La tesi del giorno
Violenze e torture nelle guerre di oggi
Il 29 aprile 2004 l’emittente televisiva Usa CBS trasmette un servizio sulle orribili torture di alcuni soldati americani ai danni di detenuti iracheni del carcere di Abu Ghraib, in Iraq. L’elemento più scioccante è che le violenze sono documentate da foto che gli stessi soldati hanno scattato, una sorta di trofeo, un passatempo per "ammazzare" il tempo.
"A parte le giustificazioni del presidente Usa Gorge W. Bush e dei suoi collaboratori che attribuivano l’accaduto all’operato di “poche mele marce”, ciò che ha colpito maggiormente", scrive
Rita Giordano nella sua tesi
Le torture di Abu Ghraib nella prospettiva dell'antropologia della violenza, "è il fatto che uno Stato democratico come gli Usa, che si erge a paladino dei valori democratici tanto da sentirsi in dovere di “esportarli al di fuori dei suoi confini”, attui simili violenze nei riguardi di esseri umani inermi".
"L’habitat ideale della violenza", prosegue la nostra autrice, "è rappresentato dalla guerra. Molti antropologi e studiosi di diverse discipline, analizzando le dinamiche della violenza contemporanea, espongono tesi sulle motivazioni che la scatenano strettamente legate al processo di globalizzazione".
"La natura della guerra è profondamente cambiata già dopo la fine della Guerra Fredda, ma soprattutto dopo l’11 settembre. Questo perché viene combattuta contro un nuovo nemico, il
terrorismo, che non ha connotazioni precise e, quindi, può nascondersi ovunque. Il nemico non viene riconosciuto come “essere umano”, costituisce una
non-persona e per questo viene considerato ammissibile esercitare su di lui qualsiasi tipo di violenza. Viene rappresentato come l’“incarnazione del male”, sul quale vengono scaricate tutte le insicurezze prodotte dal processo di globalizzazione che corrode ogni giorno di più la solidità dello Stato-nazione".
Il nemico rappresenta il “disordine” e non è solo il terrorista, ma anche il migrante che vive da anni nel nostro territorio e che "offusca le velleità nazionalistiche dello Stato, suo ultimo desiderio prima di annaspare. La conseguenza di questa nuova situazione internazionale è la proliferazione di spazi dove i diritti vengono ridotti o non vengono più riconosciuti, dove si perde il “diritto ad avere diritti”".
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Le torture di Abu Ghraib nella prospettiva della antropologia della violenza

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