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La tesi del giorno

La felicità si misura con Twitter

La felicità si misura con TwitterSi chiama iHappy l'applicazione gratuita per iPhone e Android in grado di misurare la felicità giornalmente: l'analisi econometrica, basata su 110 province italiane, cattura la percentuale di tweet felici sul numero complessivo di tweet felici ed arrabbiati.

A seguito dell'istituzione della giornata internazionale della felicità, proclamata dalle Nazioni Unite al fine di promuovere la priorità del benessere e della felicità della popolazione mondiale a discapito della crescita economica, nasce un nuovo binomio che associa il grado di soddisfazione di vita degli italiani a Twitter, il social network attualmente più in voga.

Interessanti sono i risultati ottenuti nel 2012: secondo i quasi 47 milioni di tweet analizzati, si scopre che la maggioranza degli italiani è stata felice 1 giorno ogni 3. A incidere particolarmente sull'umore non sono principalmente i soldi, bensì la meteorologia: l'avvento della primavera così come la presenza del sole e l'aumento delle temperature rende in media molto più felici.

L'analisi evidenzia una più che ovvia incidenza di giorni felici in relazione ad avvenimenti legati agli aspetti della nostra vita personale: la nascita di un figlio così come le ricorrenze principali (Natale, San Valentino, festa delle donne e Ferragosto) raggiungono picchi di felicità. Ciò che invece sorprende sono i punti guadagnati grazie a un particolare evento politico o sociale: la nomina di Obama come Presidente USA oppure il goal di Balotelli, che ha portato la nazionale alla finale degli europei, hanno generato una felicità condivisa da molti.

Consultando tali dati è inevitabile chiedersi cosa sia effettivamente la felicità e come possa essere raggiunta.
A tal fine la tesi di Tonia Formisano "La valutazione della felicità mediante un modello statistico per dati ordinali" espone le risposte a questi interrogativi, intrisi di significati filosofici, psicologici ed economici che creano notevoli difficoltà alla costruzione di un modello unico che possa dirci cosa realmente sia la felicità.

Come spiega l'autrice nel suo elaborato, felicità e condizione economica sono un binomio spesso sopravvalutato: "Per molto tempo di fronte alle difficoltà connesse al raggiungimento di una definizione chiara a livello sociale del concetto di felicità si è ovviato, utilizzando un punto di vista economico, assumendo una sostanziale equivalenza tra felicità e reddito. È stato Easterlin il primo, in epoca moderna, a mostrare l'infondatezza di tale approssimazione formulando, quasi 4 decenni fa, il noto paradosso della felicità. Secondo l'economista americano l'andamento della ricchezza e della felicità seguono inizialmente un percorso parallelo, alla crescita della prima corrisponde una crescita della seconda, fino a giungere ad un punto in cui, a causa del continuo sforzo che l'individuo deve sostenere per l'accumulazione di beni, si genera un'involuzione del grado di felicità che l'individuo stesso percepisce. Il ritorno del concetto di felicità sulla scena economica mondiale è legato, come vedremo, alle numerose critiche che da più parti vengono rivolte agli usuali indici di misurazione del benessere sociale, primo tra tutti il PIL, Prodotto Interno Lordo, ritenuto da molti, uno strumento intrinsecamente limitato e limitante nella formulazione della programmazione economica. Se infatti l'obiettivo delle politiche economiche deve essere il miglioramento del benessere sociale, l'utilizzo di un indicatore distorto produce inevitabilmente scelte di policy distorte e quindi potenzialmente dannose."

Pertanto, l'autrice si pone l'obiettivo di ricercare un corretto indicatore in grado di misurare il livello di benessere della popolazione partendo dal concetto di felicità: è il caso del CUB, un modello innovativo che cerca di rispondere alle esigenze di riformulazione dell'approccio statistico ai dati ordinali riguardanti la percezione della felicità da parte del campione osservato attraverso l'aiuto di un opportuno software statistico.

L'analisi effettuata su di un campione di 553 individui a cui veniva richiesta una misurazione del proprio grado di felicità ha evidenziato una eterogenea distribuzione della felicità nell'area metropolitana di Napoli, in cui la distribuzione per tipologia di lavoro mostra i dati più significativi.

Se è vero che i soldi non fanno la felicità, l'indagine di Tonia sottolinea che la posizione sociale e il proprio stato di salute determinano le correlazioni più forti rispetto al grado di soddisfazione di vita dei cittadini italiani, ai quali seguono altrettanti fattori quali la ricchezza e l'accesso all'istruzione.

Al contrario l'indice iHappy, basato interamente sulle reazioni istantanee dei singoli individui agli avvenimenti che accadono nella vita di ciascuno e la corrispettiva incidenza sul proprio livello di felicità, dimostra come 140 caratteri siano più che sufficienti per esternare le proprie emozioni.

Fonte dell'immagine: http://cogitoetvolo.it/il-segreto-della-felicita/

Visita la tesi:

La valutazione della felicità mediante un modello statistico per dati ordinali
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