La tesi del giorno
Bambini-stregoni in Africa
Il malocchio e la fede nella numerologia o nei tarocchi hanno ancora una forte presa sull'immaginario collettivo.
Ma la superstizione, mai fine a se stessa, può portare a fenomeni terribili, come quello degli enfants sorciers, i bambini accusati di stregoneria che in Africa vengono esiliati, torturati ed uccisi ogni giorno.
Il Legal and Human Rights Centre nei suoi report annuali parla di migliaia di bambini, anche piccolissimi, che subiscono questa sorte.
La dott.ssa Emanuela Castellano è scesa sul campo a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, e ha condotto degli studi su questo fenomeno per cercare di capire quali possano essere le ragioni di una superstizione così radicata.
Secondo la dott.ssa Castellano non è possibile avvicinarsi a questa realtà senza considerare il più ampio contesto storico e socio-economico del Congo.
"Ritengo fondamentale, nell’approccio a tale tematica, considerare come in Africa la stregoneria rivesta ancora, a livello sociale, un’importanza devastante: essa influenza gli atteggiamenti delle persone, condiziona la vita della comunità, arrivando persino a stravolgere la logica degli eventi quotidiani".
Le dimensioni simboliche e rituali fanno parte della vita dell'individuo che, nella società africana, è fortemente immerso in un tessuto sociale denso di rapporti: identità individuale e sociale diventano facce della stessa medaglia.
Non bisogna inoltre limitarsi a studiare il fenomeno con uno sguardo di tipo 'occidentale': dai primi studi antropologici (il più famoso e approfondito è quello condotto dall'etnologo inglese Evans Pritchard presso la popolazione degli Azande in Congo) è emerso chiaramente che la mentalità della popolazione non è meno razionale di quella Europea: le credenze circa la stregoneria sono infatti altamente coerenti ed inserite in un valido sistema di significati che crea un senso logico di base.
Si evidenzia così il valore sociale-politico della stregoneria, come sottolinea chiaramente la dott.ssa Castellano: "È certamente evidente come la stregoneria in Africa sia strettamente legata agli eventi della vita quotidiana in quanto riesce a spiegare l’ineguaglianza sociale, le disgrazie, le ribellioni, il successo o l’insuccesso ma, in modo particolare, questa risulta indissolubilmente correlata all’interpretazione della malattia, non tanto in spiegazione del “come” quanto invece del “perché” di una determinata patologia".
La malattia non è un "nonsense" spiegato solo attraverso la medicina scientifica, ma è caricata di significati autonomi che devono essere, caso per caso, decodificati.
Una decodificazione che non può prescindere dalla considerazione dei legami sociali dell'individuo, il cui corpo è indissolubilmente legato alle relazioni: così il bambino nel Centro Ngangi a Goma, denutrito, che non riesce ad alzarsi, è in realtà sotto l'influenza del malocchio dei vicini invidiosi.
Per comprendere il fenomeno degli enfants sorciers non bisogna quindi dimenticare il contesto da cui questo nasce: poligamia, disgregazione famigliare, estrema povertà, elevato trend demografico, scollamento dei legami parentali nelle città hanno creato un nutrito sostrato dei cosiddetti bambini di strada.
Figli non voluti dalle nuove mogli, segnati dalla povertà, sposano le regole della strada (aggressività, assenza di disciplina, instabilità) e difficilmente, nonostante lo sforzo di molte associazioni presenti sul territorio, sanno ricongiungersi alle proprie famiglie e riprendere la posizione sociale designata.
È tra questi bambini, a volte piccolissimi, che viene riconosciuta la maggioranza degli "stregoni". Non a caso, spiega la dott.ssa Castellano, è proprio nella capitale Kinshasa che vi sono le più frequenti accuse di stregoneria.
Nella ricerca spasmodica di un "perché", i bambini divengono il perfetto capro espiatorio di tutti i mali che affliggono la famiglia e, più in generale, l’intera società, dal punto di vista economico, sociale e relazionale.
A fomentare questa convinzione contribuiscono le cosiddette Chiese Evangeliche del Risveglio che accusano il bambino e lo sottopongono, a pagamento, a riti di purificazione, torture, bruciature e intimidazioni che convincono definitivamente la società, e il bambino stesso, di essere davvero un sorcier.
A volte sono le famiglie che si rivolgono a una delle tante figure religiose tradizionali, a volte si tratta di vere e proprie retate per la strada, supportate dalle forze dell'ordine.
Di fronte alla complessità del fenomeno molti sono i passi da intraprendere per garantire a questi bambini i diritti fondamentali.
"Una possibile via da percorre da parte delle organizzazioni locali", secondo la dott.ssa Castellano "è, quella di progettare servizi di informazione sull’infanzia e la maternità […] per reinterpretare il fenomeno contrastando così l’influenza esercitata dalle sette".
Informare le donne sul normale sviluppo del bambino, sulla sua psicologia, sui suoi comportamenti troppo spesso ritenuti anomali in Congo, limita così il potere dei pastori e dei leader religiosi fornendo alla gente interpretazioni alternative ai propri problemi.
Immagine: Les enfants sorciers de Kinshasa in "inzoCongo. La maison Congo"