La tesi del giorno
La figura del migrant in Rushdie
All'uscita del nuovo libro di Salman Rushdie "Joseph Anton" si riaccende il dibattito in merito alla fatwa che pesa sulla testa dello scrittore a partire dal 14 febbraio 1989, quando l'Ayatollah Khomeini emise una sentenza di condanna a morte per la pubblicazione del romanzo "I Versi Satanici".
L'opera, considerata blasfema per il contenuto e accusata di aver ridicolizzato l'Islam, i suoi dogmi fondamentali e le figure più rappresentative, descrive perfettamente la condizione del
migrant, la figura dell'uomo post-coloniale che vive il dramma della separazione dalla propria terra d'origine e dalla propria cultura in quanto emigrato.
Rushdie ha infatti vissuto questa esperienza in prima persona, definendosi un "
outsider everywhere, cittadino senza patria.
Come spiega la dott.ssa
Angela Monetta, autrice della tesi "
L'onirico, il visionario e l'ossessivo in Salman Rushdie: tematiche post-coloniali, il romanzo è considerato innovativo non solo per il contenuto, ma anche per aver introdotto nuove tecniche narrative come il
chronotope e la
heteroglossia così descritte:
"
Il concetto di heteroglossia si riferisce alla struttura eterogenea del romanzo che comprende diversi discorsi sociali e culturali, voci diverse così come sono diverse le voci post-coloniali. Il chronotope si riferisce, invece, allo stretto rapporto esistente tra spazio e tempo all'interno della struttura narrativa che non è preesistente al romanzo, ma si crea contemporaneamente ad esso. L'opera di Rushdie presenta tutte le caratteristiche della teoria di Bakhtin, poiché la narrazione si delinea tra reale e fittizio: eventi passati o immaginari si alternano ad altri attuali e reali. L'utilizzo di questa tecnica permette di spostare la narrazione in una dimensione allegorica distinguendo ciò che è reale e ciò che invece deve essere considerato da un punto di vista diverso."
Tema centrale dell'opera è invece la perdita della fede, in cui la religione assume il ruolo di protagonista nella crisi dell'emigrato: "
La religione non deve essere considerata solo dal punto di vista del significato letterale, ma anche, in senso lato, come espressione di una cultura e di un popolo di cui diventa simbolo. La crisi di Gibreel è anch'essa simbolica, poiché rappresenta la condizione del migrant lontano dalla patria combattuto tra la volontà di restare attaccato alle sue origini, quindi alla "madre" ed alla "fede", e quella di staccarsi da esse lasciando che il "nuovo" entri a far parte della sua vita."
Secondo Rushdie, compito dello scrittore è quindi di "
favorire la metamorfosi culturale derivata dal progresso e dalla contaminazione tra i popoli attraverso la letteratura, contribuendo alla nascita di una "nazione" senza frontiere".
In questo caso "
la figura di Satana, all'interno del romanzo, rappresenta un buon esempio di migrant, poiché, cacciato dal Paradiso, viene esiliato in un regno tutto suo, l'Inferno, di cui diventa signore e governatore per rispetto della sua natura angelica… Il diavolo per il suo aspetto ripugnante e la sua natura malefica è scacciato da tutti e da ogni luogo, perciò ben si adatta a rappresentare la condizione dello straniero che deve spesso lottare contro l'emarginazione ed il razzismo."
L'analisi di Angela delle opere di Salman Rushdie propone una visione alternativa della figura del migrant che si contrappone all'immagine di uomo intrappolato nella frontiera e destinato a vivere al margine, bensì come cittadino del mondo in grado di integrarsi in qualsiasi società mantenendo le proprie radici, senza frontiere né limiti.
In conclusione l'autrice afferma l'importanza del legame tra letteratura e la figura dello straniero "
Nel romanzo il Profeta Mahound si fa portavoce di Satana portando un messaggio nuovo alla popolazione, che rappresenta una visione del mondo da un altro punto di vista, diverso da quello canonico. Se consideriamo Satana metafora del migrant, del postcoloniale, possiamo affermare che Mahound è contemporaneamente anche il portavoce del migrant e dell’uomo postcoloniale. Il messaggio che Mahound offre alla popolazione è in versi e ciò permette di stabilire un collegamento con la poesia e con la letteratura in generale che diventano espressione del migrant e quindi del mondo postcoloniale.
Fonte dell'immagine: http://www.dphilosophy.com/salman-rushdie-and-the-satanic-verses-affair/
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L'onirico, il visionario e l'ossessivo in Salman Rushdie: tematiche post-coloniali

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