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Una pittrice donna a Palermo: Rosalia Novelli e i pittori fiamminghi

Motivi d'intesa tra pittori fiamminghi e intellettuali siciliani:il "neo-senechismo europeo"

Sin dal ‘500 nei Paesi Bassi aveva cominciato a diffondersi un particolare interesse per scrittori romani di prosa storica quali Livio, Plutarco, Tacito e Seneca, e per poeti mitologici, Ovidio in testa. Durante gli scontri delle province del Nord con la Spagna per l’indipendenza tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘600, questi personaggi assunsero una fisionomia politica attuale divenendo grandi esempi di forza e virtù. Non a caso in quegli stessi anni il filosofo olandese Justus Lipsius si occupò di reinterpretare quei grandi testi in chiave cristiana, rintracciando nelle biografie degli eroi repubblicani descritte da Livio principi etici universali ed esempi morali.
Questo fenomeno culturale investì pienamente anche l’arte locale fiamminga: Hendrick Goltziusnel 1586 incise la serie degli Eroi Repubblicani ispirandosi alla Giovane Storia di Roma di Livio, ed anche la grande pittura non mancò di rendere il suo omaggio ai grandi personaggi romani; oltre alle opere della scuola caravaggesca di Utrecht ( Dirck Van Baburen, Hendrick Terbrugghen, Gerrit van Honthorst ), questi soggetti popolarono quelle di Joachim Von Sandrart, del Giusto Fiammingo, e dello stesso Rubens. Quest’ultimo, il cui fratello Philip tra l’altro fu allievo del Lipsius, fu autore di un Muzio Scevola davanti a Porsenna, oggi a Budapest, e di una Morte di Seneca oggi all’Alte Pinakothek di Monaco.
Personaggi come Catone, Seneca e Muzio Scevola riassumevano caratteristiche che dovevano apparire rassicuranti in un periodo costellato da continue crisi politiche, sociali e religiose, poiché rappresentavano il mito forte dell’eroe antitiranno che rifiuta la mondanità e guadagna la libertà interiore. Seneca nel Seicento ebbe grande fortuna per le sue riflessioni sulla vita e sulla morte: nel De Brevitate Vitae egli afferma che «..Per afferrare il retto senso dell’esistenza è necessario pensare che essa è condizionata dalla morte», e nelle Epistole ad Lucinium la morte è «il termine a cui tende tutta la nostra esistenza, il pensiero che rende accettabile la vita, perché ci assicura la libertà e la liberazione dalla sofferenza...» .
L’espressione ‘neo-senechismo europeo’, coniata dallo storico Giarrizzo, identifica in modo esauriente una situazione politico-ideologica che accomuna le sorti e le vicende delle Fiandre a quelle della Sicilia a cavallo tra i due secoli, particolarmente tra 1590 e 1650.
Nel Seicento a Palermo il malcontento per la cattiva politica intrapresa dalla Corona Spagnola arrivò a toccare più o meno tutte le classi sociali della città, compresa la vecchia nobiltà monarchica, generando in diversi casi vigorose tendenze autonomistiche, tutte convergenti verso un’ideale di monarchia siciliana indipendente dalla Spagna, simile a quella illuminata normanno-sveva e come questa interessata unicamente al «comune vantaggio».
In Sicilia le opere più vigorose in tal senso furono lo scritto politico di Mario Cutelli, il Codex Legum Sicularum composto tra il 1629 e il 1634, e le Tumultuazioni di Collurafi, quest’ultimo di forte impronta neostoica, uscito nel 1650.
In gran parte imbevuta di neo-senechismo era anche gran parte dell’opera poetica del galileiano Simone Rao. Nei suoi componimenti egli tratta temi quali la fugacità della vita, della bellezza che fugge corrosa dal tempo, e della caducità di tutto ciò che è terreno.
Immersi in una situazione politica stagnante e consolati soltanto da aspirazioni libertarie che quando si realizzavano si rivelavano fallimentari, molti nobili siciliani stoicamente reagirono ritirandosi a vita solitaria, autoescludendosi dalla civiltà e rinunciando all’impegno politico dedicandosi ad una vita contemplativa, preferibilmente in una residenza di campagna, luogo ideale d’evasione.

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Una pittrice donna a Palermo: Rosalia Novelli e i pittori fiamminghi

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Informazioni tesi

  Autore: Annalisa Cappello
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Arti Visive
  Relatore: Angela Ghirardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 221

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