La tesi del giorno
Afghanistan: il problema dei rifugiati
L'operazione Enduring Freedom in Afghanistan, iniziata in risposta agli attacchi dell'11 settembre 2001, non è ancora finita.
"La campagna militare Enduring Freedom, promossa dalla passata amministrazione Bush, finalizzata ad esportare la democrazia laddove si riteneva che vi fossero le radici del terrorismo Jihadista, ha inizialmente ricevuto un ampio consenso internazionale."
Come scrive il dott. Marco Bellone nella sua tesi I rifugiati afghani: un popolo in fuga tra esodo e rimpatrio: "il regime talebano, accusato di dare ospitalità a Bin Laden ed ai vertici di Al-Quaeda, veniva considerato come la principale minaccia, ai valori del mondo libero e democratico, che andava assolutamente scongiurata."
"Con l'operazione Enduring Freedom l'aviazione americana riversò sul suolo afgano una quantità impressionante di bombe che ebbero la scontata conseguenza di provocare migliaia di vittime civili. Durante questa nuova escalation di violenza che colpì il paese, prese il via la seconda ondata di profughi (NdR: la prima iniziò a seguito dell'invasione da parte dell'Unione Sovietica) che furono costretti nuovamente a sfuggire dai massacri operati dai talebani e dalle bombe americane. Ancora una volta erano i civili a pagare il duro prezzo di una guerra, che a partire dal 1979 non aveva conosciuto soste per l'Afghanistan, costringendo l'ennesimo esodo di popolazione."
Come puntualizza in dott. Bellone, spesso di parla di Afghanistan "in occasione dei numerosi conflitti che lo hanno caratterizzato negli ultimi trent'anni, (l'invasone dei sovietici, la successiva guerra civile ed il recente conflitto che ha visto impegnati in prima linea gli Stati Uniti), qualche volta per la politica dei gasdotti e degli oleodotti (numerosi progetti prevedevano il passaggio della rete di gas e petrolio dal territorio afghano), ma raramente l'Afghanistan viene ricordato come il paese che per quasi venti anni ha generato il numero di rifugiati più elevato del Mondo."
"Le guerre combattute in sequenza negli ultimi decenni in questa regione, hanno prodotto come effetto collaterale più di sei milioni di rifugiati afghani [...] sparsi sia all'interno del territorio nazionale(divenendo di fatto degli sfollati interni), sia al di fuori dei confini, riversandosi principalmente in Pakistan ed Iran. "
"La diaspora che ha interessato il popolo afghano nelle ultime tre decadi non ha ricevuto la necessaria attenzione da parte della comunità internazionale in generale. I rifugiati afghani per oltre un ventennio hanno costituito la più grande comunità di rifugiati esistente al mondo, superando quella palestinese, di gran lunga più nota agli occhi dell'opinione pubblica mondiale."
"La sottovalutazione della questione dei rifugiati in Afghanistan, è attribuibile alla marginale rilevanza geostrategica, che i principali attori internazionali hanno conferito al paese ed alla regione centro-asiatica per troppo tempo. [...] Il ruolo secondario che l'Afghanistan ha in passato svolto nell'agenda politica internazionale degli Stati più avanzati, in primis degli Stati Uniti, è sembrato evidente in due momenti cruciali per il futuro del paese e della popolazione dei rifugiati.
Il primo si è manifestato subito dopo la ritirata delle truppe sovietiche dal territorio afghano. In quel momento l'Afghanistan era un paese duramente provato da dieci anni di guerra e bombardamenti, che avevano causato la distruzione delle principali infrastrutture, delle risorse presenti nel territorio e del sistema economico in generale, riducendo la popolazione civile in uno stato di grave sofferenza e povertà. [...] Alla fine degli anni ‘80 la popolazione di rifugiati superava i sei milioni di unità, rappresentando, oltre che una grave emergenza umanitaria da affrontare in tempi rapidi, anche un significativo elemento di potenziale instabilità per l'intera regione, in particolare per il Pakistan e l'Iran. L'Afghanistan ed i suoi rifugiati, necessitavano di un proseguimento dell'impegno sia militare sia economico, da parte degli Stati Uniti e degli altri Stati più avanzati, inoltre la popolazione civile aveva riposto grande fiducia nelle promesse fatte da Washington in merito al progetto di ricostruzione del paese. [...] Lo stesso errore è stato commesso alla fine del 2001, dopo la caduta del regime talebano, che aveva notevolmente peggiorato la situazione economica, ma soprattutto sociale dell'Afghanistan. [...] I progetti per la ricostruzione e lo sviluppo dell'Afghanistan, unitamente all'impegno delle Nazioni Unite per il rimpatrio del maggior numero di profughi, avevano indotto cinque milioni di rifugiati a fare ritorno in patria. Tuttavia anche in questa occasione è venuto progressivamente a mancare l'impegno da parte dei principali attori internazionali nel cercare di rendere sostenibile sia il processo di ricostruzione dell'Afghanistan, sia quello del rimpatrio dei rifugiati."