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La tesi del giorno

Le armi da fuoco negli Stati Uniti

Le armi da fuoco negli Stati Uniti"A well regulated Militia, being necessary to the security of a free State, the right of the people to keep and bear Arms, shall not be infringed."
Così recita il secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America, quello che garantisce il diritto inviolabile di possedere armi.
Tradizionalmente si attribuisce al secondo emendamento l'altissima diffusione di armi tra i civili negli Stati Uniti d'America ma, in realtà, questo fenomeno è diventato rilevante solo a partire dagli anni Sessanta.

Nel 1973, una famiglia americana su due teneva in casa delle armi mentre nel 2010 una su tre. Nel 1980, circa un americano su tre possedeva una pistola, mentre nel 2010 "solo" uno su cinque.
Nonostante la percentuale di civili che possiedono armi sia significativamente diminuita negli ultimi anni, il potere della lobby delle armi non lo è affatto.
Dal 1980, 44 Stati federali hanno approvato leggi che garantiscono ai civili di poter portare con loro un'arma per protezione personale. Nel 2005, lo stato della Florida ha passato una legge che esonera da ogni procedimento giudiziario i cittadini che utilizzano armi per legittima difesa. (Fonte: The New Yorker)

Ciononostante, il dibattito politico sul controllo delle armi è sempre più acceso, soprattutto a seguito delle, purtroppo, periodiche stragi che si verificano negli Stati Uniti.
Come spiega il dott. Nicola Palumbo nella sua tesi, da una parte la NRA (National Rifle Association) lotta affinché il diritto al porto d’armi venga non abolito mentre la Handgun Control ha come mission quella di limitare il porto d’armi e focalizza la propria attenzione sull’opinione pubblica ancor prima che sugli uomini del congresso.

Non si può infatti negare che il peso dell'opinione pubblica sulla questione del controllo delle armi è in continuo aumento e sono sempre di più i cittadini che chiedono di introdurre delle limitazioni al possesso e alla vendita di armi da fuoco.
Siamo una nazione di maniaci delle armi, o siamo semplicemente pazzi?
Questa era la domanda che poneva Michael Moore nel suo documentario Bowling a Columbine, dedicato al tema dell'uso delle armi in America, facendo riferimento alle stragi nelle scuole americane, in particolare al massacro della Columbine High School.
Come evidenzia il dott. Marco Lisco nella sua tesi Michael Moore e il documentario Michael Moore indaga le cause del problema della violenza e della paura che degenera nell’uso sproporzionato di armi da fuoco.
Nel documentario, Michael Moore ricorda non solo la tragedia del liceo di Columbine, in cui sono morti tredici studenti, un insegnante e i due assassini, ma anche il drammatico episodio avvenuto a Flint, Michigan, in cui un bambino di sei anni ha ucciso con una pistola una sua coetanea.

Purtroppo, a distanza di 10 anni dall'uscita del documentario di Michael Moore, le tragedie causate dall'uso di armi da fuoco sono in continuo aumento.
Nel 2012 possiamo ricordare la sparatoria avvenuta alla Chardon High School, Ohio, che ha causato tre morti e tre feriti, il massacro avvenuto nel cinema Aurora di Denver che ha causato 12 morti e 58 feriti e la strage della scuola di Newton, Connecticut, dove sono morte 27 persone.
Michael Moore ha commentato così, esplicitando un pensiero sempre più comune tra i cittadini americani, la notizia della strage di Newton: "Here they are - all SIXTY-ONE mass shootings in the United States since Columbine. How many more, my fellow Americans?".


Fonte dell'immagine: www.cadoinpiedi.it

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