La tesi del giorno
Kodak: l'avvento dell'era fotografica
Sono trascorsi ben 124 dall'invenzione della macchina fotografica: nel 1888 il pioniere della fotografia, George Eastman, realizzò la prima macchina fotografica portatile, a cui diede il nome di Kodak.
"Il volume della macchina fotografica si era ormai talmente ridotto che era possibile tenerla in mano. Il fotografo non era più costretto a trascinarsi dietro il treppiede ovunque andasse. […] La Kodak originale era un apparecchio a cassetta di mm 82x95x165 con un obiettivo a fuoco fisso di una lunghezza focale di mm 27 e un’apertura f/9, fornito di un ingegnoso otturatore cilindrico, o a tamburo […]
Tuttavia, il contributo più importante di Eastman non consistette nell’aver creato un nuovo apparecchio fotografico, ma nell’aver fornito ai clienti un servizio di sviluppo e stampa. L’apparecchio era venduto già caricato per 100 fotografie; nel prezzo di 25 dollari era compresa tutta la lavorazione. Una volta esaurito il rotolo, l’apparecchio e la pellicola dovevano essere sviluppo e alla stampa; poi l’apparecchio era caricato con una nuova pellicola e restituito al mittente. Da ogni buon negativo veniva tratta una stampa a contatto che era poi elegantemente montata su un cartoncino color cioccolato con i bordi dorati." In quel momento iniziò una nuova epoca, l'era dell'interfaccia, che permise ai non addetti ai lavori di utilizzare la macchina senza conoscere i suoi ingranaggi. Tale inconsapevolezza del mezzo fotografico e la sua facilità d'uso permise la "catalogazione" del mondo attraverso le immagini, dando l'illusione di poter fermare il tempo con un click. "Barthes indica come l’età della Fotografia corrisponda precisamente all’irruzione del privato nel pubblico, o piuttosto alla creazione di un nuovo valore sociale, che è la pubblicità del privato. La foto privata rappresenta l’aspetto comunque istituzionale della famiglia nonostante l’intenzione di colui che fotografa sia la ricerca della spontaneità e delle situazioni "normali". La quotidianità per definirsi "normale" deve essere però rappresentabile e viceversa. È facile notare l’assenza di situazioni tristi, momenti di malattia e preoccupazione. L’idea che la macchina fotografica potesse documentare non solo l’esotico e lo stravagante ma anche la "normalità", che servisse per conoscersi meglio all’interno della società moderna, cominciò a maturare solo negli anni successivi al 1860. Al volgere del secolo la fotografia si evolse nell’uso, affermandosi come strumento per documentare quasi ogni aspetto della realtà quotidiana. Sempre in quel periodo la fotografia amatoriale, che consentiva di cogliere e fissare aspetti tanto del mondo esterno che nella vita familiare, si impose ancor di più all’attenzione dei produttori di materiale fotografico". La riflessione condotta da Maria Vittoria nel suo elaborato rivela come l'avvento della fotografia rispose all'esigenza dell'uomo moderno di recuperare frammenti del proprio passato a fronte del caos apportato dal progresso durante la rivoluzione industriale. Oggi come allora la fotografia continua ad essere una pratica sociale diffusa in tutto il mondo, nonostante il passaggio al digitale della macchina fotografica abbia portato al fallimento l'azienda del suo inventore.