Skip to content

La tesi del giorno

La Turchia sempre più lontana dall'Europa

La Turchia sempre più lontana dall'EuropaSe fino a pochi anni fa le scelte operate dalla Turchia nel campo della politica estera potevano definirsi ambivalenti, oggi la nuova diplomazia di Ankara guarda in una direzione ben precisa dal punto di vista geopolitico.

Come spiega bene Lorenzo Lazzerini nella sua tesi La politica estera della nuova Turchia, Ankara si allontana dall'Europa, "a lungo impegnato su un doppio fronte, che prevedeva l’allacciamento di buoni rapporti con i vicini orientali, senza tuttavia abbandonare la strada dell’adesione all’Unione Europea, il governo Erdogan si è progressivamente distaccato da quest’ultima opzione, lasciando cadere l’occasione di entrare a far parte, a tutti gli effetti, del Vecchio Continente".

L’orientamento islamista del partito AKP, al governo dal 2002, ha fatto riscoprire alla Turchia le proprie radici di stato islamico, anche se in realtà la sfera religiosa è stata mantenuta separata da quella statale.

"Lo spettro dell’inserimento di uno stato islamico nell’Ue", scrive il nostro autore, "ha destato non poche preoccupazioni tra le potenze europee. Tuttavia, dal punto di vista giuridico, l’identità islamica della Turchia non dovrebbe certo rappresentare un impedimento per il suo ingresso".

La classe politica e l’opinione pubblica europea continuano comunque a pensare la Turchia come l’eccezione musulmana nell’Europa cristiana, senza considerare la vocazione laica dell’Unione Europea, e senza ricordare che nella penisola anatolica la separazione tra stato e religione esiste davvero, ed è sancita dall’articolo 2 della Costituzione turca.

"Un altro fattore di preoccupazione per Bruxelles è costituito dalle motivazioni politiche. Diversi analisti concordano sul fatto che il peso demografico della Turchia andrà a sminuire l’importanza delle potenze europee in seno alle istituzioni comunitarie, specialmente all’interno del Consiglio dell’Unione. Per le decisioni prese dal Consiglio nelle materie in cui non è richiesta l’unanimità, contano infatti i voti di ciascun paese membro, ripartiti in base alla popolazione nazionale. La Turchia, la cui popolazione attuale supera i 75 milioni di abitanti, potrà quindi verosimilmente far sentire la propria voce, avendo lo stesso numero di voti concesso a Germania, Francia e Italia ed ergendosi così al pari dei grandi attori europei".

Un aspetto poco rassicurante per gli stati europei, i quali hanno mantenuto alto il proprio livello di guardia verso le richieste di adesione provenienti da Ankara, che già si muovevano su un terreno fragile, a causa della questione del genocidio armeno, compiuto dall’allora esercito ottomano durante la Prima guerra mondiale e mai riconosciuto ufficialmente dalla Turchia, del mancato rispetto dei diritti umani relativo alla questione curda, e della questione di Cipro, che continua ad essere spaccata in due: il nord greco e il sud turco.

"Le prospettive dunque non sono positive", conclude Lazzerini, "visto il peggioramento dei rapporti tra Ankara e Bruxelles, e per l’immediato futuro si profila addirittura il rischio di una rottura definitiva, a causa della questione di Cipro, ancora lontana dal giungere a una soluzione politica e fattasi ancora più incandescente, dopo le trivellazioni operate dalla compagnia energetica Noble Energy nelle acque dell’isola".

(fonte immagine: internazionale.it)

Visita la tesi:

La politica estera della nuova Turchia, Ankara si allontana dall'Europa
Argomento tesi precedente
Sanità elettronica: quali vantaggi?
Argomento tesi successiva
Se la sveglia suonasse alle 11...