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La tesi del giorno

Ma come ti vesti?!: analisi di un fashion reality

Ma come ti vesti?!: analisi di un fashion realityMa come ti vesti?!, basato sul format inglese What Not to Wear, andato in onda per la prima volta nel 2001 in Gran Bretagna, è considerato il programma fashion per eccellenza.
Il programma "è incentrato su un personaggio considerato incapace di vestirsi da familiari e amici che per questo motivo chiedono l'intervento del programma e in particolare dei due fashion stylist, Carla ed Enzo. Il loro compito è quello di aiutare la persona indicata a valorizzare la propria immagine."
Nella sua tesi la dott.ssa Eleonora Galli analizza il programma televisivo Ma come ti vesti?!: "i soggetti che vengono scelti nel programma per essere trasformati sono persone che pure vestendosi male sono totalmente padroni della loro immagine. Nel loro poco interesse per la moda, decidono cosa mettersi con gusto personale senza interventi esterni, sono i soggetti che più di tutti gli altri mantengono la loro individualità nell'atto del vestirsi. Il ruolo dei fashion stylist è quello di trasformare queste persone mal vestite in persone alla moda de-individualizzandole, nonostante spesso nel programma i fashion stylist convincono noi e il protagonista che la sua personalità rimarrà intatta e il loro compito è solo quello di renderla esteticamente più appagabile, valorizzarla."

Secondo la dott.ssa Galli, la moda "è ad un tempo stesso un mezzo per esprimere quelle individualità e il potere stesso che le minaccia. Tuttavia è importante notare che la tensione tra individualità e socialità, tra mimesi pura e l'espressione individuale, tra la perdita e il guadagno di sé, è nella moda particolarmente concentrato. È questa tensione che guida la moda."
"I fashion stylist nel programma rappresentano a mio avviso una costrizione, ma anche l'emblema di ciò verso cui ci spinge oggi la società: la tua personalità mi interessa fintanto che sia esteticamente bella da vedere, quando non lo è omologati sì banale, sì uguale a tutti gli altri ma almeno non essere brutto. […] Emblematica la scena finale del programma in cui le persone trasformate vengono poste davanti ad uno specchio per vedere la loro trasformazione, e il grido della ragazza valorizzata che dice: non sono io è un'altra persona, la ragazza si mostra poi felice e riconoscente ai due fashion stylist, ma ne sarà veramente felice?"

"In tv e sul web spopolano i programmi di restyling (ad esempio: Cambio vita…mi trasformo, Nude e belle, 10 anni più giovane in 10 giorni), ciò significa che la gente è sempre meno lasciata libera di esprimersi e viene sempre più criticata. Ed essere fashion sembra diventare sempre più rilevante."
"Differenziarci troppo non giova più di tanto, se le persone vengono coinvolte in programmi televisivi solo perché si vestono come gli pare, e quel loro parere non piace ai loro stessi familiari e/o amici, figurarsi a quante difficoltà una persona può andare incontro, sul luogo di lavoro o in occasioni importanti. Una persona dovrebbe potersi vestire come vuole, ma la società di oggi ci fa sentire terribilmente diversi, e se questo non è proprio il nostro scopo, alla fine ci conviene adeguarci. […] Tutto attorno a noi sembra regolato da una griglia estetica e comportamentale a cui doversi attenere rigorosamente, e un margine piccolo, piccolo di personalizzazione, il giusto equilibrio per essere accettati e non ricevere rimostranze."
Ma come ti vesti?! fa parte della reality tv, è sia un reality show che un format.
"Il successo del format è strettamente collegato alla questione della globalizzazione, è un modello produttivo facilmente esportabile ed è una riproduzione di elementi di contenuto e modelli riportabili in diversi paesi. Assistiamo ad una trasmigrazione non solo di popoli, ma anche di modelli economici ed una unificazione. La comunicazione è l'ambito che ha preceduto tutti gli altri sulla globalizzazione, come circolazione di modelli culturali. Oggi la globalizzazione della comunicazione ha la forma dei format, i quali per le loro caratteristiche permettono una nazionalizzazione elevata, il viso amico del conduttore televisivo, i personaggi, tutto il contenuto può essere nazionalizzato nonostante l'idea e la struttura non siano locali."
"Abbiamo bisogno di certezze e un format ce le assicura, sarà un successo, sappiamo anche quanto ci verrà a costare e sapremo anche quanto ci farà guadagnare, senza troppa fatica senza un eccessivo esborso di neuroni. Unico ma non troppo, globale ma anche locale."
"Gli individui hanno capito che in una società che ti dà tanta libertà, mai sperimentata nei secoli passati, di contraccolpo tutto il rischio è sulle nostre spalle, ma la società non vuole fallimenti, non si può permettere insuccessi e allora si preferisce perdere un po' di quella libertà a favore di una maggiore sicurezza. Tutto questo è presente nel programma: adeguo il mio abbigliamento per essere accettata, nel format: compro un pacchetto sicuro, un programma che so avrà successo così non perderò soldi e ascolti."
"Questo è l'equilibrio al quale possiamo sottostare, se è questo che desideriamo, ma individualizzarci è sempre possibile, e allora risponderemo alla domanda: Ma come ti vesti?! con un bel: Come mi pare!"


Fonte dell'immagine: www.felinide.blogspot.com

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"Ma come ti vesti?!" Analisi di un programma televisivo legato alla moda
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