La tesi del giorno
Hugo Chavez: populista o grande riformatore del Venezuela?
Hugo Chávez era nato a Sabaneta nello stato di Barinas nell’ovest del Venezuela nel 28 luglio del 1954. Entrambi i genitori erano insegnanti di scuola primaria. Di etnia meticcia, le sue origini sono amerindie, afro-americane e spagnole. Secondo di sei figli, il piccolo Hugo insieme al fratello maggiore Adàn, fu affidato alla nonna paterna, Rosa Ines Chávez, a causa delle condizioni economiche non buone della numerosa famiglia.
Ma chi era in definitiva quello che sarebbe diventato futuro presidente del
Venezuela? Il suo era bieco populismo di sinistra o una forma di socialismo all'avangurdia del terzo millennio?
Il nostro autore
Andrea Sesti ha dedicato un'interessante tesi a questo personaggio, dal titolo
Il caso Chávez: ideologia e immagine.
Quando arriva al potere, scrive Sesti, "Chavez s’insedia alla presidenza e nomina un governo snello di quattordici ministri, la maggior parte dei quali ha poca o nessuna esperienza di pubblica amministrazione. Si ritrova una situazione di bilancio sull’orlo della bancarotta. Si rischia di non poter pagare gli stipendi nei prossimi mesi. Prende il toro per le corna e indice subito l’elezione di un’Assemblea Costituente. L’opposizione è allo sbando e il suo “Movimento V Repubblica” ottiene il 95% dei voti".
Con l’opposizione annichilita dalla sconfitta e incapace di riorganizzarsi, negli anni "il presidente emana
decreti in tutte le materie: dall’educazione alla riforma agraria, dalla finanza alla ristrutturazione dell’esercito, dalle telecomunicazioni al pubblico impiego. La nuova costituzione costruita su di lui glielo permette. L’Assemblea ratifica in silenzio".
Ha inizio anche l’
iperpresenzialismo della sua figura, del culto della sua persona. Appare ovunque, dalla sua trasmissione settimanale “Alò Presidente” ore di monologhi sulla televisione di stato, alle improvvisate intrusioni nelle televisioni private, alla partecipazione non richiesta a qualsiasi materia o manifestazione dello stato.
"E’ il principio della
rottura con la classe media con la quale non trova accondiscendenza ma solo ostilità. Il corto circuito con la middle-class, innaturale per una democrazia", è uno dei primi elementi e indizi che mettono in evidenza la trasformazione dell’ex colonnello in caudillo autoritario.
(fonte immagine: edition.channel5belize.com)
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