La tesi del giorno
Il successo del Front National in Francia
Le elezioni europee 2014 hanno visto trionfare in Francia, per la prima volta a partire dalla sua fondazione nel 1972, il Front National. Nonostante i discreti risultati ottenuti alle presidenziali del 2012, dove Marine Le Pen ottenne il 17,9% delle preferenze, nessuno poteva immaginarsi che a distanza di due anni il Front National sarebbe arrivato al 25%. (Fonte: www.ilfattoquotidiano.it)
Sicuramente si è rivelata vincente la linea dura contro l'Unione Europea adottata dalla Le Pen.
Come spiega il dott. Domenico Mininni nella sua tesi, il Front National è l'unico partito della destra francese inequivocabilmente euroscettico. È un partito di destra populista e nazionalista, finora marginale all'interno del panorama politico francese, dichiaratamente anti-sistema e che ha sempre rifiutato alleanze nel campo della destra francese.
La posizione del FN sull'Europa non è stata sempre fortemente euroscettica. Il dott. Mininni ci fa notare che «per tutti gli anni '80 le posizioni del FN non son state troppo diverse da quelle gaulliste: emblematico, da questo punto di vista, l'utilizzo frequente dello slogan Europe des patries, con un richiamo esplicito all'Europa degli Stati che aveva in mente De Gaulle. In particolare, l'approccio del FN all'UE è sempre stato caratterizzato da due tendenze opposte: da una parte, favorevole ad un'Europa – intesa essenzialmente come comunità culturalmente omogenea, come civiltà europea identificabile in nebulosi termini identitari – che arginasse gli eccessi della mondializzazione, l'immigrazione, l'internazionalismo socialista, il cosmopolitismo; dall'altra ostile ad un'Europa che, più o meno velatamente, minacciava l'identità – e, dunque, secondo la concezione populistica propria del FN, la sovranità – nazionale.»
Il punto di svolta nell'atteggiamento del FN verso l'Europa è la firma del Trattato di Maastricht. Con la firma del Trattato di Maastricht, l'integrazione europea assume una chiara spinta in senso federalista «facendo così pendere la bilancia, per il FN, su una concezione dell'Europa come entità minacciante la Nazione francese, piuttosto che come comunità ed identità minacciata e da difendere».
Per capire come ha fatto il FN a guadagnare così tanti consensi è necessario esaminare l'atteggiamento dell'elettorato francese nei confronti dell'Unione Europea.
Il dott. Mininni ha rilevato che in Francia il livello di public euroscepticism rispetto alla media UE è relativamente basso. Solo una piccola parte dell'elettorato francese si oppone esplicitamente all'integrazione europea. Nella maggior parte dei casi si tratta «più che altro di una mancanza di interesse e/o di conoscenza per le tematiche europee, che rende buona parte dell'elettorato stesso non tanto apertamente euroscettica, quanto piuttosto euro-indifferente: spesso, tuttavia, nei casi in cui le opinioni nei riguardi di tematiche europee, al contrario, esistono, la percentuale di opinioni negative sale notevolmente.»
Nonostante la Francia sia caratterizzata da un relativamente basso livello di public euroscepticism, il livello di euroscetticismo partitico, misurato come percentuale dei voti ricevuti dai partiti euroscettici in occasione di elezioni legislative nazionali, è decisamente alto.
Concludendo la sua analisi delle posizioni assunte dall'elettorato francese in merito al processo di integrazione europea, il dott. Mininni afferma che «accanto ad una persistente opposizione all'UE quasi aprioristica e di principio (trattasi, dunque, di euroscetticismo forte), resta, latente, una forma di opposizione a singoli aspetti del processo di integrazione europea, di volta in volta attivabile in base alla contingenza della situazione – soprattutto socio-economica – nazionale ed internazionale ed agli equilibri esistenti all'interno del sistema partitico.»
Fonte dell'immagine: wikipedia