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La tesi del giorno

La Crimea tra Russia e Ucraina

La Crimea tra Russia e UcrainaLa Crimea, fino al 18 marzo 2014, è stata una Repubblica Autonoma sotto sovranità Ucraina.
Con l'indipendenza dall'Unione Sovietica, dichiarata il 24 agosto 1991, l'Ucraina ereditò il territorio della ex - RSS Ucraina, compresa la Crimea che diventò una Repubblica Autonoma.
A seguito dei disordini civili in corso in Ucraina iniziati nel novembre 2013, causati della sospensione, da parte del governo ucraino, di un accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione europea, la situazione tra Ucraina, Russia e Crimea è degenerata.
Conseguentemente agli scontri di piazza, nel febbraio 2014 il governo filorusso del presidente Janukovyč è stato rimpiazzato da un governo filoeuropeo. Agli inizi del mese di marzo, la Repubblica Autonoma di Crimea ha proclamato l'indipendenza dall'Ucraina e ha indetto un referendum per l'annessione alla Russia. Il referendum si è tenuto domenica 16 marzo e ha visto, con molti sospetti di brogli, la vittoria, con il 93% dei voti, di coloro che vogliono ricongiungersi alla Russia. (Fonte: ilpost).

La situazione tra Ucraina, Russia e Crimea era certamente molto complessa anche prima dello scoppio delle tensioni degli ultimi mesi. Il dott. Alessio Bini, nella sua tesi ha esaminato in modo approfondito le dinamiche interne ed esterne della questione Crimeana.
«Sappiamo che il conflitto geopolitico in Crimea è caratterizzato da un intreccio instabile ed esplosivo tra fattori esterni ed interni che si combinano tra loro rendendo difficile, nella realtà concreta, distinguere tra i due livelli. È come se si fosse attivato un meccanismo politico infernale tale per cui le debolezze e le contraddizioni interne alimentano quelle esterne e le rafforzano e queste ultime, a loro volta, si ripercuotono sul livello interno in un circolo vizioso che sembra non arrestarsi. […]»
Una delle questioni interne più importanti è rappresentata dai conflitti interetnici irrisolti. La popolazione della Crimea è formata per il 58% da russi, per il 24% da Ucraini e per il 12% da Tartari. Secondo il dott. Bini è molto importante porre fine al conflitto etnico a bassa intensità che tormenta attualmente la Crimea.
«La strada per la normalizzazione della situazione passa inevitabilmente per il reintegro politico, economico e sociale dei Tatari di Crimea, che attualmente sono la tipica minoranza discriminata e, a causa di ciò, levatrice di tensioni.»
Il dott. Bini è giunto alla conclusione che «è l'attuale instabilità interna che attira a sé (e che non riesce a trattenere all'esterno) tutta una serie di soggetti geopolitici esterni, siano essi unità statali o meno, che cercano di sfruttare al meglio la situazione facendo valere i propri interessi geopolitici. Sia chiaro però che la risoluzione del conflitto a bassa intensità in Crimea non si tradurrà automaticamente in una pace generalizzata nella Regione del Mar Nero. È ingenuo credere che la pace in Crimea possa spazzare via tutto d'un colpo i molteplici fattori, presenti in ogni Stato della Regione, Ucraina in primis, che rendono la Regione altamente instabile e priva di un livello accettabile di legittimità. È tuttavia innegabile che un mutamento di tale entità in Crimea, che abbiamo visto essere la pietra d'angolo su cui si regge la (in)stabilità Regionale rappresenterebbe sicuramente un passo avanti verso la ricerca di un nuovo ordine, più legittimo e di conseguenza più stabile.»

Dall'analisi del dott. Bini si può dedurre che i recenti accadimenti che hanno coinvolto la Regione del Mar Nero erano facilmente prevedibili. La Crimea rappresenta infatti il focus geopolitico delle relazioni russo – ucraine e l'alterazione del fragile equilibrio che si era venuto a creare tra Russia e Ucraina ha acutizzato le tensioni già presenti nella penisola della Crimea.
«Fin dal primo momento della sua indipendenza l'Ucraina, indipendentemente dalla miriade di problemi interni che l'hanno tormentata, si è trovata a ricoprire un posto di primo piano negli instabili equilibri di potere nella periferia orientale dell'Europa. E come si può agevolmente intuire a svolgere un ruolo centrale negli equilibri di quella zona è stato e tuttora rimane l'asse Mosca – Kiev. Asse che, dal 1991 in poi, ha dato origine ad alcune delle controversie più aspre verificatesi nello Spazio Post Sovietico. […] Ciò che si staglia di fronte ai nostri occhi è uno scenario caratterizzato da due Stati che a partire dal crollo dell'Urss si trovano impegnati in un difficile, tortuoso e drammatico processo di ridefinizione delle proprie identità politiche, identità contraddistinte da una fortissima territorializzazione. […] Per motivi storici, politici, culturali e linguistici la Russia ha mostrato una certa difficoltà nell'accettare che l'Ucraina fosse uno Stato indipendente il cui destino era ormai separato da quello di Mosca. […] Di conseguenza tutto ciò ha portato la dirigenza russa a prese di posizione esplicite che non possono non inquietare l'Ucraina e portarla a pensare al suo grande vicino come una minaccia alla sua sovranità.»
«Un rapido esempio che illustra bene la dimensione profondamente geopolitica delle diatribe sorte nel corso del tempo, è rappresentata dalle discussioni sui confini russo – ucraini. […] Il problema dei confini, che riguarda anche la Crimea e che attualmente non è ancora risolto, non nasce da questioni semplicemente legate alla necessità di delimitare e demarcare le frontiere, bensì ha a monte una disputa che coinvolge le identità dei due Paesi e le loro rappresentazioni geopolitiche. Questo contribuisce inevitabilmente ad alzare la posta in palio e a rendere la situazione molto più scottante ed intricata. Russia ed Ucraina sono Paesi in cui le identità politiche, fortemente territorializzate, si trovano in fase di ridefinizione e su di esse si é innestata una politicizzazione che da ambo le parti ha rafforzato gli aspetti più divisivi tra le rispettive rappresentazioni geopolitiche. Se fra tutte le diatribe sorte tra i due Paesi dovessimo scegliere la questione geopolitica che meglio di tutte incarna il confronto esistente tra le rappresentazioni dei due Stati e che sia in grado di riassumerne in sé tutte le profonde contraddizioni esistenti, senza ombra di dubbio sceglieremmo la Crimea.»
«Il confuso braccio di ferro geopolitico tra Mosca e Kiev sulla Crimea, in cui Simferopol non si limitò a guardare ma partecipò attivamente, si aprì immediatamente dopo l'indipendenza ucraina. Come abbiamo già avuto modo di constatare, per la Russia l'indipendenza ucraina in generale fu una vera e propria catastrofe geopolitica e la perdita della Crimea in particolare fu ancora più dolorosa. […] Il confronto geopolitico tra Ucraina e Russia continua e non accenna a diminuire. La Crimea risente, essendo, geopoliticamente parlando, il punto più vulnerabile dell'Ucraina, di tutte i conflitti geopolitici tra Russia ed Ucraina. […] Ciclicamente la Crimea affiora come palcoscenico su cui si accendono i riflettori della partita geopolitica russo – ucraina: nel 2003 ci furono tensioni a Tuzla, una piccola isola ucraina nello stretto di Kerch. La Russia cercò di costruirvi una barriera per collegarsi all'isola con la motivazione ufficiale di difendere la costa dall'erosione. Le tensioni salirono di nuovo nell'agosto del 2008, quando la Flotta russa a Sebastopol prese parte alla guerra contro la Georgia dando vita ad una amara discussione su quali siano gli obblighi a cui la Russia deve attenersi nell'utilizzare la sua Flotta. La stessa Sebastopol (ed anche la Crimea), nonostante il trattato del 1997, viene sempre a trovarsi al centro dei dibattiti su chi dovrebbe detenerne la sovranità. […] È chiaro che per quanto la Crimea non debba essere considerato solo e semplicemente un teatro geopolitico ma anche un attore che propone una propria rappresentazione geopolitica, è fuori discussione che molto spesso la Penisola sia spazzata da venti molto forti provenienti da Kiev (e questo è normale visto e considerato che è la sua capitale) e da Mosca (e questo è un po' meno normale ma non del tutto incomprensibile visto il passato trascorso).»

Fonte dell'immagine: wikipedia - Referendum sull'autodeterminazione della Crimea del 2014

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