La tesi del giorno
Il riscaldamento globale, fra impegno politico e negazionismo
Secondo i dati pubblicati dall'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), il 2012 è stato uno degli anni più caldi degli ultimi decenni, sia a livello nazionale che globale. Secondo il rapporto, infatti, il 2012 si colloca al quarto posto dopo il 1994, il 2000 e il 2003. Inoltre, con il 2012 arriviamo al 21esimo anno consecutivo in cui la temperatura risulta più elevata della norma. Le temperature, infatti, non sono state alte solo nei mesi estivi: con eccezione di gennaio e febbraio, tutto il 2012 ha visto un aumento medio di 1.3°C.
Secondo le stime, il riscaldamento climatico in Italia dal 1961 al 1990 è stato di 0.78°C, mentre l'impennata è arrivata negli ultimi anni: dal 1981 al 2012 la temperatura media è aumentata di 1.08°C. Dal 1951-2012 anche le precipitazioni medie annuali risultano essere in diminuzione, leggera al Nord, ma significative dal punto di vista statistico al Centro e al Sud.
Dati del genere allineano il cambiamento climatico del nostro paese a quello globale. Basta guardare questo video pubblicato dalla NASA all'inizio del 2013. Il video mostra come, dal 1880 al 212, la temperatura globale sia aumentata di almeno 2°C.
Secondo gli esperti, un simile incremento della temperatura è la causa di fenomeni climatici violenti come gli uragani. Ultimo solo in fatto di tempo, Sandy che ha distrutto nell'autunno del 2012 la costa est degli Stati Uniti e in particolare New York.
Ma a cosa è dovuto il riscaldamento globale? Di fronte questa domanda la comunità scientifica internazionale si è spesso divisa. Nella sua tesi, Riscaldamento globale, adattamento al cambiamento climatico e opzioni reali, Fabio D'angiolillo riporta alcune delle ricerche più importanti sul global warming, prendendo anche in considerazione le posizioni dei cosiddetti negazionisti del riscaldamento globale. Secondo le teorie più accreditate, l'innalzamento della temperatura è dovuto alla crescita della popolazione mondiale e al conseguente incremento nell'utilizzo di combustibili fossili (petrolio, carbone e gas naturale) i quali nel processo di combustione emettono anidride carbonica, responsabili del riscaldamento dell'aria.
Eppure sono in tanti a screditare queste teorie di tipo antropogenico (cioè che il cambiamento sia causato dall'intervento umano). Secondo i negazionisti, infatti "nei precedenti 800 mila anni il clima terrestre è passato tra otto distinte ere glaciali ognuna durata 100 mila anni, seguita da un periodo interglaciale, o relativamente caldo, durato circa 10 mila anni. Poiché l’ultima era glaciale è stata poco più di 10 mila anni fa, si aspetta una nuova era glaciale, che esattamente non si sa quando verrà, ma si sa che l’anidride carbonica di origine antropogenica non può fermare la marcia dei cicli astronomici".
Per anni alcuni paesi, Cina, India e Stati Uniti in testa (cioè i maggiori consumatori di combustibili fossili), hanno utilizzato pareri come questo per non aderire a politiche più ecosostenibili: l'amministrazione Bush si è rifiutata di sottoscrivere il protocollo di Kyoto sostenendo che non ci fossero abbastanza prove per dimostrare che a causare l'effetto serra fossero le emissioni di anidride carbonica. Anche se la politica di Barack Obama sembra voler andare in tutt'altra direzione (sebbene in molti considerino irrisorio l'impegno di ridurre le emissioni gas serra del 17% rispetto ai livelli del 2005), il rischio di avere un pianeta surriscaldato non sembra affatto superato. Anzi, forse certe scelte arrivano davvero un po' troppo tardi.
Immagine di apertura presa qui.