La tesi del giorno
Matrimoni e diritti per le coppie gay in Italia
"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale". Così recita l'art.2 della nostra Costituzione.
Secondo una parte della dottrina italiana, la definizione di formazione sociale non può che riferirsi anche all’istituto della famiglia, sia essa legittima, ovvero fondata sul matrimonio, o naturalmente basata su un legame affettivo. Nonostante ciò, questo principio pare essere rispettato solo a metà.
La nostra autrice
Federica Barbera, nella sua tesi
Il riconoscimento delle coppie omosessuali nell'Unione Europea, spiega bene come "in Italia, nonostante la sfera sessuale sia un diritto che non può avere ingerenze di tipo istituzionale e sebbene gli omosessuali possano godere della massima libertà per quel che riguarda la scelta del partner e la creazione di legami e relazioni come espressione della propria personalità, devono, allo stesso tempo, riuscire a tutelarsi dai limiti ad essi imposti".
Allo stato attuale, "due adulti omosessuali che decidono stabilmente di stare insieme non possono accedere all’istituto del
matrimonio e non possono avvalersi nemmeno di
tutela giuridica. Una coppia gay, stabile e duratura, deve affrontare una seria di piccoli e grandi ostacoli che la pongono in una situazione d’ombra".
Ma la Carta costituzionale prevede pari trattamento per tutti i cittadini indipendentemente dalle condizioni personali, e l’omosessualità, scrive ancora Federica, "è senza dubbio tra queste". Significativo è l’art. 29, "che riferendosi esplicitamente alla famiglia, precisa che «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'
uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare».
Già ad una comprensione superficiale "ci è chiaro che nel presente articolo non è fatto riferimento alcuno alla diversità dei coniugi, ma è il codice civile a fornire la chiave di lettura, quella tradizionalmente usata in dottrina".
I tanti
gay pride in giro per l'Italia e per il mondo, durante i quali spesso vengono celebrati matrimoni tra coppie omosessuali, sono ancora lontani dal vedere riconosciuto un diritto ma, se non altro, fanno parlare di una questione che, prima o poi, dovrà cedere il passo al riconoscimento del principio di uguaglianza, sancito dalla nostra Costituzione.
Fonte foto: www.lastampa.it
Visita la tesi:
Il riconoscimento delle coppie omosessuali nell'Unione Europea

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