilocibina possano essere vendute dalle case farmaceutiche e somministrate con leggerezza dagli psichiatri. Ma se davvero portassero grandi benefici, biognerebbe aprire una seria riflessione in proposito.
Visita la tesi:
La carne degli dei (considerazioni sui funghi allucinogeni)

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