La tesi del giorno
Jane Austen e il matrimonio
"È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie. E benché poco sia dato sapere delle vere inclinazioni e dei proponimenti di chi per la prima volta venga a trovarsi in un ambiente sconosciuto, accade tuttavia che tale convinzione sia così saldamente radicata nelle menti dei suoi nuovi vicini da indurli a considerarlo fin da quel momento legittimo appannaggio dell'una o dell'altra delle loro figlie."
[
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, Garzanti, traduzione di Isa Maranesi]
Uno dei luoghi comuni a proposito dei romanzi di
Jane Austen è che le sue eroine siano una macchina da guerra mossa verso un'unico obiettivo comune: il
matrimonio.
L'emblema di questo equivoco può essere rintracciato nella critica lanciata dal filosofo americano
Ralph Waldo Emerson, il quale definì le opere austeniane come volgari, senza genio ed esclusivamente focalizzate sul tema della "
matrimoniabilità", termine tradotto dall'inglese "
marriageableness".
Secondo Emerson, la scrittrice inglese considererebbe il matrimonio come unica carriera femminile possibile, grazie alla quale garantirsi il sostentamento e il riconoscimento sociale.
La dott.ssa
Denise Croci, autrice della tesi "
Lettere provinciali: scrittura narrativa e intenti satirici in Jane Austen" dimostra l'infondatezza di tale critica: le eroine dei suo romanzi così come Jane Austen stessa sono donne che hanno rivendicato il diritto di decidere liberamente e autonomamente per la propria vita, senza ricorrere necessariamente al matrimonio:
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In un periodo di netta predominanza maschile nella letteratura e d'inferiorità culturale della donna, Jane oltrepassa l'unico ruolo prestabilito per lei dalla sua società: quello di moglie e madre e dimostra come, una giovane donna di modesta estrazione sociale e di buona educazione, possa realizzarsi non necessariamente nel matrimonio e nel raggiungimento di una posizione sociale prestigiosa. Libera da costrizioni familiari e da obblighi domestici, Jane si rassegna con consapevole serenità, o meglio sceglie una vita fatta sì di sacrifici e rinunce, ma ugualmente ricca di soddisfazioni e di ricompense, una vita dedita interamente alla sua passione per la scrittura come da lei è sempre stata desiderata, forse anche più del matrimonio stesso e della possibilità di avere una famiglia tutta sua."
In breve, Jane Austen difende l'istituzione del matrimonio ma solo a determinate condizioni: attraverso l'affermazione di sè, dando prova di essere una delle prime sostenitrici dell'emancipazione femminile, concetto rintracciabile nella descrizione di una dei personaggi chiave dei suoli romanzi, Elizabeth Bennet:
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Lizzie sa bene che spesso le differenze di origine e educazione sono insormontabili, ma ritiene fermamente che le persone hanno diritto di decidere liberamente e autonomamente. Darcy sposerà la donna che ama e non quella scelta per lui dalla zia. Ugualmente Lizzie, che si definisce figlia di un gentiluomo e che come tale ha ricevuto un'adeguata educazione che annulla ogni disparità sociale, sceglierà da sola la sua strada per la felicità."
Per questo motivo l'autrice continua e probabilmente continuerà ad essere riconosciuta come una delle scrittici più interessanti della letteratura inglese, apprezzata per la sua sottile ironia e per la sua più importante lezione: seguire il proprio istinto e decidere per se stessi nel rispetto dei valori.
Fonte immagine: http://it.wikipedia.org/wiki/Jane_Austen
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Lettere provinciali: scrittura narrativa e intenti satirici in Jane Austen

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