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La tesi del giorno

Mobilità sostenibile contro il traffico insostenibile

Mobilità sostenibile contro il traffico insostenibileIl traffico congestionato a tal punto che muoversi in città in bicicletta, almeno nelle ore di punta, permette di risparmiare decine di minuti preziosi.
Questo è lo stato della mobilità nei centri urbani italiani, una situazione in peggioramento da una decina d'anni a questa parte.
Come risolvere il problema comporta un lavoro di riflessione complesso che, secondo il dott. Andrea Gaiardo, non può limitarsi ad un approccio lineare e settoriale, che conduce a scelte miopi che negli anni hanno portato ad un modello di mobilità insostenibile.

Nella sua tesi La Roadmap della mobilità sostenibile, Gaiardo propone una guida di riferimento per una progettazione che tenga conto dei contesti economici, politici, sociali e ambientali che ruotano attorno ai problemi pratici della mobilità.
Parlare di sostenibilità significa, come spiega il dott. Gaiardo, mettersi nella prospettiva di trovare soluzioni che soddisfino i bisogni degli individui di oggi, senza pregiudicare le possibilità delle generazioni future.
Tutto ciò nell'ambito della mobilità si traduce nella necessità di "porre al centro di tutte le politiche e strategie per un sistema di trasporto, degli obiettivi primari quali la fornitura di un servizio equo, accessibile ed efficiente, con più scelte di modalità di trasporto, riducendo al minimo l’impatto sul territorio […]. Il paradigma di mobilità sostenibile va ben oltre la necessità di ridurre l’attuale livello di congestione del traffico stradale e dell’inquinamento ambientale, ma in una prospettiva più ampia, implica anche la capacità di affrontare questioni come l’esclusione sociale, i cambiamenti demografici ed economici che influenzeranno le società del futuro".

Gaiardo riconosce alcuni drivers che influenzano le dinamiche del settore dei trasporti e di cui si deve tener conto per costruire strategie vincenti: drivers esterni (trend demografici, risorse energetiche, cambiamenti sociali, sviluppo economico), drivers interni (infrastrutture e veicoli) e drivers politici.
Ovviamente questi fattori si combinano in modi differenti a seconda della situazione locale, tanto che le risposte devono essere necessariamente personalizzate e differenziate.

Questo non significa che pensare ad una mobilità sostenibile come concetto globale e interrelato sia utopico.
Anzi, per il dott. Gaiardo l'importante è che vi sia un obiettivo comune, che si stabiliscano degli indicatori della mobilità sostenibile per valutare oggettivamente i progressi (ad esempio l'accessibilità, il costo, il tempo di trasporto…) e che si seguano alcune semplici linee guida: integrare piani urbani, servizi pubblici, spostamento merci, risorse energetiche; assicurare un adeguato servizio anche alle persone meno abbienti; andare oltre l'auto di proprietà; sfruttare il potenziale delle ICT; cambiare la cultura e gli stili di vita della popolazione; puntare su energie alternative e pulite.

Tutta questa teoria, quasi fantascientifica, ha già avuto modo di concretizzarsi in molti studi e progetti.
Il dott. Gaiardo illustra infatti molte delle soluzioni già adottate o ancora da potenziare per puntare ad un futuro di mobilità sostenibile.

Innanzitutto nuovi veicoli che sfruttino al meglio le energie rinnovabili e che riducano l'impatto ambientale: si parla quindi di auto ibride, auto solari, ad aria compressa o ad idrogeno, utilizzanti biocombustibili.
Ma la tecnologia si muove anche su altri binari, con lo sviluppo di sistemi intelligenti che aiutano a migliorare e controllare lo sviluppo del traffico o a rendere più piacevole l'esperienza di guida.
Solo per citare alcuni di questi servizi, basti pensare ai sistemi centralizzati di gestione dei container, i pannelli a messaggio variabile, le telecamere e le Floating car (o raccolte sonda) che incamerano ed elaborano dati da trasmettere agli automobilisti per una migliore gestione e sicurezza nel traffico.
Altri ITS (Intelligent Transport System) sono ancora in fase progettuale ma prospettano scenari molto interessanti.
Ad esempio il progetto SARTRE, finalizzato a sviluppare un sistema di convogli di mezzi, che permettono ai conducenti in coda di rilassarsi, migliorando la sicurezza e diminuendo il consumo di carburante.
Oppure il progetto Ultra per il transito veloce personale (il prima sistema pubblico è stato costruito a Londra Heathrow). O ancora il sistema dei veicoli senza conducente equipaggiati con un pilota automatico in grado di pilotare da un punto ad un altro senza input da un operatore umano.

Accanto allo sviluppo delle tecnologie per rendere più efficiente (e piacevole) la mobilità personale è necessario cambiare la mentalità della popolazione, portandola a concepire il momento dello spostamento non come un fatto privato, ma come una necessità della comunità.
Queste forme di collaborazione, secondo Gaiardo, non possono che avere conseguenze positive. Ecco allora le esperienze di Bike- e Carsharing (magari unite ai mezzi pubblici), o la socializzazione insita nel Carpooling (molto diffuso nel nord Europa). Senza dimenticare i mezzi pubblici che, oltre a dover investire nella qualità del servizio, possono evolversi nei Bus Rapid Transit (BRT) o nei Demand responsive-Transit (DRT), in Taxibus o Taxi collettivi, proponendo servizi complementari per zone a domanda debole o ore di morbida.

Smart City, Smart Street, perfino Smart Lamp, quartieri senz'auto…
I progetti e le idee non sembrano avere limiti e il dott. Gaiardo è convinto che "un modello di mobilità sostenibile oggi è già realizzabile. Abbiamo le tecnologie, il know-how per integrarle in un contesto socio-economico etico e sostenibile, seguiti da cultura e interessi che stanno cominciando a intraprendere questa via".
Quello che ancora manca forse, è il drivers politico, ovvero una governance che discuta e proponga una nuova urbanizzazione.
Una responsabilità e creatività dei politici locali che, di fronte ai progetti possibili, alle risorse reali, ai problemi locali, siano in grado di scegliere con coscienza l'urbe che sarà.

Immagine: il progetto Ultra a Londra Heathrow. Da The Transport Politic, http://www.thetransportpolitic.com

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