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La tesi del giorno

Le sfide del Vinitaly: commercializzazione e novità

Le sfide del Vinitaly: commercializzazione e novità"Nel mondo c'è fame di Made in Italy, ma il nostro Paese deve avere un progetto concreto, e il vino può essere la metafora dell'Italia e di questa scommessa". Parola di Matteo Renzi, primo cittadino di Firenze, che ha partecipato alla 47esima edizione del Salone Internazionale del Vino e dei Distillati Vinitaly 2013, lanciando un monito agli agricoltori italiani e in particolare alla politica troppo burocratizzata e limitante del Belpaese.

Come spiega dettagliatamente il dott. Alberto Forte nella sua tesi di dottorato "La vitivinicoltura siciliana nel contesto nazionale ed internazionale: analisi dei principali aspetti strutturali, commerciali ed organizzativi", tra le principali problematiche con le quali le imprese vitivinicole del nostro paese si sono confrontate nel corso dell’ultimo decennio, vi è l’aumento dei costi produttivi e di esercizio (ai quali contribuiscono la crescita dei prezzi delle materie prime e dell’energia) e la costante riduzione della richiesta di vino sul mercato interno, che da sempre ha costituito lo sbocco privilegiato delle produzioni enologiche, non solo delle aziende più piccole e meno strutturate del nostro paese, ma anche di quelle medio-grandi che per orientamento culturale e storia aziendale hanno teso a limitare il confronto con i mercati esteri.

"Le ragioni di questo approccio, come visto nel capitolo relativo all’internazionalizzazione delle imprese vitivinicole, sono in parte culturali ed in parte legate all’intensa concorrenza sui mercati esteri da parte di imprese di altri paesi ben strutturate per affrontare questi mercati e che si dimostrano capaci di competere anche in termini di qualità delle produzioni e di prezzi competitivi.

Interessanti sono, in questo ambito, le considerazioni e le analisi presentati nello studio commissionato a Rabobank da parte di Confagricoltura, secondo il quale i due “mondi” del vino, sviluppati in circostanze molto differenti, hanno problematiche essenzialmente opposte e sintetizzabili come di seguito: il Nuovo mondo fa fatica a sviluppare i prodotti ultrapremium e di nicchia, mentre il Vecchio mondo fa fatica a collocare un prodotto premium (quindi imbottigliato e con un prezzo al dettaglio generalmente superiore a 5 euro) ed allo stesso tempo destinato ad una fascia molto ampia di consumatori.
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Per i mercati europei, quindi, uno dei provvedimenti auspicati per aumentare la competitività consiste nell’allentamento delle regole per consentire di migliorare la concorrenzialità e sviluppare prodotti di marca con volumi più elevati.
E' evidente che per rispondere a questo tipo di problematiche il ruolo della politica di settore diventa determinante, "le opportunità offerte dalla politica comunitaria (Ocm vino, Psr, ecc.) dovranno essere usata in modo razionale con l'obbiettivo di realizzare un sistema di incentivazione capace di trasmettere stimoli efficaci per rafforzare la struttura e l'organizzazione delle imprese e per creare e accrescere la loro competitività. Sul piano poi della dimensione aziendale - aggiunge Eugenio Pomarici, del Dipartimento economia e politica agraria dell'Università di Napoli Federico II, - l'elemento strategico resta lo sviluppo di nuove e più mature forme di integrazione fra le imprese che consentano il raggiungimento di dimensioni ottimali di offerta e di capacità operativa nei mercati internazionali. Il sistema vitivinicolo italiano è già una rete di imprese. Si tratta di estendere il campo d'azione di questa rete dalla fase della produzione a quella della realizzazione di un sistema di reti distributive per implementare innovazione di prodotto, conoscenza dei mercati, logistica comunicazione e concentrazione dell'offerta".

A questo proposito è stato istituito nel 2009 il "contratto di rete", un'innovazione legislativa atta a favorire l'aumento di competitività delle piccole e medie imprese. Paola Iamiceli, docente dell'European University Institute di Firenze, spiega come "I contratti di questo genere possono stabilire forme di collaborazione tra piccoli produttori per facilitarne l'accesso al mercato, per esempio coordinando sistemi di offerta integrata per la grande distribuzione".

Oltre ai numeri del vino Made in Italy sul mercato nazionale ed estero, i protagonisti dell'evento sono le innovazioni: tra le novità presentate al Vinitaly, lo spumante con polvere d'oro, il vino dietetico e quello invecchiato negli abissi marini o nei ghiacciai sono i prodotti creati ad hoc per soddisfare i palati sempre più esigenti e sofisticati dei consumatori di tutto il mondo, che ricercano nel nettare degli dei l’idea di status symbol e lusso così come nelle griffe del mondo della moda.

Fonte dell'immagine: http://www.agricolturanews.it/quali-strategie-per-il-vino-italiano-in-cina/

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