La tesi del giorno
L'intercultura nelle scuole
La polemica scoppiata nel Novarese, riguardante i criteri di ammissione alla scuola materna, riporta alla luce il problema dell'intercultura nelle scuole italiane. Uno dei requisiti per potersi iscrivere alla scuola materna di Borgomanero (Novara), è quello di essere cittadini italiani, criterio che ha provocato l'esclusione dalle liste d'iscrizione di 33 bambini stranieri, dei 36 esclusi. Il tema dell'incontro interculturale è diventato oramai parte della vita quotidiana, soprattutto in riferimento ai numerosi movimenti migratori che si sono verificati negli ultimi anni e che hanno apportato dei cambiamenti nei fenomeni sociali, rendendo la nostra cultura aperta e multietnica. In Italia, il fenomeno migratorio, sembra essere ormai consolidato, infatti nel corso degli anni si è avuto un progressivo aumento migratorio, e di conseguenza un aumento di minori stranieri nelle istituzioni scolastiche del nostro paese. Sicuramente pregiudizi e stereotipi abitano ancora il nostro linguaggio quotidiano, atteggiamenti di ostilità nei confronti di minoranze o di gruppi etnici fanno ancora parte della nostra quotidianità, ma ci stiamo spingendo sempre di più a diventare un mondo multietnico. Anche nella nostra realtà, le diverse culture mirano a condividere le proprie diversità e di conseguenza ad accettarsi, per questo si può parlare di multicultura.
Il dott. Antonio Cascione, nella sua tesi "Intercultura nella Scuola dell'Infanzia: il Punto di Vista dei Genitori", affronta il tema dal punto di vista psicologico, soffermandosi sul problema dell'interazione culturale nelle scuole.
"L’educazione interculturale in Italia ha avuto diffusione a partire dagli anni Novanta quando il termine apparve per la prima volta in una circolare ministeriale (n° 205 del 26 Luglio 1990), la quale trattava, appunto, i temi dell’inserimento degli alunni stranieri nella scuola e dell’educazione interculturale.
In seguito, l’educazione interculturale ha trovato sempre più spazio nelle normative e nei documenti della scuola italiana. L’Italia, rispetto agli altri paesi europei ed extra-europei, si è inserita un po’ tardi nel dibattito, che già da qualche anno occupava l’attenzione del mondo pedagogico, della scuola e degli insegnanti, ma nonostante ciò, può sfruttare la situazione a proprio vantaggio, facendo tesoro del cammino già effettuato dagli altri stati per evitare errori e confusioni.
In questo particolare contesto socio-culturale che si è venuto via via a delineare, la pedagogia – e tutto ciò che ruota intorno alle scienze dell’educazione – ha dovuto affrontare un mutamento di prospettiva, una revisione completa del proprio impianto epistemologico, dal momento che per lungo tempo aveva privilegiato una prospettiva monoculturale."
Oggi siamo in grado, rispetto al passato, di poterci confrontare con diverse culture e diversi contesti multiculturali, permettendo alla pedagogia di dar vita ad un approccio nuovo, liberandoci da vecchi pregiudizi.
"Nell’anno scolastico 2010/2011 gli allievi con cittadinanza non italiana presenti sul territorio nazionale costituiscono ormai un fenomeno strutturale e consolidato, anche se relativamente recente rispetto ad altri paesi europei: si è passati, infatti, dai 59.389 alunni dell’a.s. 1996/97 (corrispondenti ad un’incidenza percentuale dello 0,8% sulla popolazione scolastica complessiva) ai 711.046 del 2010/11 (7,9% sul totale degli alunni)"
Il problema spesso riguarda l'integrazione dei bambini stranieri o degli adolescenti che, trovandosi in un paese straniero, non sempre riescono ad integrarsi con la nuova cultura e ciò può avere delle ripercussioni anche sul profitto scolastico, problema che contribuisce a marcare quelle "differenze", che ancora si sentono nei sistemi scolastici. Il compito delle istituzioni scolastiche è quello di incentivare dei percorsi interculturali per favorire l'integrazione. Così ci spiega il dott. Cascione:
"Per questi ragazzi giungere in un territorio straniero nel periodo dell’adolescenza significa ricominciare da capo, accettare la condizione di regressione e di mutismo nella quale ci si viene a trovare per via della scarsa conoscenza della lingua, ricostruire dei legami affettivi con i pari italiani, negoziare i propri progetti di vita con i genitori; tali difficoltà, in alcuni casi, possono condurre a esiti scolastici sfavorevoli che nei casi più drammatici conducono all’abbandono. La scuola italiana per affrontare le nuove sfide, date da una società sempre più composita e articolata, si è man mano orientata verso un modello di integrazione interculturale. Nonostante le normative abbiano cercato di avviare un percorso verso l’intercultura e un inserimento scolastico non traumatico per i minori stranieri, l’istituzione scolastica e l’approccio pedagogico mostra ancora alcuni punti di criticità. In particolare, possiamo notare alcuni nodi problematici relativi proprio al momento dell’inserimento scolastico, in quanto alcuni studi ci mostrano come una parte dei ragazzi stranieri si “disperda” e non venga inserita nella scuola subito dopo il loro arrivo o, ancora che trascorra un lasso di tempo notevole fra il momento del ricongiungimento familiare e quello dell’ingresso nella scuola."
Fonte dell'immagine: http://primocircolonews.blogspot.it/2009/05/progetto-intercultura-scuola-infanzia.html