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La tesi del giorno

Lo scontro infinito tra scuola pubblica e privata

Lo scontro infinito tra scuola pubblica e privata"La laicità dello Stato, principio fondamentale del nostro ordinamento giuridico, si trova esposta in questi ultimi anni ad attacchi posti ben in evidenza da alcuni recenti avvenimenti. Il fallimento del referendum sulla procreazione assistita, la questione del crocifisso nelle aule scolastiche e negli uffici pubblici, le polemiche per la mancata menzione delle radici cristiane nella nascente Costituzione europea rappresentano, ciascuna con le proprie specificità, altrettanti tentativi di erodere il principio di laicità. In questo ambito viene in rilievo anche il finanziamento alle scuole non statali, in quanto la maggioranza di esse, in Italia, è dipendente dal Vaticano".

Così scrive Alberto Pani nella sua tesi Le Regioni tra scuola pubblica e scuola privata, che si concentra sull’istruzione per comprendere quale sia stato, dalle origini sino ad oggi, l’itinerario seguito dallo Stato per migliorare il sistema scolastico, come sia evoluta la legislazione sulle scuole non statali e quale sia il cammino che dall’assoluto divieto di finanziamento, sotto qualsiasi forma, affermatosi in dottrina a seguito dell’entrata in vigore della Costituzione, ha portato all’affermarsi del sistema del buono scuola, tenendo conto anche delle esperienze dei paesi europei al riguardo.

Dopo l’entrata in vigore della Costituzione si sono succeduti numerosi progetti legislativi tendenti ad attuare la cosiddetta "parità scolastica" e ad affrontare la questione dei finanziamenti alle scuole private. Le diverse proposte sono, per lo più, naufragate nonostante gli impulsi delle gerarchie ecclesiastiche, basti pensare ai reiterati inviti del Papa Giovanni Paolo II.

Purtroppo, scrive il nostro autore, "il buono scuola ha causato delle disparità, avvantaggiando, come denunciato da più parti, le classi più abbienti e favorendo un sistema elitario in cui è la scuola pubblica ad essere affossata".

Il crollo del regime comunista sovietico, di quelli dei paesi dell’est europeo e la caduta del Muro di Berlino, fra i vari effetti fecero anche venir meno la forte spinta ideologica a difesa della scuola pubblica. In dottrina, in particolare a seguito del processo di secolarizzazione della scuola pubblica, si sono elaborate diverse teorie volte a riconoscere la legittimità della concessione di sussidi alle scuole non statali.

"Si è fatto leva sul compito della Repubblica di istituire scuole per ogni ordine e grado, ritenendo che il concetto di “Repubblica” richiami tanto lo Stato come soggetto quanto lo Stato come comunità, esponendosi, così, al rilievo critico secondo il quale scuole pubbliche e scuole private hanno esigenze e si ispirano a logiche diverse, visto che la scuola pubblica offre un servizio aperto a tutti mentre la scuola privata, posto il suo caratterizzarsi per il perseguimento di una determinata tendenza ideologico-culturale, non si rivolge a tutta la comunità".

Il processo di passaggio al finanziamento delle scuole non statali perviene ad una maturazione dal 2000 in poi. E’ in tali anni che lo Stato interviene in materia di parità scolastica e anche di buoni scuola, mentre diverse Regioni adottano il buono scuola e la Lombardia, che lo aveva previsto sin dal 1999, ne prevede la concreta applicazione.

(fonte immagine: lettera43.it)

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