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La tesi del giorno

Come e perché è nato il Pd

Come e perché è nato il PdIl Partito democratico nasce ufficialmente il 14 ottobre 2007, attraverso le elezioni primarie per la scelta del segretario nazionale e dell’Assemblea Costituente e si presenta agli elettori come l’erede dell’Ulivo, come forza riformista del centrosinistra.

Come ci spiega bene Francesco Giovannelli nella sua tesi La nascita del Partito Democratico: dalle subculture politiche alla leadership post-ideologica, "il nuovo partito si è voluto creare non sulla base del semplice mandato dei partiti preesistenti, dando luogo a una creazione strettamente interna al Parlamento per aggregazione di parlamentari, ma attraverso una sorta di creazione esterna, volta a rappresentare domande emerse nella società civile, e un processo democratico: l’elezione di un’Assemblea Costituente e di un segretario nazionale da parte di tutti i cittadini interessati a partecipare alla costituzione di quest’entità politica".

Come già era stato nelle intenzioni (in gran parte disattese) dei Ds e della Margherita, "il nascente partito auspica di diventare un partito federale, in grado di dare espressione alle diversità delle realtà territoriali: una rete di partiti territoriali federati, radicati nella società locale anche se aperti ad una prospettiva nazionale e internazionale".

L’identità del Pd viene prima dei programmi concreti e dei manifesti elettorali, che oltretutto devono tenere conto dei compromessi necessari: proviene dall’analisi dell’attuale fase di sviluppo delle economie, delle società e dei sistemi politici contemporanei.

Il Manifesto per il Pd è stato pubblicato il 12 febbraio 2007 e illustra gli orientamenti del partito in materia di politica europea, internazionale e interna. Il testo nasce da un compromesso fra le diverse sensibilità, ma sviluppa un orientamento chiaramente riformista.

"Il documento - scrive ancora il nostro autore - comincia con un enfatico riferimento alla forza dei democratici in riferimento al loro legame con l’Italia e la sua storia: “Noi, i democratici, amiamo l’Italia. Amiamo la ricca umanità della sua gente; il suo patrimonio ineguagliabile di storia, arte e cultura; l’intreccio di splendide città, di magnifici ambienti naturali e paesaggi che da secoli attrae viaggiatori stranieri (…) Noi democratici abbiamo fiducia nell’Italia. Perché è un paese vitale, creativo, operoso, pervaso da un diffuso spirito d’intraprendenza"".

Il Pd si pone come risposta ai rischi del declino che minaccerebbero l’Italia, alle sfide della globalizzazione e alla crisi della sinistra, in Italia e in Europa. "Aspira a rinnovare non solo la vita politica italiana, ma anche quella europea “dando vita, con il Partito del socialismo europeo (Pse) e le altre componenti riformiste, a un nuovo campo di forze, che colmi la carenza di indirizzo politico sulla scena continentale”: in particolare, pensa all’Italia “come a una grande nazione d’Europa” prefigurando un panorama in cui ci sia “l’Europa impegnata, in primo luogo insieme alle altre grandi democrazie, nella costruzione di un ordine mondiale fondato su istituzioni multilaterali”".

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