La tesi del giorno
Congedo di paternità: perché solo un'ora?
Il congedo di paternità, tra le novità della Riforma Fornero, è stato introdotto in Italia il 28 giugno 2012 dal comma 24 dell'articolo 4 al fine di sostenere la genitorialità, promuovendo una cultura di maggiore condivisione dei compiti nella cura dei figli.
Il congedo è un'agevolazione già esistente da tempo in vari paesi europei, ma una sorta di novità nel nostro, che tuttavia beneficiava già del "congedo parentale", concesso in via del tutto eccezionale solo nel caso in cui si verifichino determinati eventi riguardanti la madre del bambino, a prescindere dal fatto che la stessa sia lavoratrice o non lavoratrice (morte, grave infermità, abbandono, rinuncia al congedo di maternità oppure affidamento esclusivo del figlio al padre).
La nuova legge, promossa in via sperimentale per il triennio 2013-2015, prevede che l'
obbligo di astensione al lavoro del padre lavoratore dipendente per un periodo di
un giorno.
"
Tale diritto si configura come un diritto autonomo rispetto a quello della madre e può essere fruito dal padre lavoratore anche durante il periodo di astensione obbligatoria post partum della madre. Per la fruizione dello stesso, al padre è riconosciuta un'indennità pari al 100 per cento della retribuzione.
Il padre lavoratore dipendente, entro i cinque mesi dalla nascita del figlio può astenersi per un ulteriore periodo di due giorni, anche continuativi, previo accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest'ultima. Al padre è riconosciuta un'indennità pari al 100 per cento della retribuzione in relazione al periodo di astensione." (Fonte:
www.inps.it).
Di regola, l'indennità è anticipata in busta paga dal datore di lavoro. Ottenere il congedo per paternità è piuttosto semplice, basta comunicare in forma scritta al datore di lavoro i giorni scelti per astenersi dall'attività lavorativa, con 15 giorni di preavviso. Eppure solo il 6,9% dei padri scelgono di usufruirne. Le radici di ciò potrebbero ricondursi a una visione ancora arcaica della famiglia sotto alcuni punti di vista, come quello secondo cui sono per la maggiore le donne a doversi occupare della prole.
Ma le motivazioni potrebbero celarsi anche nel timore di non essere ben visti dai datori di lavoro. Insomma, un identikit che pare aver poco in comune con i nuovi papà "
high care" la cui esistenza viene posta in risalto da autorevoli studi. Si tratta di quei padri che rivelano una società in trasformazione, i quali mostrano una simmetria di ruoli fino ad ora sconosciuta: quelli che si occupano dei figli completamente, accudendoli, accompagnandoli a scuola e giocando insieme a loro.
Confrontare la situazione italiana con quella dei Paesi limitrofi come la Francia o la Germania può essere un ottimo punto di partenza per capire a che punto siamo arrivati rispetto al congedo parentale e quali potrebbero essere le misure per allinearci con gli altri Paesi europei.
Uno studio realizzato dall'
OCDE (Organizzazione di cooperazione e di sviluppo economico) nel luglio 2012 analizza come funziona il congedo parentale tra i nostri "vicini".
Grazie alla rivoluzionaria riforma ad opera del Ministro
Vallaud-Belckacem in materia di congedo parentale, agli uomini francesi spettano per legge
6 mesi di paternità, sui tre anni autorizzati per ogni coppia, con assegno garantito dallo Stato. Contrariamente al passato, il periodo che spetta all'uomo non potrà essere scambiato con l'altro genitore. E per quelle famiglie che si adegueranno alla riforma è prevista una corsia preferenziale nell'accesso agli asili nido.
In Germania, invece, la durata del congedo è di tre anni, che possono essere utilizzati dal padre o dalla madre entro gli 8 anni del bambino. Il datore di lavoro non può rifiutarsi di concedere il congedo salvo che per "gravi motivazioni". Il genitore percepisce il 67% del suo stipendio entro il limite del 1.800 euro al mese, per un anno. Per incentivare i padri ad usufruire del loro congedo, quando il padre e la madre prendono almeno due mesi di congedo ciascuno vengono concessi due mesi di congedo bonus (vengono pagati 14 mesi e non 12).
Come spiega la dott.ssa
Perla Colzi nella sua tesi "Congedo di maternità e paternità, congedi parentali e strategie di conciliazione", "
In Italia la disciplina dell'istituto del congedo parentale è ispirata ad una ratio completamente differente da quella che invece anima l'istituto del congedo di maternità/paternità. Qui il legislatore ha inciso in modo più profondo, con disposizioni innovative rispetto a quelle precedenti, che hanno riconosciuto, se pur con alcuni limiti, una posizione paritaria ai genitori in relazione al binomio lavoro/famiglia, anche se solo per quanto riguarda i genitori lavoratori dipendenti. L'essenza più intima dei congedi parentali, per cui entrambi i genitori hanno ora pari diritti e responsabilità, si manifesta proprio nella possibilità per il padre di assentarsi dal lavoro senza alcuna limitazione, indipendentemente dall'esistenza o meno di un diritto della madre."
Inoltre, l'autrice individua le strategie di conciliazione tra lavoro e famiglia e nel rapporto di lavoro, evidenziando una criticità indiscutibile:
"Sorge il dubbio che lo strumento giuridico più opportuno per realizzare la conciliazione tra lavoro e resto della vita non sempre sia la norma imposta che stabilisce diritti e limiti all'esercizio dei poteri, ma occorre uno strumento più duttile o più probabilmente un insieme di strumenti differenziati e coordinati."
Certo è che, per provocare un vero cambiamento culturale, risulta necessario dapprima imporre nuove regole per favorire l'uguaglianza dei sessi. Il caso della Norvegia rappresenta un caso virtuoso: primo Paese a introdurre il congedo per i padri esattamente vent'anni fa, dà ai genitori la facoltà di scegliere un congedo parentale di 56 settimane (durante le quali si ha diritto all'80% dello stipendio) o 46 (a salario pieno), 12 delle quali (anche frazionate in modi diversi) sono riservate al padre. L'esempio norvegese dimostra che, a volte, limitare il libero arbitrio è il primo passo per cambiare anche la cultura.
Fonte dell'immagine: http://www.laleggepertutti.it/21632_congedi-parentali-dopo-la-riforma-fornero-riposo-obbligatorio-voucher-per-asili-nidi-e-babysitter
Visita la tesi:
Congedo di maternità e paternità, congedi parentali e strategie di conciliazione

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