La tesi del giorno
Siria, tra guerra vera e guerra delle immagini
Le turbolenze rivoluzionarie che hanno scosso l’area del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale hanno attratto maggiore interesse internazionale sulla regione, ma la provenienza e la qualità delle informazioni non è stata spesso sufficiente a soddisfare i parametri di trasparenza che il pubblico ormai esige.
I paesi coinvolti conoscono standard di libertà di informazione e di espressione quasi sempre fortemente ristretti, se non del tutto assenti. Diventa difficile, dunque, avere un quadro chiaro sia della situazione mediatica locale, che della copertura degli eventi.
"Un aiuto", scrive
Milena Paglia nella sua tesi
Mass media e proteste in Siria. Tra schizofrenia mediatica e guerra delle immagini, "è, sì, arrivato dalle nuove tecnologie di informazione – le grandi emittenti satellitari, internet, i social media – e dal moderno fenomeno del giornalismo partecipativo, ma il quadro resta tuttavia offuscato, tanto più che essi hanno allargato lo spazio della comunicazione, ma non costituiscono una garanzia di attendibilità".
Alla confusione ha poi contribuito una scarsa conoscenza delle dinamiche politiche, sociali, ed economiche che agiscono nel mondo arabo, e che hanno portato, secondo modalità e tempi diversi, all’esplodere delle proteste in molti degli stati che ne fanno parte.
"La
dementia precox, ribattezzata da Eugen Bleuler schizofrenia, si riferisce ad un disturbo psichiatrico per il quale da una condizione di normalità, si passa ad una di trasformazione della realtà e di disorganizzazione della comunicazione. La copertura mediatica delle rivolte siriane è affetta da tale disturbo. La realtà diviene mera opinione e la comunicazione tra le varie fonti di informazione è tutt’altro che coordinata".
Si rilevano continue notizie e smentite, "
falsi costruiti ad hoc per aumentare la drammaticità dei fatti e renderli più appetibili al pubblico o per fare il gioco di questo o quest’altro attore coinvolto nella crisi – finendo poi, spesso, per avvantaggiare l’avversario".
I modesti progressi compiuti dall’avvento delle tv satellitari e dall’allentamento della censura su internet, scrive ancora la nostra autrice, "non hanno tuttavia impedito che, particolarmente in una situazione di crisi come quella che il regime siriano sta attraversando, il meccanismo di controllo e mobilitazione si mettesse in moto, attivando tutti i canali a propria disposizione: la libertà di informazione resta di fatto estremamente limitata".
(fonte immagine: mondo.panorama.it)
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Mass media e proteste in Siria. Tra schizofrenia mediatica e guerra delle immagini.

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