La tesi del giorno
Il futuro della rete: il Web 3.0
Web 1.0, 2.0 e 3.0: le differenze tra le varie tipologie di web sono spesso confuse o poco chiare, perciò conoscere le caratteristiche, le potenzialità e le prospettive future del mondo virtuale può essere utile a qualsiasi utente per utilizzare al meglio la rete al fine di soddisfare le proprie esigenze nel minor tempo possibile.
La tesi di
Eleonora Chiarugi costituisce un contributo significativo per comprendere l'
evoluzione del Web 2.0 e le sue implicazioni future: partendo dall'analisi delle sue caratteristiche di base, l'autrice definisce nel dettaglio il Web Semantico, meglio noto come
Web 3.0: "
…Lev Manovich parla del Web Semantico come progetto futuro a cui stanno lavorando i ricercatori della rete e lo definisce come caso di automazione di "alto livello" nella creazione mediale, un caso in cui il computer dovrà essere in grado di comprendere, almeno in parte, i significati «insiti nei prodotti generati, ovvero la loro semantica». Il Web 3.0 dovrebbe rappresentare quindi il raggiungimento della completa automazione da parte delle macchine/computer."
In pratica, il Web Semantico dovrà configurarsi come una visione di informazioni facilmente interpretabili per le macchine, cosicché queste possano eseguire gran parte del lavoro noioso della ricerca, agendo su informazioni presenti nel Web.
Alcuni esempi attuali che vanno in direzione del Web Semantico (o del Web 3.0) sono la nuova struttura che sta acquisendo il motore di ricerca video
Youtube (il servizio di condivisione video in rete) e l'applicazione
Shazam, scaricabile sia su Pc, ma anche su tablet e smartphone per il riconoscimento delle canzoni, rispettando sempre di più il principio di automazione.
Nel primo caso, Yotube sta andando verso una nuova configurazione sia per il fatto che non solo l'utente ha la possibilità di costruirsi un proprio profilo e un proprio canale, sia perché i video non sono più immessi casualmente ma rientrano ora in determinate categorie,
facilitando così la ricerca per l'utente; in più, il database presente, a seconda delle scelte effettuate durante un determinato periodo dall'utente, propone video selezionati in base alle probabilità che questi siano scelti, correlati ai gusti e agli interessi quindi mostrati
precedentemente dall'utente stesso.
Nel caso di Shazam, siamo di fronte ad un'applicazione presente sia su dispositivi fissi come il computer, sia su dispositivi mobili come i tablet (iPad) o gli smartphone (blackberry, etc... ) o iPhone. Su comando e segnalazione da parte dell'utente di una canzone della quale non si ricordi titolo o nome di chi la canta, il programma permette di inviare tramite server parte di questa canzone, per ritrovarla attraverso la rete nel mare magnum delle tracce disponibile. Si evita così all'utente una ricerca affidata al caso e con scarsi risultati attraverso Google o Youtube. Il risultato sarà il dato preciso e necessario richiesto dall'utente, elaborato unicamente e autonomamente dall'applicazione.
L'oggetto della ricerca di Eleonora, l'
Adobe Museum of Digital Media, rappresenta un progetto innovativo e unico nel suo genere in quanto esclusivamente virtuale: lo spazio e le opere presentate sono infatti elaborate attraverso i digital media e visibili solo online.
"
L'Adobe Museum rappresenta una nuova frontiera per l'ambito artistico e tecnologico e si differenzia dai musei virtuali esistenti, che riproducono digitalmente e tridimensionalmente una struttura digitalizzando le opere contenute in essa (come esempio
tipico, possiamo considerare la riproduzione tridimensionale della Cappella Sistina o la visita interattiva della Galleria degli Uffizi). Non è quindi un museo virtuale riprodotto per«affiancare le tradizionali istituzioni museali nella effettuazione delle loro funzioni didattiche ed espositive»; con l'AMDM si scavalcano i paradigmi dei musei sia reali che virtuali realizzati fino ad ora.
L'AMDM è uno spazio creato all'interno del Web, in cui le opere sono trasformate in byte, non riprodotte ma prodotte ex novo: invitano ogni visitatore a riflettere sul proprio utilizzo dei digital media, su come essi influenzino la loro vita di tutti i giorni, la cultura, la società
e il rapporto che c'è tra mondo fisico e mondo virtuale, così come la struttura si prefigge il compito non solo di mostrare virtualmente al visitatore le opere, ma anche di preservarle."
In conclusione, il museo virtuale analizzato mostra come si presenterà nella realtà il web del futuro: non solo uno spazio di interazione e condivisione tra gli utenti, bensì un'esperienza
3D, con una rete non più composta da pagine, ma da veri e propri spazi in cui “muoverci” per trovare ciò che cerchiamo.
Fonte dell'immagine: http://e-language.wikispaces.com/web3.0
Visita la tesi:
Comunicare con l’arte nell’epoca digitale: il caso Adobe Museum of Digital Media

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