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La tesi del giorno

Fare informazione coi blog

Fare informazione coi blogIn pochissimi anni i blog sono cresciuti esponenzialmente. La gente, coi blog, fa notizie, réportage, osservazione, controinformazione. Citizen journalism in gergo. Le nuove guerre si raccontano così, i dissidenti, così, sfuggono ai regimi: parlano via web quando davanti alla bocca hanno un bavaglio troppo opprimente. Si fanno conoscere in tutto il mondo, e lungo la Rete corre la loro denuncia. E disperazione.

A darci un quadro interessante del fenomeno e della situazione in Italia è Salvatore Tomarchio, che nella sua tesi I blog d'informazione. Dai diari alle nuove frontiere del giornalismo on line racconta come da noi siano ormai mezzo milione i blog. Un fenomeno dall'enorme esposizione mediatica ma su cui manca una riflessione teorica adeguata.

"E’ pure vero però - scrive il nostro autore - che i blog si sono affacciati con vigore solo da pochi anni e che dunque siamo nel pieno di un periodo di transizione. Essi si inseriscono dunque in quel processo che sta portando l’informazione ad assimilare sempre più caratteristiche della comunicazione bidirezionale. Sono l’ultima applicazione di una lenta evoluzione che ha come motore la tecnologia e come direzione una progressiva compenetrazione delle diverse dinamiche della comunicazione orizzontale, verticale e in rete".

Difficile dire quale futuro avranno i blog, come cambieranno le abitudini degli utenti della Rete. "Certamente, una galassia di 19 milioni di siti non potrà essere ignorata facilmente né da chi studia i fenomeni mediatici connessi alle nuove tecnologie e nemmeno da chi le nuove tecnologie le utilizza semplicemente alla ricerca di informazioni o di notizie".

Se da un lato il web procura novità, leggerezza, immediatezza e offre la possibilità a tutti di potersi affacciare sul mondo, dall’altro "produce una forte incertezza sulla qualità dei contenuti e uno scollamento sempre più ampio tra produttore della notizia e contenitore della stessa. Se un tempo il giornalista e le notizie erano quasi come le due facce della stessa medaglia, attraverso i blog si corre il rischio che venga esaltato il contenitore più che il contenuto, come se questa nuova forma elettronica bastasse da sè a legittimare le presunte notizie”.

A tendere a saltare dunque è proprio il ruolo tradizionale di “mediatore ” che da sempre ha assunto il giornalista nelle nostre società e non c’è certo da sorprendersi, "se è vero che il verbo “disintermediare” ha governato da sempre la rivoluzione tecnologica degli ultimi venti anni".

La contemporaneità comporta che il ruolo giornalistico da un lato si estenda, comprendendo capacità e competenze tecniche e informatiche, e dall’altro si precisi, pescando nella pratica e nei “trucchi” del mestiere, nella capacità di interpretare e selezionare le notizie e le fonti. Proprio questa pratica, cifra essenziale dell’identità del giornalista, tende a essere smarrita nella corsa ad inseguire l’aggiornamento continuo, nella battaglia tra i vari media e nel vano tentativo di copertura totale del diluvio delle notizie simultanee che Internet e il suo “presente eterno” producono.

Nella foto: la blogger cubana Yoani Sanchez (fonte: repubblica.it)

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I blog d'informazione. Dai diari alle nuove frontiere del giornalismo on line.
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