La tesi del giorno
La corruzione nel settore edile
Expo Milano 2015 inizierà ufficialmente il 1 maggio 2015 e, a meno di un anno dall'inaugurazione, la sua organizzazione è stata travolta da uno scandalo per la corruzione. In molti parlano di uno scandalo annunciato. Il settore dell'edilizia, in particolare quella pubblica, catalizza da sempre gli interessi della criminalità organizzata e della classe politica corrotta e, come spiega il dott. Friscia nella sua tesi sulla corruzione in Italia, «riassume in modo esemplare il particolare intreccio fra la criminalità organizzata, il sommerso economico, l'evasione fiscale, e la corruzione».
«Il settore edile ci fornisce, grazie alle sue dinamiche interne ed esterne, la misura e l'esempio di un malcostume imprenditoriale, politico e burocratico diffuso; e fornisce una prova dell'incapacità, e spesso dell'inutilità, delle leggi e delle istituzioni a creare, promuovere e sostenere relazioni economiche regolari e allo stesso tempo a sanzionare comportamenti irregolari, mostrando una pericolosa superiorità della consuetudine irregolare, riconosciuta e accettata, sulla legge. Il mancato rispetto delle norme comporta un aggravio dei costi molto incisivo.»
Il dott. Friscia, sulle caratteristiche del settore edile in Italia, descrive un mercato fortemente polverizzato, frammentato e destrutturato in micro imprese. «La suddetta destrutturazione del settore - e il connesso cambiamento del sistema delle imprese - preoccupa in quanto porta con sé degli inevitabili effetti sotto il profilo della sicurezza e della legalità. […] Legalità che viene avvertita come un ostacolo alla competitività. La sicurezza sul posto di lavoro costa, e costa, altresì, l'ingaggio regolare dei dipendenti. […] La natura informale dei rapporti interni insieme al forte flusso di risorse provenienti dalla pubblica amministrazione - gestibile e controllabile in modo discrezionale - sono elementi che hanno fortemente incoraggiato il controllo del settore da parte delle organizzazioni criminali.»
«Un'altra importante caratteristica del settore è data dal diffuso utilizzo del sub-appalto. […] La pratica del sub-appalto permette di eludere facilmente le normative antimafia, riducendo la trasparenza poiché gli accordi di sub-appalto sono accordi privati fra le imprese. Un tale meccanismo, oltre a facilitare il controllo criminale del settore e a generare opportunità di corruzione fra privati, induce all'evasione fiscale e al lavoro nero, abbassando il grado di legalità e sicurezza. È logico ritenere che l'impresa titolare dell'appalto possa sfruttare la sua posizione, in termini di maggiore potere contrattuale, per imporre alle ditte sub-appaltatrici più piccole la copertura di una determinata fase del processo a un "prezzo" più basso rispetto a quanto, qualora si scorporasse dal valore totale dell'appalto il valore di ogni singola fase, essa stessa ha ricevuto. Una tale ipotesi costringerebbe le ditte sub-appaltatrici a un regime di austerity che non potrebbe che consistere nell'abbattimento del costo del lavoro. Il lavoro nero e/o grigio, offre difatti un minore costo e una maggiore dinamicità, elementi fondamentali per muoversi proficuamente in una giungla priva di regole e tutele. In tali accordi privati può senza dubbio agire, oltre la criminalità, anche la corruzione in sé. Il flusso di tangenti dalle imprese alla pubblica amministrazione, e fra le stesse imprese, ha effetti degeneranti per il fisco, poiché si traduce in una catena di false fatturazioni che coinvolgono tanto le ditte costruttrici quanto le imprese fornitrici dell'indotto.»
L'elaborato del dott. Friscia entra poi nel merito degli appalti pubblici: «il mercato degli appalti pubblici ha tutte le caratteristiche necessarie per un incontro proficuo fra l'opportunismo politico e burocratico, e l'interesse, criminale o non, dei privati. Gli appalti sono un mezzo facile, veloce ed efficace attraverso cui creare occupazione e accrescere il consenso dell'opinione pubblica; uno strumento semplice da manovrare, attraverso la corruzione e la collusione politica amministrativa e imprenditoriale; un meccanismo perfetto attraverso cui dirottare ingenti risorse e distribuire ampi benefici alle parti interessate scaricandone interamente i costi sulla società e lo Stato. Sullo Stato difatti gravava, per prassi, il costo delle tangenti, il quale era incorporato nell'offerta per l'appalto, portando così a zero i costi della corruzione per l'impresa, e scaricando sulle istituzioni e sui cittadini, oltre che una maggiorazione dei costi per l'investimento, anche i costi sociali ed economici inerenti a opere con caratteristiche diverse da quelle ritenute necessarie, o a grandi opere realizzate in posizioni non strategiche, inutili o destinate al sottoutilizzo.»
Nonostante la normativa in materia sia piuttosto articolata, non è finora riuscita «ad arginare un parassitismo imprenditoriale e sociale dai devastanti effetti economici, culturali e sociali, che si è saputo adeguare ai cambiamenti, mostrandosi di volta in volta capace di trarne profitto.»
Concludendo la sua analisi sulla corruzione nel settore edile, il dott. Friscia afferma che «nonostante l'edilizia sia stata oggetto di numerosi cambiamenti normativi e abbia attratto l'attenzione mediatica e politica per una molteplicità di altri problemi, i suoi caratteri strutturali sembrano non avere avuto grandi cambiamenti. Questo è un settore che ci interessa particolarmente perché, in qualità di partner dello Stato nella costruzione di opere pubbliche, interagisce con il potere discrezionale, politico e burocratico, e con il flusso di risorse pubbliche; fattori molto sensibili, come si è visto, alla corruzione. Pensare di fare la guerra alla corruzione negli appalti pubblici senza tenere conto della struttura del mercato con cui s'interagisce, e senza muoversi attivamente e incisivamente affinché quella struttura si modifichi verso il virtuosismo e l'eccellenza, è un pensiero stolto che mira a combattere una guerra già persa in partenza. La realtà è, purtroppo, che la corruzione e l'irregolarità in genere offrono dei vantaggi e dei benefici diffusi – e gli appalti pubblici ci forniscono un evidente esempio -, tanto nel mercato quanto nelle istituzioni.»
Fonte dell'immagine: ilsole24ore