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La tesi del giorno

L'Operazione Gladio: il racconto mediatico-politico e dei gladiatori

L'Operazione Gladio: il racconto mediatico-politico e dei gladiatoriQuando disastri o grandi stragi sconvolgono un Paese, dopo il lutto si scatena la caccia ai responsabili, chiesta a gran voce dalle vittime, perseguita dalle forze dell'ordine, tallonata dai media alla caccia di rivelazioni e scandali.
E più le indagini avanzano, più appaiono omissioni, manipolazioni e connivenze, carenze personali o collettive, zone oscure della politica e della vita nazionale.

Questo è stato il caso anche dell'Operazione Gladio, una vicenda che scoppia, come ci racconta il dott. Andrea Turi nella sua tesi Gladio racconta Gladio, il 2 agosto del 1990: "mentre l'esercito dell'Iraq invade il Kuwait per ordine di Saddam Hussein, e mentre si ricordano, nel giorno della decima ricorrenza, le vittime e i feriti della strage di Bologna, il Parlamento e l'opinione pubblica scoprono che in Italia è esistita un'operazione militare segreta di 'persistenza e resistenza oltre le linee' (Stay Behind/Gladio) organizzata nel lontano 1956 in previsione di una invasione del territorio italiano da parte di eserciti appartenenti a forze nemiche".

Il dott. Turi ci accompagna in un viaggio dettagliato sulla vicenda Gladio che, secondo molti giornalisti, politici ed esponenti della stessa Organizzazione, non scoppiò per puro caso , ma fu una scelta cosciente. A seguito di una congiuntura di eventi, casuali o manipolati, si reputò più utile (almeno politicamente) far emergere il caso connotando Gladio di decise sfumature terroristiche, accusandolo più o meno direttamente di aver partecipato/organizzato gli avvenimenti degli Anni di Piombo.

Tutto parte, racconta il dott. Turi, da un indagine del giudice Felice Casson, che indaga sulla Strage di Peteano, venendo a conoscenza dell'esistenza di Gladio mentre interroga Vincenzo Vinciguerra, l'esecutore materiale dell'attentato. Le indagini di Casson lo portano a richiedere con insistenza chiarimenti, che gli saranno concessi il 27 luglio 1990, quando, dopo un colloquio con Giulio Andreotti, allora Presidente del Consiglio, potrà accedere alla documentazione segreta del SISMI sulla struttura Gladio.
L'Organizzazione Gladio nasce nel novembre del 1956 in accordo con la NATO per creare sul territorio una rete militare di resistenza nascosta in caso di invasione nemica, frutto della preoccupazione per un'invasione sovietica. Una rete per la quale fu attivata la ricerca di volontari e furono creati depositi di armi, munizioni ed esplosivo. L'Organizzazione viene sciolta definitivamente nel novembre del 1990, dopo il processo politico, ma sopratutto mediatico, e a fronte dei cambiamenti internazionali con la fine della guerra fredda dopo la caduta del Muro, l'implosione dell'URSS, la fine della logica di Yalta.

Il dott. Turi non manca di riferire con precisione e dovizia di documentazione le ipotesi sul perché il caso Gladio sia stato gestito e presentato alla Nazione quasi esclusivamente come un gruppo a tendenze terroristiche, ulteriore immagine di una Repubblica Italiana corrotta, elusiva e sanguinaria.
Secondo Turi, Gladio si inserisce in un contesto che non può essere scollegato da tutto quello che stava accadendo nel mondo e che riguardava gli equilibri interni ed internazionali: alla nascita, l'esperienza dell'occupazione nazista e la Guerra Fredda; allo scoppio dello scandalo, lo stato della politica italiana con un uomo politico romano, Giulio Andreotti, "che brama di salire al Quirinale quale coronamento di una lunga carriera politica" e un partito politico, il Partito Comunista Italiano "che sta cambiando pelle e reclama un proprio spazio nell'area di Governo".

Ma al di là di queste vicende politico-militari, in parte ancora irrisolte, il dott. Turi si sofferma sulla realtà umana delle persone che come volontari decisero di partecipare a Gladio e di continuare un addestramento che prevedeva il silenzio, anche con le proprie famiglie, allo scopo di difendere un giorno la propria patria. Per vedere infine i propri nomi e cognomi resi pubblici e diffusi da ogni giornale, collegati e investiti da una campagna di accuse e insinuazioni, con ripercussioni non sempre gradevoli nella vita privata. E lo dimostrano le interviste fatte dal dott. Turi a questa gente comune che racconta come si è sentita tradita dallo Stato quando i nomi sono stati 'messi in piazza'; come i familiari, gli amici, i conoscenti e i colleghi di lavoro hanno reagito; e quali sono i sospetti su ciò che mosse veramente il caso nel 1990.

Il lavoro articolato e approfondito svolto in questa questa tesi permette di riscoprire una vicenda recente della storia italiana, non ancora conclusa sebbene ormai quasi dimenticata.

Immagine: lo stemma dell'Organizzazione Gladio

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Gladio racconta Gladio. Come i servitori silenti diventano “deviati”: la testimonianza diretta dei Gladiatori a confronto con il racconto politico-mediatico di Gladio