La tesi del giorno
La morte di Cory Monteith e gli attacchi omofobi contro Glee
Sabato 13 luglio in una albergo di Vancouver, è stato trovato il cadavere di Cory Monteith, meglio conosciuto come Finn Hudson, protagonista di Glee, popolarissimo telefilm americano. Con molte probabilità il decesso è avvenuto per overdose. L'attore trentunenne, infatti, era da poco uscito da una rehab nel tentativo di porre fine alla sua dipendenza da alcol e droga. Appena la notizia è arrivata sul web, si sono moltiplicati i messaggi di cordoglio e di solidarietà nei confronti della famiglia, del cast, e in particolare di Lea Michele, fidanzata di Cory Monteith, nella vita e sul set (#RipCoryMonteith e #PrayForLea). Eppure, non tutti hanno reagito allo stesso modo: sempre via Twitter, la Westboro Baptist Church, chiesa battista ultra conservatrice, ha ringraziato Dio per la morte dell'attore, invitando Lea Michele a suicidarsi per coronare il loro sogno d'amore all'inferno.
Una delle ultime esibizioni di Cory Monteith insieme alla fidanzata Lea Michele.
Secondo la Westboro Baptist Church, la "colpa" di Cory Monteith - e di tutto il cast - è quella di aver partecipato al telefilm più gay friendly di sempre. La serie tv, ideata da Ryan Murphy (autore dichiaratamente gay, creatore anche di Nip/Tuck e American Horror Story) e trasmessa in America da FOX (in Italia va in onda su Sky) è incentrata su un gruppo di canto corale scolastico, il glee club, in un paesino sperduto dell'Ohio. Nell'arco di quattro anni dall'episodio pilota, Glee ha portato sul piccolo schermo tantissimi personaggi omosessuali tutti amatissimi dal pubblico: da Kurt, l'adolescente gay che lotta contro il bullismo omofobico dei suoi coetanei, a Blaine, il suo ex fidanzato, passando per Santana, la cheerleader che si scopre lesbica, la sua ex fidanzata, Brittany, bisessuale, fino ad arrivare alla transessuale adolescente Unique, solo per citare i principali. Per tutti questi anni, inoltre, l'omosessualità e il bullismo omofobico sono stati fra i temi principali del telefilm, che ha fatto della diversità il proprio cavallo di battaglia.
A differenza di altri prodotti televisivi che raccontano in maniera così esplicita l'omosessualità (come Queer as Folk o The L Word), Glee va in onda su una televisione generalista. Non solo, la serie televisiva, che mescola il format tipico del teen drama (telefilm destinati agli adolescenti) con il musical, ha raggiunto cifre da capogiro, sia per numero di spettatori (la seconda stagione ha avuto picchi di 26 milioni) che per numero canzoni vendute su iTunes. Inoltre, durante le prime due stagioni, il cast è stato impegnato in un tour in giro per il mondo, che ha incassato solo nel 2011 36milioni di dollari.
Complice l'enorme successo, Glee e i suoi autori sono stati accusati dai gruppi conservatori americani più volte di "propagandare" lo "stile di vita omosessuale". Quando nella primavera del 2012, il presidente USA si disse favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, Bristol Palin, figlia dell'ex candidata Repubblicana alla vicepresidenza della Casa Bianca, Sarah Palin, dichiarò che certe posizioni erano dettate dall'influenza che telefilm come Glee avevano su Malia e Sasha, le figlie di Barack Obama: «Un padre dovrebbe indicare alla propria famiglia il giusto modo di pensare. In questo caso, sarebbe stato bello se il Presidente avesse contribuito a plasmare il pensiero delle figlie, invece di limitarsi a riflettere ciò che molti adolescenti pensano dopo aver visto troppi episodi di Glee».
In effetti, diversi studi mostrano come i teen drama abbiano un'influenza enorme sul pubblico al quale sono destinati, fino ad essere uno degli strumenti attraverso i quali gli adolescenti costruiscono parte della propria identità. Nella tesi, Il Teen Drama: l'adolescente diventa fan di Se Stesso attraverso lo specchio della TV, Martina Marchetti approfondisce le strutture narrative di questo tipo di produzione mediatica, dando particolare rilievo alle implicazioni psicologiche che i telefilm hanno sui loro giovani spettatori.
Proprio grazie alla sua struttura seriale, il rapporto fra spettatori e protagonisti dei telefilm è molto intenso: "La struttura telefilmica, basata sul mettere in onda, in una serie di episodi con cadenza temporale definita, una narrazione altrimenti lunga moltissime ore, permette al soggetto di creare un vero e proprio rapporto con il personaggio sullo schermo. Inoltre, le vicende del personaggio, non si riferiscono solo ad una fase della sua vita, ma abbracciano un periodo ben più ampio della sua esistenza, permettendo così allo spettatore di assistere sia alle sue azioni che alle conseguenze di esse, man mano che lo stesso personaggio matura". Come scrive Ivan Cotroneo, autore della fortunata serie televisiva di Rai 1, Tutti pazzi per amore, "i personaggi delle fiction vivono con noi tra una puntata e l'altra".
In questo processo di identificazione, il giovane spettatore rivede se stesso e trova nelle vicende che vivono i personaggi ispirazione e punti di riferimento per "costruire" una parte di sé: "Per quanto criticabile, la presenza di modelli cui ispirarsi è qualcosa di necessario per l'adolescente che cerca di costruire la sua identità, e molto importante è che abbia a disposizione dei modelli simile a sé, data la forte necessità in questo periodo della vita di costruire rapporti basati sul rispecchiamento più che sul confronto."
E anche se non sarà gradito alla chiesa più conservatrice ed omofoba d'America, uno dei maggiori meriti di Glee non è stato solo cambiare la percezione che gli americani hanno dell'omosessualità - cambiamento che, in qualche modo, ha portato alla decisione della Corte Suprema di considerare incostituzionale la DOMA, legge del 1996 che proibiva a livello federale il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso: Glee ha aiutato tantissimi ragazzi e ragazze che scoprono la propria omosessualità a viversi, senza troppe paure, dando loro la consapevolezza di non essere soli, di non essere destinati all'infelicità (del resto, glee in inglese vuol dire "gioia").
Questo almeno fino alla scorsa stagione. Anche se sembra improbabile la cancellazione del telefilm, giunto alla quinta edizione e rinnovato da FOX fino alla sesta, dopo la morte di Cory Monteith è possibile che le riprese - il primo shooting era previsto per il 27 luglio - subiscano una drastica battuta d'arresto. Senza contare che la morte per abuso di sostanze stupefacenti da parte di uno degli attori principali del cast getta un'ombra lunga sul telefilm canterino, caratterizzato da una pioggia di buoni sentimenti e - soprattutto - dall'immancabile happy ending.
Immagine di apertura presa qui.