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La tesi del giorno

Tutti i retroscena del Lodo Mondadori

Tutti i retroscena del Lodo MondadoriLodo Mondadori, ci risiamo. La querelle scatenatasi per il controllo dell'editrice ha visto protagoniste le famiglie Mondadori-Formenton, De Benedetti e Berlusconi, impegnate "con impeto raramente visto in precedenza, tanto da rendere tutta la vicenda, non più soltanto una lotta di potere tra magnati dell'alta finanza, ma un qualcosa che andò oltre Piazza Affari e le varie assemblee dei soci in grado di catalizzare attorno a sé, per più di 20 anni tra vicende giudiziarie e di controllo societario, l'attenzione di media, opinione pubblica e governi".

Così scrive Alex Selvaggini nella sua tesi Contesa e dinamiche del controllo societario: Caso Mondadori. "Per porre fine alla Guerra di Segrate, cosiddetta, è necessario un mediatore, qualcuno che agisca al di sopra delle parti e riesca a stabilire i contatti ed aiuti il raggiungimento di punti d'incontro per arrivare all'accordo in tempi brevi. La candidatura di Mediobanca tramite il suo leader Enrico Cuccia, non convince le parti, nonostante il suo disegno di una spartizione equa per quanto possibile sia quello maggiormente desiderato, scenario del quale aveva già parlato il lungimirante Leonardo Mondadori addirittura due anni prima, nel 1989".

La spinta decisiva all'avvio delle trattative arriva però quando ad interessarsi direttamente alla questione inizia ad essere addirittura il governo in carica, nella persona del Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. "Egli è sempre stato favorevole alla contesa della cd. Grande Mondadori tra i due grandi imprenditori, ma non può non considerare le norme antitrust contro i grandi agglomerati introdotte nel frattempo dalla legge 223/9066, cd. Legge Mammì, concede perciò mandato a Giuseppe Ciarrapico di mediare l'accordo tra la CIR e Fininvest insieme alle famiglie Mondadori-Formenton".

Dopo un breve periodo di intense trattative il 29 aprile 1991 viene firmato il definitivo accordo per la spartizione del gruppo Mondadori, mediato da Ciarrapico e Carlo Caracciolo: La Repubblica, L'Espresso ed i quotidiani locali della Finegil vanno a De Benedetti, mentre il resto della Mondadori (produzione di libri e periodici come Panorama) più un conguaglio complessivo di 365 miliardi di lire vanno a Berlusconi (che nel giro dei due anni seguenti provvederà a rilevare, come da accordi, tutte le quote dei Mondadori e dei Formenton). La concessionaria di pubblicità Manzoni invece viene controllata inizialmente dai due gruppi, entrambi al 50%".

Tra strascichi giudiziari, rapimenti lampo e strani affari, forse l'affare non è ancora chiuso del tutto.

(fonte immagine: booksblog.it)

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Contesa e dinamiche del controllo societario: Caso Mondadori
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Il conflitto nella Striscia di Gaza
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