La tesi del giorno
Omofobia sociale: perché l'odio verso i gay
Insulti, allusioni, sfottò, commenti volgari... Anche i media nazionali, purtroppo, sono pieni di personaggi più o meno noti che incitano all'omofobia prendendosela con gli omosessuali, senza una valida ragione. Così, solo perché sono "diversi".
La paura del diverso è spesso collegata a profonde insicurezze personali e a vissuti complicati. Ce lo spiega bene
Alessia Ciuffardelli nella sua tesi
Omofobia sociale, omonegatività e genitorialità gay e lesbica, dove analizza a fondo il fenomeno.
"Generalmente con il termine omofobia", scrive, "si indica una paura e un’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità, caratterizzata da sentimenti, pensieri e comportamenti avversi alle persone omosessuali". Definizione poi corretta e ampliata in "
omonegatività", termine con cui è possibile fare riferimento non solo alle componenti di ansia e avversione personale ma anche all’insieme degli atteggiamenti cognitivi verso l’omosessualità sul piano sociale, morale e giuridico".
Atteggiamenti sociali nei confronti dell’omosessualità vengono appresi molto presto, "nelle
prime fasi di vita, prima che un individuo abbia riconosciuto il proprio orientamento sessuale, il che complica il processo di accettazione di sé di gay e lesbiche nel momento in cui iniziano ad avere consapevolezza della propria omosessualità".
L’odio verso gli omosessuali, scrive ancora la nostra autrice, "è uno degli elementi fondamentali per l’
autocostruzione della mascolinità. Sulla base di 24 studi empirici, che mostrano una più grande tolleranza da parte delle donne e un’ostilità più marcata da parte degli uomini eterosessuali nei confronti dei gay, l’autore ha verificato che uno degli elementi determinanti nella costituzione del ruolo maschile tradizionale è la paura di essere omosessuale".
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Omofobia sociale, omonegatività e genitorialità gay e lesbica

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