La tesi del giorno
Corruzione privata: è reato?
Sembra un paradosso, invece è la realtà: in Svizzera le tangenti tra privati sono deducibili dalla dichiarazione dei redditi. E' infatti sufficiente dimostrare che senza quel pagamento determinate operazioni non potevano essere portate a termine per evitare di incorrere nel reato di corruzione.
E' considerato invece, illecito, pagare le bustarelle a funzionari pubblici o ai politici, come avviene in altri Paesi. Secondo il Parlamento federale, infatti, in caso di tangenti tra privati, solo il corrotto rischia di incorrere in una querela, se si dimostra che, accettando una mazzetta, ha danneggiato la propria azienda. Quello che rischia è una denuncia per il reato di
amministrazione infedele. Al contrario, al corruttore è concesso di dedurre dal reddito imponibile la somma versata, come "premio" per aver danneggiato la concorrenza.
Nonostante la corruzione sia una pratica molto diffusa, anche il nostro ordinamento penale concepisce la corruzione, allo stato attuale, unicamente come un fenomeno che riguarda necessariamente un soggetto pubblico, che sia un pubblico ufficiale od un incaricato di pubblico servizio e nel codice penale i reati di corruzione sono tutti contenuti nel titolo dedicato ai
reati contro la Pubblica Amministrazione, come evidenziato nella tesi di
Andrea Presotto "La corruzione tra privati: aspetti nazionali, sovranazionali ed internazionali".
Leggendo l'elaborato di Andrea si scopre, però, che finalmente in Italia la corruzione tra privati sta per essere disciplinata: "
è innegabile che negli ultimi anni stia acquistando sempre più importanza anche un'altra forma di corruzione, quella che avviene fra persone private, cioè fra soggetti che non rivestono alcuna carica pubblica. Ultimamente anche il nostro legislatore sembra essersene accorto ed ha riscritto, tramite il d. lgs. 61/2002, gli articoli 2634 e 2635 c.c. Tali articoli dovrebbero fornire una tutela contro fenomeni corruttivi e, più in generale, contro abusi effettuati dagli amministratori ai danni del patrimonio societario. In particolare l'art. 2635 c.c. rappresenterebbe la fattispecie tipica di corruzione fra privati, ma il legislatore non è sembrato estremamente convinto di incriminare tale reato, tant'è che la rubrica recita "Infedeltà a seguito di illecita dazione o promessa di utilità", segno delle incertezze e dei tentennamenti ad agire in modo deciso verso la repressione penale."
Ma perché è importante creare la fattispecie della corruzione fra privati? Come spiega Andrea, "
A differenza della corruzione pubblica, la corruzione privata è più ambigua, perché entrambe le parti, corrotto e corruttore, non sono pubbliche: il corrotto non è ammantato da un'aura di potere, non è quindi in una posizione di superiorità rispetto al corruttore. Dato che quindi i rapporti sono paritetici, l'atto corruttivo in cosa consisterà?
Studi in materia distinguono tre tipologie di corruzione privata: pratiche corruttive che sono compiute all'interno delle imprese; pratiche che avvengono nella catena dei prezzi; pratiche che riguardano la competizione tra imprese."
Il primo caso può riguardare, ad esempio, un dirigente che, per favorire i propri interessi personali, si corrompa ed adotti decisioni che si rivelino dannose per l'impresa. Gli atti corruttivi a natura privata del secondo tipo hanno luogo nella catena produttiva qualora un'impresa produttrice preferisca concedere la vendita dei propri beni a determinati distributori piuttosto che ad altri non sulla base del possesso di determinati requisiti tecnici o per una migliore capacità imprenditoriale, ma semplicemente per aver pagato una tangente. Il terzo e ultimo tipo concerne invece gli atti di corruzione che alterano la concorrenza sul mercato, di solito adottati da operatori che si collocano sullo stesso livello produttivo.
In ognuno di questi casi i danni economici arrecati dalla corruzione tra privati sono molteplici: "
in generale, la corruzione favorisce attività improduttive o che producono soltanto rendite. Da ciò ne deriva una minore competitività dell'impresa, dunque una minore capacità di esportazione. Inoltre essa favorisce aumenti dei costi di produzione e conseguentemente, nei vari passaggi che avvengono nella catena produttiva, il prezzo del prodotto si ricarica in maniera non fisiologica, con il risultato che anche il consumatore finale subirà un pregiudizio dalla condotta di corruzione.
Questi sono i principali effetti negativi che la corruzione, ed in particolare quella privata, creano all'economia."
Pertanto chi ci rimette, anche in questo contesto, è il semplice cittadino, per cui è auspicabile che i principali strumenti di repressione del fenomeno corruttivo privato, rappresentati dagli artt. 2634 e 2635 c.c, siano al più presto potenziati per sopperire alle lacune di tali fattispecie, come evidenziato dalla ricerca del dott. Presotto.
Fonte dell'immagine: http://www.gadlerner.it/2012/10/22/litalia-campionessa-europea-di-corruzione
Visita la tesi:
La corruzione tra privati: aspetti nazionali, sovranazionali ed internazionali

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