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La messa in scena de ''Il campanello'' di Donizetti al ''Reate Festival'' di Rieti tra tradizione e tecnologie: olografia e scenografia

Le proiezioni olografiche per "Il campanello": realizzazione e problematiche

I contenuti digitali delle proiezioni del Campanello sono stati ideati da Cesare Scarton e Flaviano Pizzardi e realizzate da the POOL Factory, mentre Stefano Ranalli ha curato le proiezioni.
Dal punto di vista creativo, l’obiettivo di Pizzardi e Scarton secondo quanto affermato dal direttore artistico della the POOL Factory «è stato quello di immaginare non solo degli ambienti, ma anche delle animazioni che supportassero e facessero da eco al canto e all’azione, ed è questo forse l’aspetto più innovativo della messa in scena».
Dopo aver elaborato concettualmente e visivamente la scenografia, Pizzardi e Scarton hanno dovuto scegliere se, durante lo spettacolo, proiettare le immagini in real time, ovvero facendole generare dalle schede video dei computer momento per momento, o mandando in riproduzione dei filmati precedentemente renderizzati. I pro e i contro di queste due procedure sono abbastanza evidenti: il real time dà un vantaggio enorme in casi come questo perché permette una perfetta sincronia con l’orchestra, che pur lavorando con i tempi scanditi dalla partitura spesso rallenta o accelera, anche se di poco, e si rischia che un’animazione, magari piuttosto lunga, accumuli un anticipo rispetto alla musica che potrebbe essere percepito. D’altra parte elaborare le immagini in tempo reale ha i suoi svantaggi dati principalmente dal fatto che gli hardware usati, nello specifico le schede video che sono le addette alla compilazione dell’immagine elettronica, non riescono a produrre il dettaglio, la ricchezza di luci e ombre, gli effetti speciali che è possibile ottenere usando motori di rendering come RenderMan o con Mental Ray.
Il regista ha voluto quindi optare per la seconda opzione, preferendo delle immagini con un forte contenuto estetico rinunciando al real time, scelta che ha trovato la Pool concorde, e che avrebbe comportato tra l’altro l’utilizzo di macchinari molto costosi, potenti e probabilmente ingombranti contro l’utilizzo di semplici PC portatili permesso dall’uso dei file renderizzati.
La proiezione dei filmati è stata organizzata con il software Dataton Watchout che è stato concepito appositamente per la messa in onda di contenuti digitali dal vivo e permette di gestire produzione e proiezione video anche su schermi multipli.
Esso consente di creare delle timeline destinate a più proiettori utilizzando file video o acquisendo le immagini o l’audio in tempo reale.
L’architettura di base utilizza normali Personal Computer connessi con una rete TCP/IP standard in cui il software è installato in un Master o Composition Station usato per configurare e controllare le varie Client Station, ovvero altri computer a loro volta connessi ai vari display o proiettori attraverso gli output video.
Nel caso del Campanello sarebbe servita solo una Client Station, (anche se in realtà c'erano tre per ridondanza, che duplicavano lo stesso lavoro ma evitavano il buio in caso si fossero verificati problemi a uno dei computer) mentre alla Master Station Flaviano Pizzardi e Stefano Ranalli davano gli input in base all’azione scenica e alla musica, però il software è stato molto utile in quanto permetteva di operare vari controlli e seguire in maniera più fluida l’andamento della musica di quanto si sarebbe potuto fare mandando in riproduzione un singolo filmato.
La timeline di Watchout era composta dai vari filmati, inframmezzati da frame fissi e con alcune tracce di loop che nelle animazioni più lunghe avrebbero potuto fungere da riserva, nel caso si fosse verificata una perdita della sincronia, come per esempio quella del duetto tra Enrico e Serafina («La mia fiamma disprezzata»). Il rischio della perdita di sincronia è stato attenuato anche attraverso l’utilizzo di animazioni di breve durata e con una dinamica molto fluida, senza una sincronia con la musica o con le parole molto evidente (l’unica in cui c’è un richiamo diretto tra il canto e l’animazione è quello in cui Enrico travestito da vecchio elenca a don Annibale le erbe che deve preparare per la moglie – “Semifreddi, ente di Marte” – in cui le boccette scorrono una ad una dal basso verso l’alto),

Questo brano è tratto dalla tesi:

La messa in scena de ''Il campanello'' di Donizetti al ''Reate Festival'' di Rieti tra tradizione e tecnologie: olografia e scenografia

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Informazioni tesi

  Autore: Angela Rinaldi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Saperi e tecniche dello spettacolo teatrale, cinematografico, digitale
  Relatore: Mariagrazia Berlangieri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

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Parole chiave

pool factory
scenografia virtuale
cesare scarton
olografia
opera lirica
animazione 3d

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