Skip to content

La tesi del giorno

Il cibo nel cinema del futuro

Il cibo nel cinema del futuroCibo-sano, cibo-spazzatura, addirittura, nuova moda, cibo-souvenir. Tutti discorsi che ruotano attorno al cibo, ma che esulano dal suo significato puramente biologico e connotano il rituale dell'alimentazione di significati sociali.
Prediligere il mangiare da soli o in compagnia, seduti ad un chiosco di junk food o attorno ad un tavolo con le prelibatezze della nonna, traduce in atto simbolico la nostra visione del mondo.

"Questa particolare assegnazione di significato", come ci spiega la dott.ssa Francesca Zacchìa, "deriva da una profonda connessione del cibo con il corpo umano e con la sua costruzione simbolica. Ciò che mangiamo entra a far parte del corpo e questo dato di fatto fonda il significato di fusione e di legame che caratterizza l'uso sociale del cibo presso tutte le culture.
Riflettere sul futuro dell'alimentazione significa investigare i sensi delle trasformazioni del corpo e delle concezioni di umanità nei diversi incontri/scontri con il contemporaneo".

Per farlo la dott.ssa Zacchìa sceglie un approccio inusuale che collega cinema di fantascienza e cibo, chiamando in campo quella che viene definita fantantropologia, ovvero l'immaginare futuri possibili per rispondere alle emergenze del tempo e riflettere, attraverso basi antropologiche, sul futuro dell'umanità.

Se il cinema, secondo la dott.ssa Zacchìa, in particolare il cinema hollywoodiano, è un prodotto di massa creato in seno alla cultura occidentale, le immagini e gli scenari futuri che propone, anche nel rapporto con il cibo, non possono che svelare quelle che sono le preoccupazioni, gli umori, le attitudini di una società che si confronta con la propria attuale gestione delle risorse, con l'applicazione della tecnologia anche in campo biogenetico e con la mutata creazione dei rapporti sociali.

"È indubbio che la modernità, ancora connotata da disorientamento, da sporadiche espressioni di eccessivo progressismo e da momenti di sublime pessimismo storico e conservatorismo, subisca un deficit di capacità progettuali oculate e credibili. In questo contesto, di perenne gestione emergenziale della cosa pubblica, per cui il vivere sociale resta ancorato ad un eterno presente, è facile che il futuro come prospettiva, si riduca a previsioni catastrofistiche accentuate dalle immagini distopiche del cinema di fantascienza e all'incapacità di guardare oltre, dominata dalla paura del domani".

Le immagini dell'alimentazione del futuro, viste attraverso le lenti deformanti della fantascienza distopica (cioè che si interroga sui possibili risvolti 'disumanizzanti' delle nostre pratiche culturali), rivelano dunque gli umori e le fobie della collettività e la produzione di significati che si rispecchiano nella cultura dell'alimentazione.

Nella tesi la dott.ssa Zacchìa indica quindi alcuni momenti, estratti dal cinema di fantascienza (Nirvana, Demolition Man, I Sopravvissuti, L'uomo Che Fuggì Dal Futuro, Matrix, Dune, Wall-E) in cui saranno presentati scenari futuribili relativi all'alimentazione, divisi essenzialmente in due macrocategorie.
"La prima corrisponde alla produzione di immagini relative al futuro “prossimo”, in cui l'alimentazione è immaginata come l'esacerbazione delle tendenze attuali; la seconda è quella in cui vengono prodotte le immagini relative al dissolversi della cultura alimentare e della cultura tout court, successivo all'inasprimento di quelle condizioni, che nel sentire comune occidentale, incarnano il rischio di una catastrofe globale".

Ci colpisce una scena tra quelle citate, appartenente al film Nirvana (Gabriele Salvatores 1997), dove i protagonisti ascoltano una pubblicità di "Cibo Italia", una nota marca di cibo italiano, che approfitta del periodo natalizio per fare gli auguri ai consumatori e pubblicizzare i «nuovi Rigatoni in busta».

Nel mondo futuristico del film imperversa il potere egemonico delle Multinazionali, tra cui la "Cibo Italia", che, mentre appiattisce il concetto di tradizione e cultura gastronomica riducendo tutto al consumo e alla standardizzazione, si fa espressione del pensiero istituzionale, sia come custode dell'identità delle persone (lo slogan: «Perché tu sei quello che mangi»), sia come attivo e interessato membro delle alleanze di governo.

Il messaggio pubblicitario promuove il consumo dei rigatoni e contemporaneamente veicola attraverso il prodotto una serie di valori estrinsechi 'falsamente' familiari e comunque standardizzati, che inducano il consumatore a mettere in atto comportamenti ripetitivi e controllati.

Non a caso i prodotti della "Cibo Italia" si contrappongono al junk food e allo street food che sono predominanti nelle scene del film che si svolgono in periferia, ai margini, dove i personaggi sono limitrofi, eterogenei, caotici, contro-culturali e multietnici. In una parola imprevedibili e incontrollabili.

Immagine: scena del film Nirvana (fonte: http://www.kainowska.com)

Visita la tesi:

Scenari e immagini dell'alimentazione del futuro attraverso il cinema di fantascienza
Argomento tesi precedente
I vantaggi del bilinguismo
Argomento tesi successiva
I rischi dell'inattività fisica