La tesi del giorno
L'Eternit che uccide
In Italia, l'esposizione all'amianto uccide ogni anno circa mille persone. Nel periodo 1988/97 sono stati rilevati 9.094 decessi, di cui 5.942 uomini e 3.152 donne, per tumore della pleura. Casale Monferrato, la città dell'Eternit, è solo il più tristemente famoso esempio.
Nel corso degli anni '90 in tutta Europa è stato documentato un aumento significativo della mortalità per questo tipo di tumore in relazione soprattutto alla diffusione dell'amianto, molto elevata negli anni Sessanta e Settanta.
L'amianto, scrive
Alessia Bertana nella sua tesi
Il Doloroso Degrado: Analisi dei Costi Sociali della Eternit SPA, "non è un veleno come il cianuro ad effetto immediato, né una radiazione che attraversa la materia, ma un cancerogeno chimico, le cui fibre naturali tendono a sfaldarsi in fibre più piccole, leggere e sottili, che, qualora movimentate, restano sospese nell'aria per tempi lunghissimi".
Il rischio esiste quando con la respirazione, "le fibre raggiungono i polmoni. La
lunghezza delle fibre è relativamente poco importante per la respirabilità mentre è fondamentale per determinare la penetrazione e la persistenza all'interno dei polmoni. Le fibre più lunghe sembrano dotate di maggiore nocività, mentre le fibre corte (al di sotto dei 5 micron) vengono più facilmente eliminate dalle difese
dell'organismo".
La presenza in sé dell'amianto non è necessariamente pericolosa, ma lo diventa qualora le fibre vengano sprigionate nell'aria per effetto di qualsiasi sollecitazione: manipolazione o lavorazione, vibrazioni, correnti d‟aria, infiltrazioni, ecc.
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Il Doloroso Degrado: Analisi dei Costi Sociali della Eternit SPA

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