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La tesi del giorno

Essere rifugiati in Italia

Essere rifugiati in ItaliaEssere rifugiati in Italia è un problema. Grande. Il nostro quadro legislativo sul diritto d’asilo appare caotico e pieno di lacune.

Come ci spiega bene Manuela Vecchio nella sua tesi Il diritto d'asilo in Italia tra vuoto normativo e intervento giurisprudenziale, "questa lacune riguardano, innanzitutto, i semplici termini e le definizioni adottate. Basti pensare alla sovrapposizione delle figure di asilante e rifugiato, spesso generalmente ed erroneamente ricondotte ad una più ampia categoria di stranieri, denominati extracomunitari o clandestini".

Il legislatore ha voluto disciplinare il diritto d’asilo in qualche sparso articolo, "distribuito qua e là in diverse leggi sull’immigrazione, facendo rientrare nella stessa condizione giuridica chi è costretto a fuggire dal proprio Paese perché perseguitato e chi è in cerca di migliori condizioni di vita".

Sarebbe opportuna, quindi, scrive la nostra autrice, "una prima sistemazione delle terminologie per chiarire di chi ci si sta occupando quando si parla di richiedente asilo. Parallelamente occorre chiarire di cosa si sta trattando, specificando le condizioni del diritto d’asilo costituzionale e le differenze con il rifugio politico, ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951".

Tale caos non può non generare confusione sulla modalità di richiesta di una qualche forma di protezione internazionale, che ad oggi varia a seconda della persona in questione, senza alcuna regola certa.

"Questi vuoti normativi testimoniano una questione ancora più grave, vale a dire l’indifferenza da parte delle nostre autorità politiche sul tema, più evidente se si pensa che l’Italia è l’unico dei Paesi membri dell’Unione Europea a non aver una legge che disciplina in maniera rigorosa e puntuale il diritto d’asilo".

Tra l’altro, nonostante le positive innovazioni dei d.lgs.251/07 e 25/08, le nuove norme introdotte dal Pacchetto Sicurezza del 2009 dal governo Berlusconi "danno l’impressione agli addetti ai lavori di aver fatto dei passi indietro notevoli. E ciò mentre il Consiglio d’Europa discute di “armonizzazione” le politiche degli Stati membri per una “maggior tutela” per i richiedenti".

La principale critica posta quando si parla di asilo sta nell’impossibilità di poter garantire a tutti l’accesso alle procedure di protezione internazionale. "Il punto è che proprio tali procedure dovrebbero essere facilitate, da una parte, dotando gli Stati membri di strumenti adeguati per consentire una maggiore individuazione di chi effettivamente ha i requisiti per godere di una protezione internazionale, e di chi cerca, invece, solo un modo per eludere i controlli migratori, controlli rientranti comunque nei normali diritti/doveri dello Stato a tutela dei propri cittadini".

Solo così possono essere tutelati sia i richiedenti che lo Stato ospitante. Dall’altra, occorrerebbe predisporre adeguate informazioni ai richiedenti fin dal loro primo ingresso nel territorio, in modo da consentire una maggior protezione e trasparenza per costoro.

(fonte immagine: 1.bp.blogspot.com)

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