La tesi del giorno
Se la sveglia suonasse alle 11...
Per molti studenti è solo un sogno, ma alla Hugh Christie Technology College di Tonbridge, cittadina del Kent situata a circa 60 km da Londra, il sogno è diventato realtà: i fortunati studenti dell'istituto inglese tra i 16 e i 18 anni hanno infatti avuto la possibilità di partecipare a un esperimento davvero singolare che prevede l'inizio delle lezioni alle ore 11 anziché alle 8 per tre giorni alla settimana per uscirne alle 17.
Lo scopo dell'iniziativa è migliorare il rendimento scolastico modellando il sistema scolastico sull'orologio biologico degli studenti. Pare infatti che il "
late start" rispetti il
ritmo circadiano degli adolescenti, che a differenza degli adulti avrebbero la necessità di dormire più a lungo (circa 9 nove ) ed essere operativi in tarda mattinata.
E i risultati lo confermano: dall'inizio dell'esperimento, nato nel 2007 e tuttora vigente, i voti ai Gsce (gli esami finali di qualificazione) sono migliorati del 25% e la quota di ragazzi che continuano gli studi all’Università è passata dal 10 al 50%.
Per spiegare il successo dell'iniziativa è necessario comprendere la fisiologia del sonno, analizzato nella tesi di
Silvia Varani "
Attivazione mnestica nelle fasi di passaggio veglia-sonno, sonno-veglia", che dimostra l’influenza che il sogno, o meglio il complesso dell’attività mentale presente nel sonno, esercita sui processi di memoria e lo studio dell'attività mentale nel
sonno.
"
Viene comunemente definito sonno quello stato psicofisico, periodico e reversibile, caratterizzato fondamentalmente da un’interruzione dei rapporti sensoriali e motori che legano l’organismo all’ambiente circostante.
La storia della ricerca sul sonno è la storia del successivo abbandono di modelli riduzionistici (basati su localizzazioni anatomiche macro e microscopiche e caratterizzazioni biochimiche, quali i centri, i neuroni, i mediatori del sonno) che si basano sull’ipotesi che il sonno sia una funzione specializzata e che si rivelano inadeguati a descrivere una realtà così complessa. L’inadeguatezza dell’approccio riduzionistico ha un fondamento epistemologico: il sonno non è una funzione bensì, come si è detto, uno "stato", una delle possibili manifestazioni comportamentali. Inoltre, è un fenomeno complesso, e né il mediatore né il neurone né il centro lo possono riassumere e contenere. Richiede quindi un approccio sperimentale olistico.".
L'elaborato di Silvia si concentra in seguito allo studio sull’influenza della memoria sul
sogno, quello che riguarda le fonti mnestiche del sogno e le modalità con cui il materiale mnestico viene elaborato per formare il sogno stesso.
Come facilmente intuibile, la ricerca prodotta dall'autrice conferma che dormire di più non solo fa bene all'organismo ma rafforza la memoria e aiuta a lavorare meglio, pertanto organizzare la giornata "a misura di sonno" potrebbe essere la carta vincente per ridurre lo stress e, soprattutto, un'operazione di marketing di successo.
Fonte dell'immagine: http://aulascienze.scuola.zanichelli.it/2010/04/29/chi-dorme-impara/
Visita la tesi:
Attivazione mnestica nelle fasi di passaggio veglia-sonno, sonno-veglia

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